Metalli pesanti nelle sigarette elettroniche. Guariniello apre una nuova inchiesta
Il settimanale dei consumatori "Il Salvagente" ha fatto analizzare dall'Università Federico II di Napoli il liquido contenuto in sei diversi campioni di e-cig. I risultati sono allarmanti: trovati piombo, camdio, cromo e arsenico. Il procuratore di Torino, che da tempo indaga sul prodotto, apre un ulteriore fascicolo di indagine
a cura di MONICA RUBINO
ROMA - Piombo, cadmio, cromo e arsenico. Sono solo alcuni dei metalli pesanti, tossici o peggio cancerogeni, presenti nei sei liquidi per sigarette elettroniche che il settimanale il Salvagente ha fatto analizzare dal dipartimento di Farmacia dell’Università Federico II di Napoli e che denuncia in un ampio dossier sul settimanale da oggi in edicola.
“I valori sembrerebbero molto elevati, in special modo per il campione Louisville, nel quale la concentrazione di arsenico sarebbe più elevata di quella ammessa per l’acqua potabile. Valuteremo attentamente”, spiega al giornale dei consumatori Raffaele Guariniello, il procuratore di Torino che da tempo indaga sulle sigarette elettroniche e sui relativi liquidi di ricarica e che, a seguito delle analisi, ha aperto un nuovo fascicolo di indagine.
Senza verifiche. Al di là delle concentrazioni rilevate, la cosa preoccupante - sottolinea il Salvagente - è che in assenza di una normativa di riferimento, che stabilisca le sostanze ammesse e i relativi limiti, nelle ricariche può finire di tutto. Il settimanale ha rinvenuto la presenza di metalli pesanti, ma chi ci rassicura che, cercandole, in questi liquidi si possano trovare altre sostanze e magari in concentrazioni più elevate?
Una situazione fuori controllo. Oltre a una regolamentazione di settore, mancano anche i controlli, evidenzia ancora il Salvagente. Non solo. Senza una valutazione del rischio, nessuno può stabilire gli effetti di una, seppur minima, quantità di arsenico o piombo assorbita dal corpo umano per inalazione. Esistono infatti dei limiti precisi alla concentrazione e le relative dosi giornaliere ammissibili per i metalli pesanti nei cibi, nelle acque e perfino negli aromi alimentari, dove queste sostanze vengono assorbite dal corpo umano per via orale. Per le sigarette elettroniche invece non esistono limiti normativi ai metalli pesanti, sostanze che in questo caso vengono assorbite per inalazione e per le quali, in assenza di studi e verifiche, nessuno può misurare se e come si modifica il loro tasso di tossicità.
I rischi potenziali. Ma quali rischi rappresentano i metalli pesanti per la salute umana? Ce lo spiega il professor Alberto Ritieni, docente di Chimica degli alimenti alla Federico II di Napoli, che ha condotto per il giornale dei consumatori le analisi sui campioni di liquidi: "I metalli pesanti sono da sempre al centro dell’attenzione perché rappresentano un serio pericolo e sono legati a un rischio per una serie di patologie anche piuttosto gravi. Sono considerati degli indicatori dell’inquinamento ambientale e la normativa prevede limiti alla loro concentrazione nelle acque, nei cibi e nell’aria. La tendenza è procedere verso le riduzione della presenza di metalli come il piombo, l’arsenico, il cadmio e via elencando".
La risposta dei produttori. I produttori di e-cig contattati dal Salvagente non sottovalutano il problema e, stando alle risposte fornite al settimanale, monitorano la presenza dei metalli pesanti e chiedono "urgentemente una regolamentazione" che disciplini direttamente la produzione dei liquidi per e-cig. Il gestore del sito mondosvapo.com, dove è possibile acquistare on line diversi tipi di ricariche, ha fatto di più: ha sospeso la vendita del Louisville e di tutti i prodotti want2vape Vapenstein, in attesa che il produttore statunitense fornisca chiarimenti rispetto ai valori riscontrati nelle analisi.
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