Tratto dal sito della Senatrice Marilena Adamo (PD): http://www.marilenadamo.it/index.php?option=com_content&task=view&id=528&Itemid=39
UNA PRIMA VITTORIA PER PASQUALE PADOVANO: IL SOPRAVVISSUTO DI LINATE CHE NON VUOLE ESSERE "INVALIDO"
Nonostante il brutto testo di legge sul lavoro votato oggi al Senato e che dovremo fare il possibile per cambiare alla Camera, registriamo un piccolo, ma importante fatto positivo.
Salvo sorprese alla Camera, si chiude infatti positivamente la lunga vicenda di contenzioso tra Pasquale Padovano e l'INPS: ha vinto Padovano, con la sua voglia di vivere, la sua speranza di guarire nonostante tutto, e la sua determinazione a vivere una vita piena, anche come lavoratore.
Riassumo brevemente la vicenda:
Unico sopravvissuto della tragedia di Linate nel 2001, ma ustionato in modo gravissimo su tutto il corpo, al punto di essere a lungo a rischio vita, Pasquale Padovano inizia una lunghissima riabilitazione fatta anche da una serie infinita di interventi di chirurgia plastica e trapianti cutanei, l'ultimo pochi giorni fa di rifacimento delle palpebre. Passano così 22 mesi e, secondo la legge finora vigente, dovrebbe andare in invalidità e rinunciare al lavoro. Lui rifiuta, e respinge l'assegno, la Sea è d'accordo, ma i problemi vengono dall'Inps che non può, in base alla vecchia legge recepire i versamenti previdenziali. Con la nuova legge, (1167:delega al governo in materia di lavori usuranti – collegato alla Finanziaria) in deroga alle disposizioni vigenti, se un lavoratore vittima di incidente sul lavoro, dopo i 22 mesi rinuncia all'indennita di inabilità, può continuare a versare i contributi e maturare la pensione.
E' ovvio che questa norma non servirà in molti casi, ma la medicina e la chirurgia hanno fatto passi da gigante e la speranza di ritornare ad essere pienamente efficienti non si spegne dopo soli 22 mesi.
Il risultato è frutto di un mio emendamento e della disponibilità ad accoglierlo da parte del sottosegretario Viespoli, che ha voluto conoscere Padovano, e al quale una relazione dell'INPS ha confermato la necessità di cambiare la legge sostenendo che non ci sarebbero stati oneri aggiuntivi, anzi.
Per me una grande soddisfazione: ci ho messo un anno, ma ci sono riuscita!
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