Tratto da: http://www.corriere.it/salute/11_ottobre_10/cartoni-animati-ultraveloci-bambini_b517a316-eeb2-11e0-bc1a-2283ac81b740.shtml
Se il cartoon è «ultraveloce» meglio non esagerare
Bastano 5 minuti di immagini molto rapide per rallentare le capacità esecutive di un bambino di 4 anni
MILANO - Secondo uno studio dell’Università della Virginia su 60 bambini pubblicato su Pediatrics se un bambino di 4 anni guarda per 9 minuti un cartone animato ultraveloce come SpongeBob SquarePants non riesce più a disegnare bene. Si tratta di personaggi stilizzati molto seguiti in USA che vivono in un ambiente marino e si spostano rapidamente nel campo visivo, muovendosi velocissimi (5 volte più del normale). I bambini che li guardano hanno poi più difficoltà a eseguire test di disegno rispetto a quelli che hanno guardato cartoni più realistici che si muovevano a velocità normale. Nello studio non riuscivano ad esempio ad aspettare le indicazioni di chi faceva loro il test, cercavano di finire troppo presto il disegno e in genere si demotivavano. I bambini sono ormai sempre più digital native, ma evidentemente il loro cervello ha ancora difficoltà a passare dalla realtà virtuale a quella reale e i genitori dovrebbero stare più attenti a cosa guardano i loro figli perché anche un cartone animato sembra essere importante.
L'ALTRO STUDIO - Peraltro i bambini sembrano saper bene come sfuggire al controllo genitoriale: un altro studio presentato dall’Università del Michigan alla World Conference on Educational Multimedia, Hypermedia & Telecommunications 2011 indica che quelli che capiscono di essere poco controllati tendono a giocare ai videogame più degli altri. Ma è un carente rapporto con i genitori a spingere il ragazzo a rifugiarsi nel mondo dei videogame o viceversa sono i videogame a fargli percepire in maniera negativa tale rapporto? Un controllo carente può avere molte conseguenze. Già a tre anni i bambini che guardano troppo la TV perché poco controllati dalla famiglia hanno comportamenti più aggressivi: lo dice uno studio condotto per 2 anni sulle famiglie di 20 città americane e pubblicato sugli Archives of Pediatric Adolescence Medicine (The Fragile Families and Child Wellbeing Study). Le insidie della comunicazione virtuale comprendono anche la sfera sessuale: secondo un altro studio della Social and Public Health Sciences Unit di Glasgow pubblicato sul Journal of Epidemiology and Community Health già a 15 anni c’è il rischio di un incontro troppo precoce col sesso che nella maggior parte dei casi si verifica con la visione di scene fin troppo spinte in TV, su internet o su DVD di film vietati ai minori e solo un più attento controllo da parte dei genitori può ridurlo.
Cesare Peccarisi - 10 ottobre 2011 13:26
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