venerdì 7 ottobre 2011

La libertà secondo il PDL

Tratto da:  http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/tecnologia/grubrica.asp?ID_blog=30&ID_articolo=9575&ID_sezione=38

NEWS 6/10/2011
L'edizione italiana di Wikipedia torna accessibile

ROMA - Dopo tre giorni di black-out per protesta contro il disegno di legge sulle intercettazioni e sulle nuove norme per i siti internet, ha riaperto la versione italiana di Wikipedia, l'enciclopedia della rete.

«Il 4, 5 e 6 ottobre 2011 gli utenti di Wikipedia in lingua italiana hanno ritenuto necessario oscurare le voci dell'enciclopedia per sottolineare che un disegno di legge in fase di approvazione alla Camera potrebbe minare alla base la neutralità di Wikipedia» si legge in un comunicato pubblicato sulla homepage.

«Sono stati proposti degli emendamenti, ma le modifiche al disegno di legge non sono ancora state approvate in via definitiva. Non sappiamo, quindi, se sia ormai scongiurata l'approvazione della norma nella sua formulazione originaria, approvazione che vanificherebbe gran parte del lavoro fatto su Wikipedia. Grazie a chi ha supportato la nostra iniziativa - conclude la nota - tesa esclusivamente alla salvaguardia di un sapere libero e neutrale».

Questo è il seguito di un precedente articolo:
http://www.lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/tecnologia/grubrica.asp?ID_blog=30&ID_articolo=9568

NEWS 5/10/2011 - L'INIZIATIVA
Wikipedia contro il DDL intercettazioni

La versione italiana dell'enciclopedia online si autocensura per protestare contro le nuove regole sull'obbligo di rettifica dei contenuti online
CLAUDIO LEONARDI

Non sprecate tempo a cercare descrizioni e definizioni sulla versione italiana di Wikipedia: è in sciopero. Tutto quello che troverete è una pagina dei responsabili dell'enciclopedia online, che così motivano la loro serrata: “La pagina che volevi leggere esiste ed è solo nascosta, ma c'è il rischio che fra poco si sia costretti a cancellarla davvero”. E ancora: “Wikipedia è entrata a far parte delle abitudini di milioni di utenti della Rete in cerca di un sapere neutrale, gratuito e soprattutto libero (…). Oggi, purtroppo, i pilastri di questo progetto (...) rischiano di essere fortemente compromessi dal comma 29 del cosiddetto DDL intercettazioni”.

Il decreto, che dovrebbe essere discusso dal nostro parlamento questa settimana, stabilisce che “per i siti informatici, ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica, le dichiarazioni o le rettifiche sono pubblicate entro quarantotto ore dalla richiesta”. Ma non è sulla tempistica che si addensano le critiche su questo provvedimento. I tempi, in effetti, potrebbero essere adeguati a un medium che fa della velocità uno dei suoi cavalli di battaglia. Il fatto è che la proposta di legge attuale obbligherebbe i siti web a pubblicare una rettifica di qualsiasi contenuto che il richiedente ritenga dannoso per la propria immagine, pena, in caso contrario, una multa fino a 12 mila euro. La norma ha suscitato i consueti sospetti di meritare la definizione “ad personam”, di essere cioè stata studiata per limitare i danni al presidente del consiglio Silvio Berlusconi, travolto da intercettazioni, notizie di indagini e relativi commenti, che si moltiplicano senza possibilità di controllo sulla Rete.

Ma, secondo i critici, le ragioni per diffidare della legge superano la contesa politica del momento. La richiesta di correzione, infatti, attualmente non è soggetta a revisione. Come spiega la pagina di Wikipedia, "L'opinione del presunto infortunato è tutto ciò che è richiesto, al fine di imporre tale correzione a qualsiasi sito web."

In pratica, “chiunque si ritenga offeso da qualsiasi contenuto pubblicato su un blog, un giornale on-line e, molto probabilmente, anche su Wikipedia, può richiedere direttamente di pubblicare una versione 'corretta', che contraddica il contenuto presumibilmente dannoso , indipendentemente dalla veridicità delle informazioni ritenute offensive, e dalle sue fonti ", si legge nella pagina di spiegazione di Wikipedia.

L'enciclopedia online, in effetti, non nega la necessità di mettere mano ad alcune voci del proprio database, in particolar modo quelle dedicate a personalità politiche: “In questi anni – si legge - gli utenti di Wikipedia (ricordiamo ancora una volta che Wikipedia non ha una redazione) sono sempre stati disponibili a discutere e nel caso a correggere, ove verificato in base a fonti terze, ogni contenuto ritenuto lesivo del buon nome di chicchessia; tutto ciò senza che venissero mai meno le prerogative di neutralità e indipendenza del Progetto. Nei rarissimi casi in cui non è stato possibile trovare una soluzione, l'intera pagina è stata rimossa”.

Si ripete, insomma, il duello tra legislatori e web, gli uni ansiosi di regolamentare, l'altro refrattario a qualsiasi briglia. L'azione della Wikipedia, di indiscutibile effetto, provocherà certamente la reazione solidale di moltissimi utenti della Rete. Resta da capire se basterà a far cambiare idea ai legislatori. In ogni caso, l'enciclopedia online ha promosso una petizione per fermare il decreto legge.

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Sono prevenuto, certe trasmissioni televisive non mi piacciono...

... quindi preferisco non influenzarvi e chiedervi invece di dedicare qualche minuto a leggere questo articolo: https://www.butac.it/biologi...