FROSINONE
Supposte per bambini falsificate - Ai domiciliari tre manager della Geymonat -
Tre lotti di Ozopulmin, pari a 35 mila confezioni, sarebbero stati messi in commercio con un principio attivo fasullo o inefficace
ROMA - Sono accusati di aver contraffatto un farmaco usato anche per curare bambini e lattanti. Per questo tre dirigenti della Geymonat, azienda farmaceutica di Anagni (in provincia di Frosinone) sono finiti agli arresti domiciliari. L'indagine è stata condotta dai carabinieri del Nas di in collaborazione con l'Aifa (Agenzia italiana del farmaco) e l'Istituto superiore di sanità (ISS).
SUPPOSTE FASULLE - Il farmaco falsificato è l'Ozopulmin - supposte e sciroppo per la tosse -, che l'Aifa ha ritirato dal commercio in via cautelativa già nel giugno del 2012. Tutto sarebbe nato da un disaccordo commerciale con la ditta di Lodi fornitrice del principio attivo usato per il farmaco. In seguito alla rottura dei rapporti, pur di assicurare la continuità del prodotto nelle farmacie e di non perdere la fetta di mercato a vantaggio di medicinali concorrenti, i manager arrestati per ordine del gip del tribunale di Frosinone Annalisa Marzano,
avrebbero deciso di proseguire comunque la produzione a costo di falsificare i dati del laboratorio interno alla fabbrica. Così tre lotti di Ozopulmin, pari a 35 mila confezioni,
sarebbero stati messi in commercio con un principio attivo inefficace. Una contraffazione «deliberata e pericolosa per la salute anche di lattanti e bambini», spiega il Nas, «che avrebbe potuto procurare un aggravamento dei problemi respiratori» nei pazienti.
DATI ALTERATI - Per falsificare l'Ozopulmin, i dirigenti (arrestati su richiesta del pm Adolfo Coletta)
si sarebbero procurati in Francia il «sostituto» del principio attivo, cioè «una sostanza simile, farmaceuticamente inefficace ma in grado di simularne analiticamente la presenza». Sul prodotto finito avrebbero eseguito le analisi obbligatorie ricorrendo ad un
metodo diverso da quello riconosciuto, in modo così di assicurare la falsa positività. Ottenuti quindi i risultati dei test,
alteravano i rendiconti di produzione dei dati informatici delle materie prime allo scopo di nascondere la presenza del «sostituto» e far invece risultare quella del principio attivo. Inconsapevoli, i pazienti hanno assunto una medicina «completamente inidonea allo scopo terapeutico»: così è stata giudicata dall'Istituto superiore di sanità dopo le analisi eseguite sui campioni sequestrati.
L'IMBROGLIO DA ANNI - L'indagine è partita dopo la segnalazione di un farmacista di Roma, che attraverso il sistema di farmacovigilanza ha fatto notare che le supposte si rompevano e non avevano la consistenza giusta. Sembra che il cambio nella composizione dello sciroppo per adulti e delle supposte per bambini avvenisse da alcuni anni. I manager - uno arrestato in provincia di Siena, gli altri due ad Anangni - sono accusati di aver violato l'articolo 440 del codice penale, che sanziona l'adulterazione e contraffazione di sostanze alimentari. la pena base è da tre a dieci anni, ma gli arrestati, qualora venissero accertate le loro responsabilità, rischiano una condanna superiore, poiché scatterebbe l'aggravante di aver adulterato un farmaco.