Tratto da: http://www.corriere.it/salute/reumatologia/11_settembre_01/postura-dritta-corretta-meli_11bd3052-b2e2-11e0-97dd-09b07ad852d4.shtml
Lo Studio - Stai dritto, avrai più forza e fiducia in te stesso
Una buona postura migliora la tolleranza al dolore e ha effetti positivi anche sull'autostima
MILANO - La mamma aveva ragione: bisogna star seduti composti e ben dritti. Per fare una buona impressione, certo, e anche perché ciondolare potrebbe farci venire una colonna vertebrale un po' storta. Ma pure perché tenere la testa alta e le spalle dritte ci rende fisicamente e psicologicamente più forti: una ricerca della Marshall University, in California, ha dimostrato che una buona postura riduce la sensibilità al dolore e ha effetti vantaggiosi perfino sul benessere psicologico, facendoci diventare più sicuri di noi stessi e assertivi nei confronti degli altri.
STUDIO – La ricerca, pubblicata sul Journal of Experimental Social Psychology , ha coinvolto alcuni volontari sottoposti a due tipi di esperimenti: in un caso dovevano stare in una postura “dominante” (sguardo alto, spalle dritte, seduti come avrebbe voluto la nostra mamma insomma) ed è stata misurata la loro soglia del dolore; nell'altro si è valutato quanto la postura incidesse sulla relazione che si instaurava con l'interlocutore. I risultati sono stati evidenti: chi assumeva una posizione ben dritta e dominante aveva una soglia del dolore più elevata ed era in grado di tollerare meglio un eventuale stress. I volontari riferivano anche di tenere maggiormente sotto controllo la situazione e di sentirsi più “potenti” nei confronti degli altri, rispetto a coloro che invece avevano assunto una posizione meno composta. «L'interlocutore di una persona che mantiene una postura dominante può reagire “raddrizzandosi” a sua volta o assumere una posizione “remissiva”: in questo secondo caso abbiamo visto che la soglia del dolore si abbassa, aumentando la sensibilità del soggetto agli stimoli dolorosi», spiega l'autore della ricerca Scott Wiltermuth.
IMPLICAZIONI – «I nostri dati – prosegue Wiltermuth – implicano anche che ad esempio, quando si ha un dolore, sarebbe meglio stare dritti e non raggomitolarsi come in effetti viene spontaneo fare. La postura raccolta infatti può indurci a pensare di non avere il controllo delle nostre sensazioni, e questo a sua volta può avere un effetto negativo di intensificazione della percezione del dolore. Meglio sedersi spingendo il petto avanti e cercando di allargare il torace: il senso di potere e controllo che ne deriva può aiutarci a ridurre la soglia del dolore». Probabilmente, stando a quanto hanno dimostrato ricerche precedenti, il merito è almeno in parte di un maggior rilascio di testosterone che si ha quando si assume una posizione “dominante”, perché l'ormone infatti aumenta la tolleranza al dolore; di pari passo pare ridursi il cortisolo, e ciò renderebbe l'esperienza dolorosa meno stressante e più sopportabile. «Vista l'interconnessione fra effetti fisici e psichici, una buona postura potrebbe anche aiutare a rendere più tollerabile un evento emotivamente stressante – riprende Wiltermuth –. Inoltre, queste informazioni possono essere utili a chi si prende cura dei malati, i cosiddetti caregiver: se tendono come ovviamente accade a rendere tutto più facile e meno stressante per il paziente, questo inevitabilmente è spinto ad assumere una posizione di “sottomissione” e ciò può influenzare in negativo la percezione del dolore. Meglio che sia il caregiver ad adottare posture più “raccolte” e a lasciare un po' il controllo della situazione al malato che, trovandosi ad avere la sensazione di un maggior “potere”, potrà tollerare meglio il dolore».
Elena Meli - 01 settembre 2011 09:18
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