venerdì 1 giugno 2012

Si lo so...

... ci sono ancora persone per le quali si dovrebbe diventare Assessore non in base alla preparazione, all'onestà, all'impegno..., ma invece in base a caratteristiche genetiche, come la forma del naso, il sesso, il colore degli occhi, la statura, ...

Ora il Sindaco Ganni Maiorano ha scritto un interessante articolo sull'argomento, in cui dimostra di avere le idee chiare.

DONNE O NON DONNE, QUESTO È IL PROBLEMA

Care amiche e cari amici, immaginavo che all’annuncio della squadra di Giunta sarebbe seguito quel moto di critiche e vivaci proteste per l’esiguità della presenza femminile.

«Ma come, avevi detto… avevi affermato… ecco le solite promesse elettorali, la solita presa in giro. Il solito maschilismo che mette le donne fuori gioco…!»
Non voglio respingere le critiche, che tutto sommato sono fondate su principi condivisibili, anche se a volte un po’ astiose. Voglio però motivare la scelta e assumermene per intero la responsabilità.
Non ho cambiato opinione sul contributo femminile. Era mia intenzione, come è possibile leggere in un mio precedente articolo, orientare la mia scelta tenendo conto del fattore “pari opportunità”. Nello stesso articolo mi impegnavo a non seguire la logica della spartizione e a far prevalere merito, competenza, affidabilità, rappresentatività (un’esplicita indicazione di preferenzialità espressa sulle schede: la rappresentatività, appunto).
Aggiungevo per altro che in ogni caso le mie indicazioni dovevano essere necessariamente condivise dalla coalizione alle cui componenti ho chiesto non un nome, ma una rosa di nomi all’interno della quale liberamente avrei scelto. Non intendevo neppure nella fase finale disperdere lo spirito di squadra che ha caratterizzato tutto l’andamento della campagna elettorale.
Mi rincresce constatare che, al di là della applicazione della norma dello statuto, per quanto per esempio avvenuto nella definizione alternata nei generi della lista del Partito Democratico e non solo, le donne hanno occupato solo l’ultimo posto tra gli eletti in Consiglio Comunale. Se poi guardiamo nel campo avverso, neppure questo traguardo è stato raggiunto se Serena Cortinovi non fosse stata la candidata sindaco. Conclusione: su 16 consiglieri solo tre le donne, al di sotto del 20%. Il risultato si commenta da solo. Non basta una norma. Non basta l’auspicio di una legge a garantire un salto di qualità. Possiamo rammaricarci del ritardo culturale, lavorare ancora di più perché questo divario venga colmato, ma questo è un dato da non sottovalutare e da cui partire. Mi pare questa l’unica condizione per superare una logica, quella di una tutela imposta delle quote rosa, a cui giustamente le stesse donne non credono e altrettanto giustamente rifiutano. La donna non è paragonabile alla fauna o alla flora, non può essere confusa con una specie protetta in via di estinzione.
Non so se le spiegazioni servano a lenire il disappunto che si è levato. Credo siano plausibili e condivisibili e comunque, ripeto, me ne assumo per intero la responsabilità. Le scelte fatte le ritengo tutte di spessore. Se così non dovessero manifestarsi, non potrei che prendere atto con umiltà dell’errore di valutazione e cambiare in itinere aggiustando il tiro. Le deleghe si conferiscono e si possono togliere, ma è il campo a dovermelo suggerire. E se sarà il caso non ho alcun dubbio che eserciterò fino in fondo quanto la legge responsabilmente mette sulle spalle di un Sindaco.
Giambattista Maiorano

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