sabato 7 novembre 2009

Attento a chi inviti a tavola !

Tratto da: http://www.corriere.it/salute/nutrizione/09_ottobre_07/ristorante-scelta-condizionata_189032de-b31c-11de-b362-00144f02aabc.shtml

Lo studio: Cosa ordini al ristorante? Lo «decide» chi ti siede accanto
Le scelte, insolite o conformiste, dipendono da quelle degli altri commensali. Che condizionano anche l'abbondanza delle nostre porzioni e il «salutismo» del pasto


MILANO - Alla prima lettura del menu viene voglia di provare quel piatto mai sentito, tanto per cambiare. Poi gli altri commensali dicono la loro e si comincia a tornare «nel gregge» di scelte più consuete. Ma se la maggioranza si compatta tutta attorno a un piatto, torna la voglia di insolito, e si finisce per tornare sui propri passi. Ci succede al ristorante, dove i nostri comportamenti sono assai più prevedibili di quanto ciascuno di noi creda.
ESPERIMENTO – Lo sostiene una ricerca franco-australiana in uscita sul Journal of Consumer Research secondo cui tutti noi al ristorante siamo un po' conformisti, un po' sperimentatori. Dipende dagli altri commensali: «Ci piace differenziarci dagli altri quando la maggioranza è schiacciante o c'è una minoranza che pian piano cresce; tendiamo a seguire gli altri nelle situazioni intermedie», scrivono gli autori, Pascale Quester dell'università di Adelaide e Alexandre Steyer della Sorbona. I due hanno studiato i comportamenti degli avventori di un ristorante, il Flam's di Parigi, quando sceglievano i piatti all'interno di un menu a prezzo fisso che includeva un antipasto, un piatto principale e un dessert accompagnati da una bevanda. Tutto incluso, perciò il prezzo non poteva fare la differenza fra le scelte. I ricercatori si sono concentrati sulla bevanda, perché quella più difficilmente viene condivisa con altri commensali come può invece accadere col cibo: «Abbiamo pensato che l'ordinazione del drink incluso nel “pacchetto” a prezzo fisso potesse darci le maggiori e più precise informazioni per capire se e quanto le decisioni di ciascuno vengano influenzate da quelle degli altri», dicono gli autori, che hanno scandagliato le ordinazioni di 70 tavoli (con un numero variabile di commensali, da due a 18 persone) in cui tutti avevano optato per il menu a prezzo fisso. Morale, la gente tende a cercare la varietà finché gli altri che hanno fatto la stessa ordinazione non superano un certo numero. «Poi, quando circa il 30 per cento del tavolo si è accordato su una bevanda o un piatto, la tendenza a scegliere qualcosa di diverso ed essere più “individualisti” man mano si indebolisce – spiegano i ricercatori –. Quando l'accordo raggiunge il 60-70 per cento del tavolo, tutti finiamo per conformarci alla scelta che va per la maggiore. Ma quando l'opzione è votata dalla stragrande maggioranza, oltre l'80-90 per cento dei commensali, ecco che torna la voglia di distinguersi e ordinare qualcosa di diverso».
COMMENSALI – Ciò che chiediamo al cameriere dipende perciò in gran parte da chi siede con noi al tavolo. Fatto confermato del resto un altro studio, apparso da poco sulla stessa rivista: in questo caso gli autori, un gruppo di ricercatori statunitensi e canadesi, hanno dimostrato che la porzione che ci mettiamo nel piatto dipende da quella degli altri commensali. Semplice come una candid camera l'esperimento ideato per verificarlo: a 210 studenti universitari è stato chiesto di partecipare a una sperimentazione per la quale avrebbero dovuto guardare un video a gruppi di due. Durante la proiezione era messo a disposizione del cibo, di cui potevano servirsi a volontà; l'altro studente con cui ciascuno assisteva al filmato era però una complice dei ricercatori, di volta in volta nei panni di se stessa (una magrolina taglia 40) o travestita in modo da sembrare obesa. La ragazza si serviva per prima degli snack: mini-porzioni quando era magra, maxi-piatti nelle vesti della cicciona. Ai ricercatori è bastato guardare nel piatto dell'ignaro studente-cavia per accorgersi che la sua porzione si adeguava di volta in volta a quella dell'altra. Non si sorprende Andrea Ghiselli, ricercatore dell'Istituto Nazionale per la Ricerca sugli Alimenti e la Nutrizione, che osserva: «Si tratta di meccanismi comportamentali ben noti: ognuno di noi tende ad adeguarsi agli altri o comunque a subirne l'influenza, anche a tavola. Le dinamiche di relazione prevedono però sempre un interscambio: in altre parole, in genere ci si accoda alla personalità dominante, ma può anche accadere di essere noi quelli che “guidano il gioco”. In questo caso saranno probabilmente le scelte e le porzioni degli altri ad adeguarsi alle nostre».
MASCHI E FEMMINE - Peraltro scegliere un primo gustoso o un'insalata dipende anche dal sesso e dal numero dei commensali, come precisa Ghiselli: «Le donne ad esempio mangiano di più in compagnia di altre donne: in una cena a due con un uomo si trattengono, perché ci tengono a far vedere che sanno esercitare l'autocontrollo. E se si esce in coppia, a prescindere dal sesso di chi pranza con noi, si mangia comunque di meno rispetto a quando ci troviamo in una tavolata numerosa: in gruppo si finisce sempre per esagerare un po'». Insomma, il momento dell'ordinazione pare proprio un sottile equilibrio di forze e contrappesi fra chi siede a tavola. Sarà bene scegliere con oculatezza i compagni di pasto, allora.
Elena Meli, 07 ottobre 2009 (ultima modifica: 10 ottobre 2009)

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