Mi sono dimessa da presidente della Assemblea nazionale del Pd
di Rosy BindiIl 10 aprile ho consegnato a Pier Luigi Bersani una lettera di dimissioni da presidente dell'Assemblea nazionale del Pd. Avevo lasciato a lui la valutazione sui tempi e i modi in cui rendere pubblica una decisione maturata da tempo. Ma non intendo attendere oltre.
21 Aprile 2013
di Sebastiano Messina - da La Repubblica
«La mia lettera di dimissioni è del 10 aprile, ma il mio dissenso risale ad alcuni mesi fa, quando si è iniziato a "far girare la ruota", come dice Bersani. Che noi avessimo, e abbiamo bisogno tuttora, di un rinnovamento della classe dirigente, è fuori discussione. Che il modo per ottenere il risultato fosse quello che ha realizzato Bersani, mi ha trovato profondamente contraria da molto tempo. Ma soprattutto abbiamo portato in Parlamento, con le primarie, alcune persone che in questi giorni hanno dimostrato di non avere consapevolezza del proprio compito, in un momento in cui va rilanciato il ruolo del Parlamento. Abbiamo fatto un'operazione d'immagine, abbiamo ceduto con un atteggiamento un po' demagogico a questa richiesta del "tutti a casa". Perché io non credo che siamo tutti uguali. Non credo che portiamo tutti la stessa responsabilità di quello che è successo in questo Paese negli ultimi vent'anni».
di Sebastiano Messina - da La Repubblica
«La mia lettera di dimissioni è del 10 aprile, ma il mio dissenso risale ad alcuni mesi fa, quando si è iniziato a "far girare la ruota", come dice Bersani. Che noi avessimo, e abbiamo bisogno tuttora, di un rinnovamento della classe dirigente, è fuori discussione. Che il modo per ottenere il risultato fosse quello che ha realizzato Bersani, mi ha trovato profondamente contraria da molto tempo. Ma soprattutto abbiamo portato in Parlamento, con le primarie, alcune persone che in questi giorni hanno dimostrato di non avere consapevolezza del proprio compito, in un momento in cui va rilanciato il ruolo del Parlamento. Abbiamo fatto un'operazione d'immagine, abbiamo ceduto con un atteggiamento un po' demagogico a questa richiesta del "tutti a casa". Perché io non credo che siamo tutti uguali. Non credo che portiamo tutti la stessa responsabilità di quello che è successo in questo Paese negli ultimi vent'anni».
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