lunedì 19 agosto 2013

Non si baratta la legalità con la tenuta del governo


Forse nel PD non tutto è perduto.  Non ci sono solo Letta ed Epifani!  Ecco un commento di Rosy Bindi.

Non si baratta la legalità con la tenuta del governo
17/8/2013di Francesca Schianchi - da La Stampa

«Mi sembra chiaro che il Pdl stia cercando il modo di non applicare la sentenza su Berlusconi. Ma questo è un ostacolo insuperabile. Le sentenze si applicano, come ha detto anche il presidente Napolitano». 
Anche in questi giorni di vacanza, pur lontana dal Parlamento, l'ex presidente del Pd, Rosy Bindi, usa parole chiare per spiegare la posizione del suo partito e i rapporti con l'avversario-alleato. 

Quindi sembra di capire che conferma il voto del Pd a favore della decadenza di Berlusconi.
«È evidente. Non si può fare altrimenti».


E se il Pdl chiedesse un rinvio del voto in Giunta, il Pd sarebbe disposto a concederlo?
«Non credo che sarebbe utile a nessuno, nemmeno al diretto interessato e al Pdl. Siccome poi non mi pare ci siano spazi per conseguenze sul governo...».

È sicura onorevole che un vostro voto a favore della decadenza non avrebbe conseguenze sul governo?
«Se ne assumerebbe tutta la responsabilità il Pdl, che ancora una volta confonderebbe il piano giudiziario di Berlusconi con quello politico».

Quindi voterete la decadenza anche a costo della crisi, se Berlusconi la minacciasse in caso di sua decadenza?
«Il voto sulla decadenza è un limite invalicabile. Non è pensabile scambiare il governo con il principio di legalità». 

Berlusconi potrebbe dire: non posso stare al governo con chi vota per la mia decadenza da senatore.
«Capisco la domanda, ma noi potremmo chiederci: perché dobbiamo stare al governo con una forza politica che rifiuta di accettare che il suo leader è stato condannato in via definitiva e interdetto dai pubblici uffici?».

Perché?
«È la domanda che ci fa la nostra gente. Perché sappiamo che l'Italia ha bisogno di essere governata e non c'erano alternative a questo governo. Ma non possiamo, per sostenerlo, rinunciare al principio di legalità. Questo il Pdl non ce lo può chiedere».

Se sulla decadenza si voterà con voto segreto, lei è sicura che tutto il Pd voterà per il sì? Non c'è il rischio che, magari per far sopravvivere il governo, qualcuno possa disobbedire?
«La parabola del Pd qualcuno l'ha disegnata dicendo che, con la sua nascita, ha fatto cadere il governo Prodi. Ecco, se qualcuno in Aula al Senato dovesse non votare la decadenza, durerà anche il governo, ma finirà il Pd».

E in caso di crisi, c'è secondo lei la possibilità di un'altra maggioranza?
«Se ci fosse una crisi che, ripeto, ricadrebbe, sul Pdl, non certo sulle spalle di chi applica la legge io vedo difficile una maggioranza diversa in questo Parlamento. Ma a quel punto la parola passerebbe al presidente della Repubblica».

Se Berlusconi la chiedesse, secondo lei il Capo dello Stato potrebbe concedergli la grazia?
«Ho sempre difficoltà a fare considerazioni su quello che compete al Capo dello Stato. Io personalmente faccio fatica a pensare che si possa concedere la grazia a una persona con altri processi in corso come Berlusconi, ma se Napolitano dovesse concedergliela, rispetterei la decisione, come ho sempre fatto. Ma io credo che questa sarebbe un'occasione per Berlusconi per fare un passo indietro e ricostruire la sua forza politica».

Cosa intende dire?
«Una forza politica inizia a esistere quando non ritiene indispensabile il suo leader. La debolezza del Pdl sta in questo: i partiti sono tali perché il leader è al loro servizio, non il contrario».

Secondo loro voi dite così perché avete cambiato quattro segretari in sei anni.
«Che ci sia una crisi di leadership nel centrosinistra non c'è dubbio, ma questo non vuol dire che non esista il partito. Invece nel Pdl è grave che leghino la loro sopravvivenza alla sopravvivenza del capo. Capisco e apprezzo la difesa che fanno del loro leader, ma è sbagliato spingersi a legare l'esistenza del partito a una persona».

Tratto da:  http://www.democraticidavvero.it/adon.pl?act=doc&doc=13144

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