Dop avere riso leggendo il documento ufficiale del Ministro per l’Istruzione e la Ricerca: http://francogatti.blogspot.com/2011/09/aggiornatevi-parola-di-ministro.html
ecco un commento sugli aspetti scientifici della scoperta, tratto da: http://www.queryonline.it/2011/10/10/la-nostra-stampa-e-i-neutrini/
La nostra stampa e i neutrini
Da Giuseppe Bozzi, Pubblicato: 10 ottobre 2011
Postato in: Approfondimenti
I risultati dell’esperimento Opera ai Laboratori Nazionali del Gran Sasso hanno (giustamente) tenuto banco su tutte le testate giornalistiche nazionali nelle ultime due settimane. È naturalmente troppo presto per trarre qualsiasi conclusione in merito, ma in compenso possiamo già evidenziare ciò che sicuramente non è successo ed è solo frutto di malintesi o magari sfrenate fantasie da parte delle redazioni “scientifiche” dei nostri quotidiani.
Cominciamo con lo strafalcione più diffuso, presente in quasi tutti i giornali italiani, almeno nei primi giorni:
“I neutrini sono più veloci della luce di circa 60 nanosecondi”
Può essere che al Gran Sasso abbiano misurato una velocità superiore a quella della luce, ma non credo che abbiano addirittura cambiato le unità di misura fisiche! Oppure mi sbaglio e domani un vigile mi intimerà l’alt e mi apostroferà severo: “Lei è in contravvenzione, ha superato il limite di velocità di ben un minuto e mezzo!”. L’informazione giusta da dare in questo caso è che i neutrini sembrano essere arrivati 60 nanosecondi prima di quanto avrebbero fatto su quella distanza se avessero viaggiato alla velocità della luce. O, analogamente, che la loro velocità supera quella della luce di 20 parti per milione (lo 0,002%).
Un altro fraintendimento abbastanza comune sui neutrini riguarda la causa della loro debole interazione con la materia:
“Essendo neutre, senza carica elettrica, non interagiscono con la materia”.
Se così fosse, dovremmo dedurre che anche i neutroni, i pioni neutri e tutte le altre particelle sprovviste di carica elettrica non interagiscono con la materia circostante. Ma ovviamente non è così: pensiamo semplicemente ai neutroni, che sono presenti in ogni nucleo atomico e interagiscono eccome con la materia circostante.
In realtà, il non possedere carica elettrica impedisce ai neutrini unicamente la comune interazione elettromagnetica con le altre particelle. La dinamica dei neutrini è invece governata esclusivamente dall’interazione nucleare debole, caratterizzata da un corto raggio d’azione (10─16 – 10─18 metri) e da una costante di accoppiamento (che definisce l’intensità dell’interazione stessa) circa 10.000 volte inferiore, a queste distanze, a quella elettromagnetica. La combinazione di queste due caratteristiche fa sì che la probabilità di interazione (che in fisica prende il nome di sezione d’urto) di un neutrino con la materia circostante sia estremamente bassa. Per questo motivo è più corretto dire che i neutrini interagiscono solo debolmente con la materia circostante, intendendo con questo termine sia la natura dell’interazione sia la sua intensità.
La fantasia poi si scatena quando si passa a parlare degli apparati sperimentali. Per esempio:
“Dal laboratorio svizzero sparavano un fascio di neutrini nel sottosuolo poi raccolti e intrappolati da un esperimento sotto la montagna del Gran Sasso”
Detta così, uno si immagina i ricercatori sotto il Gran Sasso che acchiappano i neutrini al volo con un retino per farfalle e poi li rinchiudono in una bottiglia per guardarli meglio. In realtà, ovviamente, nessuno “raccoglie e intrappola” i neutrini da nessuna parte. Quello che succede è che un certo numero dei neutrini che arrivano al Gran Sasso interagisce con il materiale del rivelatore (in prevalenza, piombo), generando particelle cariche. Queste ultime, passando attraverso lastre di emulsione nucleare (che, in sostanza, possono essere considerate un particolare tipo di lastre fotografiche) lasciano tracce elettromagnetiche da cui è possibile ricostruire le caratteristiche del neutrino incidente.
Ancora sui dettagli dell’esperimento:
“Nell’arco di tre anni sono stati «sparati» 15.000 fasci di neutrini”
Ne sono stati “sparati” molti, ma molti di più: il discorso è molto complesso, ma l’ordine di grandezza approssimativo è di circa 1017 neutrini prodotti ogni giorno al CERN, mentre 15.000 è solo il numero di eventi che ha generato un segnale nel rivelatore al Gran Sasso e che è stato usato come campione statistico per l’analisi dell’esperimento.
Non mi soffermo sull’uso del termine “sparati”: le virgolette lasciano intuire che l’uso sia colloquiale e che il giornalista non pensi veramente che sia possibile avere un qualche controllo diretto sulla direzione di volo dei neutrini, una volta prodotti.
La voglia di sensazionalismo porta molto spesso ad esagerare nei titoli:
“C’è la conferma ufficiale della scoperta: la velocità della luce è stata superata”
Per ora non c’è nessuna scoperta: c’è una misura, molto precisa e di grande impatto, che attende ulteriori analisi e conferme indipendenti.
E il CERN non ha dato nessuna “conferma ufficiale”: ha semplicemente ospitato il seminario di presentazione dei risultati dell’esperimento, in cui peraltro la collaborazione Opera giustamente rifuggiva da ogni possibile sensazionalismo e apriva la porta a critiche e verifiche indipendenti di un risultato così inatteso. Probabilmente il termine “conferma ufficiale” è stato usato per dare più sostanza ad una notizia che nei giorni precedenti era circolata come semplice indiscrezione.
Non si tratta di un errore, ma spendo ugualmente due parole per spiegare il perché dell’orario antelucano a cui è stato reso disponibile online l’articolo della collaborazione Opera:
“un articolo pre-print pubblicato on line alle due del mattino”
Il sito dove vengono sottomessi i preprint (arxiv.org, gestito dalla Cornell University), rende pubblici i nuovi articoli ogni giorno alle 20:00 US Eastern Time, corrispondente alle 02:00 Central European Time.
E per finire, una collezione di frasi sconnesse pescate qua e là: delle vere perle!
“Le particelle più piccole e così sfuggenti da attraversare qualsiasi solido”. (Mentre invece in acqua o in aria si bloccano istantaneamente, chiedendosi “Ma dove mi trovo?”)
“Un fantasma si aggira cupo nei Laboratori di fisica di tutto il mondo da 24 ore: è quello di Einstein, sconsolato” (E il rumore di catene ai piedi? E lo scricchiolio di pavimenti in legno e stipiti?)
“La particella più timida e sfuggente dell’universo” (timida?)
“l’entità più prossima al nulla” (addirittura!)
“Se il Padreterno è un centometrista, i neutrini sono le sue orme” (chapeau)
E voi? Avete notato altre perle o strafalcioni da segnalarci?
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