mercoledì 7 settembre 2011

Galateo in ufficio: dove si mangia ?

Tratto da: http://www.repubblica.it/cronaca/2011/08/26/news/ufficio_arriva_il_galateo_per_chi_pranza_alla_scrivania-20884970/

IL CASO - Ufficio, arriva il galateo per chi pranza alla scrivania
Boom di impiegati che consumano il loro spuntino di mezzodì al tavolo di lavoro. Ma uno studio dimostra che l'abitudine non piace ai colleghi. E non aiuta la produttività
dal nostro corrispondente ENRICO FRANCESCHINI

LONDRA - C'è chi si porta il panino o l'insalata da casa. Chi ordina la pizza al telefono. Chi fa un salto al bar, al supermercato, alla bancarella, e torna carico di commestibile. Più di metà dei "colletti bianchi", come erano chiamati un tempo, insomma degli impiegati e dipendenti di ogni tipo che lavorano seduti a una scrivania, davanti a un computer, consumano il loro pranzo in ufficio, su quella medesima scrivania ingombra di scartoffie, biro, foto ricordo di coniuge e figli. Ma cosa ne pensa l'altra metà, quella che preferisce pranzare fuori? E che benefici ha per la produttività, se ne ha, questa presunta dedizione alla causa dello stakanovismo, che spinge a non allontanarsi dal posto di lavoro nemmeno per la tradizionale, sacrosanta pausa per lo spuntino di mezzodì?

La risposta alla prima domanda è semplice: gli altri sono spesso disgustati, irritati, increduli, per il modo in cui tanti lavoratori mangiano in ufficio. E la risposta alla seconda è che i benefici per la produttività sono pressoché zero, o sottozero: la telefonata fatta, l'email inviata, l'informazione letta con la bocca piena, raramente sono accompagnate dalla concentrazione necessaria per fare bene il proprio lavoro. Rinunciare alla distrazione di due passi all'aperto e di un pranzetto fuori dall'ambiente di ufficio, può anzi risultare controproducente per il rendimento, quando finisce la "pausa lunch" e il lavoro ricomincia sul serio.

Sono le conclusioni a cui giunge
un'indagine della società di consulenze CareerBuilder, pubblicata dal Wall Street Journal. Dai risultati emergono almeno quattro distinte categorie di "mangiatori in ufficio", ciascuna con i propri caratteristici difetti. Il Puzzolente consuma cibi dall'odore pungente, che a non tutti possono andare bene: sandwich al tonno, sardine in scatola, formaggi anche troppo "maturi", spandendo un effluvio che i colleghi trovano rivoltante. Il Rumoroso sgranocchia patatine, cioccolata, caramelle, carote o ogni altro cibo su cui mette i denti, creando una "colonna sonora" che infastidisce i vicini di scrivania. Lo Sporcaccione lascia in giro i resti delle sue libagioni, dagli avanzi ai contenitori, insozzando lo spazio proprio e altrui. Il Rompiscatole è invece il collega che vuole assaggiare il cibo che gli altri hanno sul tavolo, e finisce invariabilmente per rovesciare qualcosa su documenti o computer.

Da questi diffusi comportamenti è possibile ricavare una sorta di decalogo dell'etichetta per mangiare in ufficio: se uno deve proprio farlo, almeno coprire il computer con una copertina di plastica, non leccarsi le dita, non produrre rumori e odori sgradevoli, non sporcare, non invadere lo spazio del vicino, non continuare a lavorare (tanto non si combina granché). Ma il "comandamento" più importante, secondo gli esperti, è l'ultimo: se possibile, non pranzate in ufficio. "Restare incollati alla scrivania per l'intera giornata, anche durante la pausa pranzo, svuota di energie e riduce la produttività anziché aumentarla", dice Tony Schwartz, consulente e autore di libri su come tenere concentrati i dipendenti. Concorda Alllison Hemming, direttrice di un'agenzia di collocamento: "Per anni ho sempre pranzato in ufficio, poi ho capito che è deleterio. Se vedo uno dei miei impiegati con un panino alla scrivania, lo esorto ad andare a mangiarlo fuori, su una panchina. Sarà un caso, ma da quando faccio così gli affari vanno meglio".
(26 agosto 2011)

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