venerdì 2 aprile 2010

I dati dello scudo fiscale

Articolo vecchio, ma sempre interessante:

SE IL CANE DA GUARDIA DORME - 22.02.2010
Una serie di interventi pubblicati su lavoce.info e ripresi dai giornali hanno innescato negli ultimi giorni una polemica feroce sul valore effettivo dei rientri di capitale legati all'operazione scudo fiscale. Coinvolgendo anche organismi tecnici. Non stupisce che il governo abbia cercato di presentare un provvedimento discutibile e contestato come un grande successo. Preoccupa invece che la stampa indipendente abbia pubblicato con grande risalto e senza alcun controllo i comunicati del ministero. Abdicando così al suo ruolo.
Una serie di interventi pubblicati su lavoce.info (1, 2 e 3) , ripresi dai giornali (1, 2) hanno innescato negli ultimi giorni una polemica feroce sul valore effettivo dei rientri di capitale legati all'operazione scudo fiscale. Un ministro della Repubblica è arrivato fino a prendersela con la Banca d’Italia, rea di assolvere la sua funzione istituzionale di compilare la bilancia dei pagamenti, certificando i rientri di capitale effettivi associati allo scudo.
LA QUESTIONE DEI "RIENTRI EFFETTIVI"
La vicenda, grottesca, si può riassumere in poche battute (una più dettagliata rassegna è presentata da Sandro Brusco su NoisefromAmerika). Giocando sull’ambiguità del termine "rientri effettivi", il 29 di dicembre il governo ha presentato i risultati tributari della prima tranche del condono come fossero una dimostrazione di fiducia dei mercati internazionali nella forza dell’economia italiana e del suo esecutivo, piuttosto che di una generosissima occasione offerta agli evasori per saldare i propri conti in sospeso. I principali mezzi di informazione, anche quelli che si accreditano di una posizione non pregiudizialmente favorevole al governo, quali per esempio Il Sole 24Ore e Il Corriere della sera , hanno pubblicato integralmente e con gran risalto la velina del governo. In un caso, ciò ha anche condotto all’attribuzione del premio di "uomo dell’anno per l’economia" al nostro ministro dell'Economia. In quell’occasione, lavoce.info si era semplicemente limitata a osservare che una cosa sono i rimpatri giuridici, altro sono quelli fisici, comunque sempre necessariamente transienti in un’economia aperta ai movimenti di capitali. Abbiamo dovuto attendere la pubblicazione dei dati di bilancia dei pagamenti della Banca d'Italia, avvenuta la settimana scorsa, per avere informazioni sui rimpatri fisici. Solo 35 dei 95 miliardi di capitali "rientrati" con il condono corrispondono a rientri "fisici", potenzialmente cioè investibili nell’economia italiana, a differenza dei 93 miliardi indicati dal governo a dicembre. La notizia, da noi ripresa e da qui rimbalzata sui giornali, ha generato il putiferio prima ricordato, con accuse strampalate da parte del governo alla Banca di Italia, difese che non entrano nel merito del problema da parte dell’opposizione, interventi fuori tono e fuori tema da parte del direttore dell’Agenzia delle entrate e così via.
I COMPITI DELLA STAMPA
La vicenda si presta a parecchi possibili commenti. Il principale ci pare il seguente. È accettabile, anche se comunque disdicevole, che un governo in carica cerchi di presentare le proprie scelte di politica economica come straordinari successi, soprattutto nel caso di un provvedimento così contestato (e contestabile) come l’ultimo condono, così come è normale che l’opposizione attacchi a testa bassa i medesimi provvedimenti. I cittadini ne terranno conto nel valutare le loro prese di posizione. Non è accettabile, invece, ed è successo in questo caso, che organismi tecnici come l'Agenzia delle entrate si prestino ad agire come megafoni del governo in carica perché la gente si aspetta un’informazione non distorta da questi ambiti tecnici. Infine, non è accettabile che giornali che si accreditano di una posizione neutrale nei confronti del governo in carica, si prestino ad agire anch'essi come suoi megafoni, pubblicandone interamente in prima pagina e senza controlli i comunicati. Compito della stampa è quello di verificare che le informazioni contenute nelle dichiarazioni dei governi siano corrette. Non ci siamo solo noi ad avere le competenze per leggere attraverso i comunicati. Perché queste competenze non sono state attivate in questi casi?
tratto da: http://www.lavoce.info/articoli/pagina1001567.html

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