Ambrosoli in testa, i sondaggi lo danno al 50%
di Giambattista Anastasio
Milano, 10 dicembre 2012 - «Per riformare davvero la sanità lombarda bisogna mettere alla porta l’attuale struttura dirigente, composta da esponenti di Comunione e Liberazione». E’ questo l’intervento che provoca gli applausi più fragorosi tra la platea del primo dei tre confronti pubblici tra i candidati alle primarie regionali del centrosinistra previsti da qui a sabato. A firmarlo è l’outsider della competizione: il giornalista Andrea Di Stefano. La sala conferenze del Novotel di Brescia è strapiena: almeno 300 i presenti. Ed è ancora il rapporto tra pubblico e privato, nella sanità e nella scuola, a scaldare il pubblico. «Bisogna mettere le mani - prosegue Di Stefano - su quel miliardo di euro andato alla sanità privata che oggi è oggetto di inchieste giudiziarie».
A giudicare dall’applausometro è il giornalista a spuntarla, se pur ai punti, sugli altri due candidati: Umberto Ambrosoli e Alessandra Kustermann. Ma secondo i primi sondaggi l’avvocato veleggerebbe intorno al 50% dei consensi, la ginecologa si fermerebbe intorno al 30% e Di Stefano al 20. «Sbagliato limitare il dibattito sulla sanità regionale alla dialettica pubblico-privato - risponde Ambrosoli -. Niente slogan. Per difendere la sanità pubblica bisogna porre fine agli sprechi. Poi dobbiamo pensare ad un modello di sanità che vada oltre l’offerta di cure e badi invece al benessere del cittadino prima che diventi paziente».
Più vicina a Di Stefano, la Kustermann: «Gli scandali della Santa Rita e del San Raffaele dimostrano che finora la Regione ha dato soldi ad una sanità privata tutt’altro che eccellente. Non si è premiato il merito ma l’appartenenza a Cl. Se vinco, mi impegno a fare nei primi 100 giorni di mandato una riforma della sanità che liberi risorse per il sociale e l’occupazione». Quindi, la scuola. Di Stefano e Kustermann sono per l’abolizione sia della dote scuola sia del buono scuola, due strumenti con i quali la Regione riconosce sussidi economici anche a chi frequenta scuole private.
Ambrosoli invece vuole preservare la dote scuola («perché quel contributo di 200 euro consente ai figli di famiglie non abbienti di comprarsi i libri») e mantenere il buono scuola solo per le materne («Qui il pubblico e carente»), non per le superiori («Non ci sono i fondi»). Infine l’appello al voto. E stavolta è Ambrosoli a conquistare applausi: «Dopo quello di Berlino, c’è un altro muro da abbattere. Sabato dobbiamo andare numerosi alle urne per far cadere il primo mattone».
di Giambattista Anastasio
Tratto da: http://www.ilgiorno.it/milano/cronaca/2012/12/10/814676-milano-centrosinistra-primarie-pd-sanita-cl.shtml
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