Carissime, carissimi.
Ringrazio tutti coloro che hanno scelto di sostenermi in questa durissima campagna elettorale. Tutti sapevamo di affrontare una sfida difficile, ma posso dire di essere certo di aver fatto tutto quello che era materialmente possibile fare per affrontarla. La missione è compiuta. Io ho fatto la mia parte, non mi candiderò a sindaco di Milano come avevo già detto quando ho accettato di candidarmi alle regionali. Ma l'esito delle urne ha preparato il terreno per tornare a vincere a Milano, la città che da sempre, lo sappiamo, anticipa i cambiamenti del Paese.
In Lombardia abbiamo fatto argine al Centro destra e a Milano la battaglia del 2011 per il Comune è contendibile. Rispetto alle europee la coalizione è salita del 3 per cento. II Pd è cresciuto dell'1,6 per cento. Il dato della Provincia testimonia che tutti perdono voti, anche la Lega. E questo conferma che la spinta al cambiamento è forte. Qui mi sento di dire che ha vinto la delusione. Il Partito democratico non è riuscito a intercettare questo cambiamento. A vincere, lo ripeto, sono state la delusione e il disincanto che sono finiti in astensionismo o alla Lega, ma in misura minore rispetto al resto della Lombardia. Questo significa che c'è un 51 per cento di elettorato che non ha votato il Centro destra. E questo per Milano è un dato straordinario. Milano non è più la roccaforte di Pdl e Lega e questo lo sanno anche i dirigenti di questi partiti che hanno aperto il processo all'esito delle urne come se avessero perso e non vinto le elezioni. Il nostro compito ora è parlare a tutti quei cittadini che non hanno votato il centro destra. Per farlo è necessario costruire un grande progetto civico. Un programma innovativo, sostenuto da un gruppo allargato molto ampio, capace di coinvolgere persone, sia dei partiti che della società civile e questo senza rinchiudersi nei recinti della vecchia Unione.
E' necessario coinvolgere anche chi, e sono tantissimi, ad oggi non si identifica nel centro sinistra. Ma potrebbe farlo perché sta cercando un'alternativa all'attuale Governo di Palazzo Marino. Ora sta a noi proporgliela. Per coinvolgere chi non ci ha votato in questa tornata elettorale non basta fare le primarie. Questo riporterebbe la questione nel recinto dell'Unione. Al 41 per cento del Pd si aggiungerebbe il 2,9 per cento di Rifondazione comunista. Non basta, anzi può solo nuocere. Quello a cui bisogna guardare è l'elettorato potenziale che va dall'Udc ai grillini a chi non ha votato. Bisogna rivolgersi a loro. Coinvolgere tutti coloro che potrebbero essere interessati a un progetto alternativo a quello di Pdl e Lega. Solo dopo aver fatto questo fondamentale passaggio si dovrà, se sarà necessario, indire le primarie. Questo non è il momento del ripiegamento su noi stessi. E' il momento di uscire dai nostri tradizionali steccati, parlare a tutti coloro, e sono tanti, che aspettano un segnale per unirsi a noi nella costruzione di una alternativa di governo alla Moratti, a Bossi e Berlusconi.
Grazie ancora a tutti voi.
Filippo Penati
Ndr: In questo caso un commento si impone.
Filippo Penati è stato scelto come candidato alle elezioni provinciali del 2009 senza primarie. Ha scelto da solo con chi fare e non fare alleanze, e da solo si è scritto il programma. Ha perso.
Come premio è stato scelto come candidato a queste elezioni regionali. Ha ri-scelto da solo con chi fare e non fare alleanze, e da solo si è ri-scritto il programma. Ha ri-perso, ancora più rumorosamente.
Ora il Filippo cerca di CHIUDERE la possibilità delle primarie anche per le elezioni del Sindaco di Milano del 2011.
Forse ormai si considera il candidato unico per qualunque cosa, e visti gli ottimi risultati (?) non vuole mettere in dubbio la propria visibilità rischiando di doverla contendere con un altro candidato.
In Puglia il partito ha imposto le Primarie contro i giochini di potere, in Lombardia siamo più immaturi ?
Ma non si può proprio dirgli "grazie Filippo, ma ora cambiamo ! " ?
Ciao
Franco
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