lunedì 6 gennaio 2014

Governo Letta: come penalizzare l'economia?

Ricevo da Altroconsumo e diffondo.
N.B. Come fanno SIAE e Governo Letta a sapere cosa salvo sul mio hard disk e le mie chiavette?
Rieecono a sapere non solo che salvo musica (falso), ma anche di quali autori?   Come sono bravi!

16 dicembre 2013;  NEWS Da gennaio tecnologia più cara: firma per evitarlo
Un balzello di 3 e 4 euro sul prezzo di smartphone, tablet e computer (che si aggiunge a quello già esistente): in gran segreto sta per passare l’innalzamento della tassa sui dispositivi tecnologici destinato a ingrossare le casse della Siae. Firma la petizione per fermare questo balzello.
Se stavi pensando di acquistare un computer, una smart tv, uno smatphone o un tablet dopo le feste, evitando così resse ai negozi e beneficiando magari di qualche “saldo”, sappi che, al contrario, potresti trovarti una cattiva soprpresa. Il decreto del ministro Bray (che aggiorna il precedente decreto Bondi e che sarà approvato entro fine anno con applicazione già da gennaio 2014) prevede infatti significativi aumenti su molte famiglie di dispositivi elettronici. Alcuni esempi: un tablet costerà 3,10 euro in più, mentre smatphone e computer avranno aumenti superiori ai 4 euro.

Una tassa odiosa

Il motivo di questa tassa? Risarcire la Siae (e gli autori e gli editori che rappresenta) per i "mancati introiti" derivanti dalle copie private di canzoni, film e quant’altro coperto da diritto d’autore. Copie private che vengono in genere conservate nelle memorie di massa (hard disk, chiavette, cd vergini…) e in tutti i dispositivi in grado di immagazzinare dati: da qui l’idea di tassare questi dispositivi. Si chiama “equo compenso” e si tratta di soldi che la Siae dovrebbe ridistribuire ad autori ed editori, ma che (come sappiamo) vanno soprattutto agli artisti più noti e importanti (ovvero a chi di fatto non ha davvero bisogno di soldi); gli altri prendono poco o nulla. Inoltre va ricordato che chi acquista musica e film legalmente da piattaforme online, paga già i diritti d'autore per poterne fruire (e fare copie) su un certo numero di supporti: è profondamente ingiusto che paghi una tassa anche su questi stessi supporti, trovandosi così a pagare due volte. Per questa ragione abbiamo messo in piedi una petizione per chiedere al ministro Bray di non fare questo regalo di Natale alla Siae con i nostri soldi.


No al regalo di Natale alla SIAE. Firma l'appelloTesto completo
Firma ora!

Non ce lo ha chiesto l’Europa

Il decreto non fa altro che innalzare le quote già imposte dal precedente decreto Bondi, portando i precedenti 80 milioni di prelievo annuo a oltre 200 milioni. Nello specifico, il balzello su un tablet passa dagli attuali 1,90 a 5,20 euro, quello su un computer da 1,90 a 6 euro e addirittura quello sugli smartphone passa dagli attuali 90 centesimi a ben 5,20 euro. Secondo la legge, poi, il Ministero avrebbe dovuto procedere all’aggiornamento del precedente decreto, sulla base dei lavori di un tavolo tecnico da istituire con tutti i rappresentanti delle categorie interessate. Il tavolo in questione non è mai stato istituito: tutto è stato fatto in gran segreto e in accordo solo con la Siae (che di fatto ne è la beneficiaria) e pochi altri, senza ovviamente invitare i consumatori a dire la loro (vedi la nostra lettera con la quale sollecitavamo chiarimenti). Infine va chiarito che non si tratta di una misura condivisa in tutta Europa: in alcuni Paesi, l’equo compenso semplicemente non esiste.
L’Italia con questo decreto si sta spingendo nella direzione sbagliata in controtendeza con l’Europa dove si sta ridiscutendo alla radice l’equo compenso; in questo modo il nostro Paese penalizza la propria economia digitale in un momento in cui dovrebbe cercare di guardare al futuro.

3 commenti:

Andrea D. ha detto...

E se comprassimo online da un paese europeo che non prevede l'equo compenso?

Franco Gatti ha detto...

Caro Andrea non lo so...
Penso che l'Italia forse perderebbe anche altre tasse, oltre a lavoro ...

Non metto in dubbio il diritto di chi produce un'opera di ingegno, come una canzone o un testo, ad essere pagato.
Non comprendo però come faccia la SIAE ad allocare correttamente il mio denaro.
A quali autori ed editori viene assegnato, ed in base a quali regole?

Franco Gatti ha detto...

Ricevo da AltroConsumo:

Caro amico,
grazie alla tua firma e a quella degli oltre 10 mila utenti che, come te, hanno sottoscritto la nostra petizione, il ministro Bray ha deciso di sospendere l'approvazione del decreto che avrebbe portato agli aumenti su molte tipologie di prodotti tecnologici, come tablet, smartphone e computer.
Il 10 gennaio, infatti, siamo stati finalmente ascoltati dal Ministro Bray e, nel corso della riunione al ministero per i Beni e le Attività Culturali, abbiamo avuto modo di esporre le numerose ragioni per respingere la proposta di aumentare ulteriormente le tariffe dell'equo compenso (già introdotte nel precedente decreto Bondi): un balzello chiesto dalla SIAE per "compensare" il presunto danno ad autori ed editori derivante da eventuali copie private archiviabili appunto su smartphone, tablet, computer, chiavette USB, memorie e altri dispositivi e apparecchi.
Nell'occasione abbiamo anche consegnato al Ministro le oltre 10.000 adesioni alla nostra petizione e, grazie anche alla tua firma, abbiamo ottenuto un primo risultato: il Ministro Bray ha infatti annunciato che, prima di emanare il decreto di adeguamento delle tariffe intende sviluppare un'indagine ad hoc sulle abitudini dei consumatori per verificare se davvero le copie private di opere musicali e cinematografiche siano cresciute negli ultimi tre anni tanto da legittimare addirittura un aumento di ben 5 volte l'equo compenso, come pretenderebbe la SIAE.
La battaglia, come hai visto, non è ancora vinta: ti terremo aggiornato sugli sviluppi, ma nel frattempo continua ad aiutarci diffondendo il più possibile la petizione. Più siamo più contiamo.

A presto,
Altroconsumo

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