LO STRANO CASO DELLA FOTOCOPIATRICE CHE FALSIFICA LE COPIE
La ribellione delle macchine è cominciata. Adesso le fotocopiatrici commettono atti di silenzioso sabotaggio, alterando i dati nelle copie invece di duplicarli fedelmente come hanno sempre fatto.
Immaginate i danni che possono derivare da un disegno tecnico che riporta le dimensioni sbagliate di un pezzo meccanico o di un edificio, da un bilancio o una fattura contenente cifre alterate o da un'indicazione alterata del dosaggio di un farmaco. Ci possono essere delle conseguenze legali, e sarà ben difficile giustificarsi dicendo "la fotocopiatrice ha cambiato i dati". Ma potrebbe essere vero.
David Kriesel, un informatico tedesco, ha scoperto che alcuni modelli di fotocopiatrici digitali sono infedeli. In particolare, si è accorto che i modelli WorkCentre 7535 e 7556 della Xerox che stava usando cambiavano le cifre delle dimensioni delle stanze nella piantina che Kriesel stava fotocopiando, trasformando per esempio la metratura di una stanza da 21,11 metri quadri a 14,13. Ha poi scoperto che un listino prezzi fotocopiato con questi apparecchi riportava importi alterati (per esempio 85,40 euro al posto di 65,40).
Da quando Kriesel ha pubblicato la propria scoperta, sono giunte altre segnalazioni di fenomeni analoghi riguardanti altri modelli della stessa marca. Non si tratta di qualche pixel sbagliato, ma di intere porzioni scambiate di posto e di interi caratteri sostituiti.
Il problema, confermato da Xerox, deriva dal fatto che queste fotocopiatrici (e anche quelle di altre marche) hanno come opzione un algoritmo di compressione, il Jbig2, che fa risparmiare molto spazio di memoria ma è “lossy”, ossia non è perfettamente fedele bit per bit.
Xerox sottolinea che le impostazioni predefinite non usano quest'opzione (che però è indicata come "normale" dalla fotocopiatrice), ricorda che c'è un avviso tecnico nell'interfaccia Web dell'apparecchio e propone un aggiornamento del software delle fotocopiatrici che elimina del tutto questa compressione “lossy” infedele.
Resta però un enigma di fondo: capire quale forma bizzarra di pensiero ha spinto le case produttrici di fotocopiatrici a introdurre, in un apparecchio il cui scopo fondamentale è creare copie fedeli e affidabili, un sistema di compressione che produce copie alterate.
Tratto da: http://retetre.rtsi.ch/index.php?option=com_content&task=view&id=4971&Itemid=62
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