lunedì 24 marzo 2014

L'obbligo di informare sull'uso dei Contributi Volontari delle famiglie alle scuole

Contributo scolastico, UNC: illegittimo pretenderlo dalle famiglie


Una circolare del Ministero dell’Istruzione di qualche anno fa chiarisce bene che: “In ragione dei principi di obbligatorietà e di gratuità, non è consentito richiedere alle famiglie contributi obbligatori di qualsiasi genere o natura per l'espletamento delle attività curriculari e di quelle connesse all'assolvimento dell'obbligo scolastico (fotocopie, materiale didattico o altro), fatti salvi i rimborsi delle spese sostenute per conto delle famiglie medesime (quali ad es.: assicurazione individuale degli studenti per RC e infortuni, libretto delle assenze, gite scolastiche, etc.). Eventuali contributi per l'arricchimento dell'offerta culturale e formativa degli alunni possono dunque essere versati dalle famiglie solo ed esclusivamente su base volontaria”.
“Ricordiamo - prosegue Massimiliano Dona - che le tasse obbligatorie sono riconoscibili, peraltro, perché intestate all’Agenzia delle Entrate e mai alla scuola. Inoltre, per quanto riguarda le famiglie che decidano di contribuire, hanno il diritto di ricevere dalla scuola informazioni specifiche in merito all’utilizzo del versamento e che tale contributo (letteralmente ‘erogazione liberale’) è detraibile nella dichiarazione dei redditi nella misura del 19% (nel rigo E19, codice 31). Per evitare brutte sorprese - conclude l’avvocato - consigliamo nel momento in cui si raccolgono informazioni sull’istituto presso il quale si ha intenzione di iscrivere i propri figli, di valutare l’ammontare della somma richiesta in qualità di contributo volontario e quale tipo di attività o spese andrà a coprire tale somma”.

Tratto da:  http://it.finance.yahoo.com/notizie/contributo-scolastico-unc-illegittimo-pretenderlo-121043217.html

2 commenti:

Franco Gatti ha detto...

Credo che qui si giochi la credibilità ottenuta dalle organizzazioni scolastiche: è corretto chiedere contributi alle famiglie, MA è necessario spiegare a cosa serviranno, e poi a fine anno DIMOSTRARE a cosa sono serviti i contributi stessi.

Quindi a mio parere MAI contributi "buttati" nel calderone del bilancio, ma SEMPRE una gestione separata.

So benissimo che senza i contributi delle famiglie molti progetti dovrebbero essere bloccati.
Ma è giusto chiedersi se tutti, proprio tutti, i progetti debbano essere riproposti immutati anno dopo anno, o se siano possibili cambiamenti.

La scuola non può restare identica a se stessa decennio dopo decennio.

Inutile spendere per le LIM se poi non vengono utilizzate con un modo DIVERSO di fare didattica.
Allora meglio tornare a televisione e videoproiettore... se non proprio alla vecchia lavagna in ardesia...

Quindi suggerisco di:
-- MOTIVARE la richiesta,
-- RENDICONTARNE l'uso
-- comprendere che è un "di più", che non può sostituire i contributi statali e comunali
-- Accettare che per molte famiglie anche quei 50 euro (ma spesso sono molti di più) sono importanti nel bilancio familiare, ed evitare di metterle ulteriormente in difficoltà con una azione impositiva che non spetta alle scuole, e tanto meno ai genitori impegnati a collaborare volontariamente e gratuitamente con le scuole

Ciao
Franco

Anonimo ha detto...

Buongiorno, sono una mamma molto preoccupata della quasi immutabilità della scuola. possibile che la didattica è rimasta pressocché invariata nella sua staticità? possibile che metodi più dinamici e basati sull'esperienza nell'apprendimento non riescano ad entrare nelle scuole dei nostri figli? non bastano i progetti di esperti. deve mutare l'approccio educativo. Ma chi siamo noi per dirlo ai docenti?...

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