Dal Tunnel della Gelmini a consigliere di Barbara Berlusconi
Tratto da: http://tg24.sky.it/tg24/cronaca/2011/09/30/massimo_zennaro_tunnel_gelmini_neutrini_barbara_berlusconi.html
Massimo Zennaro va a fare il consulente culturale per la figlia del premier. Si era dimesso da portavoce del ministro dell'Istruzione dopo la gaffe sul collegamento tra il Cern e l'Abruzzo. Non sarebbe lui, però, l'autore del discusso comunicato
Veloce come un neutrino, Massimo Zennaro, il portavoce della Gelmini responsabile dell'ormai famigerata gaffe sul tunnel tra il Cern e l'Abruzzo, avrebbe già trovato un nuovo incarico. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera il 38enne padovano, dopo aver lasciato l'incarico di portavoce del ministro, starebbe per diventare consulente culturale di Barbara Berlusconi. La figlia del premier, trovate sbarrate le porte verso la Mondadori dalla sorella Marina, avrebbe intenzione di rilanciare la propria immagine nel mondo culturale, anche per non rimanere troppo legata al suo incarico attuale al Milan. E ad aiutarla avrebbe chiamato proprio Zennaro. Un accordo che è antecedente all'incidente del Tunnel. I due, infatti, sono già stati fotografati durante la partita Barcellona Milan al Camp Nou.
Ed è difficile che venga messo in crisi dalla recente gaffe. Zennaro infatti non è l'autore materiale del comunicato, ma si è assunto la responsabilità per l'omesso controllo. La rottura tra lui e il ministro della pubblica istruzione sarebbe in realtà la conclusione di un rapporto che negli ultimi tempi si era già logorato. Più consigliere che portavoce, il padovano lavorava per la Gelmini dal 2005 e non gradiva, secondo molti, l'attivismo mediatico del ministro. A difenderlo da chi in questi giorni chiede che lasci anche l'incarico di direttore generale del Miur, un fronte che unisce esponenti del Pd, ma anche del Pdl e della Lega, è sceso in campo il solo Giorgio Stracquadanio.
Ed è difficile che venga messo in crisi dalla recente gaffe. Zennaro infatti non è l'autore materiale del comunicato, ma si è assunto la responsabilità per l'omesso controllo. La rottura tra lui e il ministro della pubblica istruzione sarebbe in realtà la conclusione di un rapporto che negli ultimi tempi si era già logorato. Più consigliere che portavoce, il padovano lavorava per la Gelmini dal 2005 e non gradiva, secondo molti, l'attivismo mediatico del ministro. A difenderlo da chi in questi giorni chiede che lasci anche l'incarico di direttore generale del Miur, un fronte che unisce esponenti del Pd, ma anche del Pdl e della Lega, è sceso in campo il solo Giorgio Stracquadanio.
Nessun commento:
Posta un commento