venerdì 10 ottobre 2014

Fare più cose contemporaneamente, tutte male

Chissà se vale anche per i Presidenti del Consiglio, o gli Assessori che vogliono / vorrebbero occuparsi di più cose contemporaneamente, salvo poi non concludere nulla o fare danni in ognuna di esse...?

Multitasking? Mai esagerare. “Danneggia il cervello”

Nuove prove dalle ricerche statunitensi e britanniche: il quoziente di intelligenza si riduce, come se si fumasse marijuana
Uno dei miti dell’era digitale, il multitasking, è sotto attacco. Chi lo pratica non solo fa male le varie attività a cui si dedica, ma danneggia il proprio cervello.
Lo dimostrano una serie di ricerche, che il periodico «Forbes» ha messo insieme per dare un colpo definitivo a questa cattiva abitudine moderna. La leggenda vuole che gli esseri umani, soprattutto grazie ai nuovi strumenti digitali, possono e devono fare più cose allo stesso momento. La velocità è la cifra della nostra epoca e, quindi, se non sei in grado di inviare una mail con lo smartphone mentre partecipi ad una riunione via video, magari tenendo pure un occhio su tuo figlio che gioca in soggiorno, sei una persona inutile. Inadatta ai ritmi moderni del lavoro. 

Già nel 2009 l’università di Stanford, che di modernità e velocità se ne intende abbastanza, aveva pubblicato una ricerca per smontare questo mito. Lo studio aveva dimostrato che chi fa più di una cosa alla volta, in genere, le fa tutte male. Il nostro cervello non è programmato per processare più attività nello stesso momento e quindi è più produttivo se ne facciamo una alla volta. Non solo, con il multitasking peggioriamo il livello di efficienza, perché diventiamo più lenti nel passare da una azione all’altra e incapaci di distinguere le informazioni importanti da quelle irrilevanti, nel bombardamento di stimoli che riceviamo. 

Questa condanna poteva già bastare a seppellire la pratica, ma poi ne è arrivata un’altra ancora più pesante. Secondo una ricerca della University of London, infatti, dedicarsi a più attività nello stesso momento riduce il quoziente intellettivo del nostro cervello, come se stessimo fumando marijuana. Tra gli adulti esaminati l’IQ si abbassava di circa 15 punti, scendendo al livello di quello di un bambino di 8 anni. «La prossima volta che scriverete una mail al vostro capo mentre state partecipando ad una riunione - ammonisce quindi “Forbes” - tenete presente che è come se la faceste scrivere da un ragazzino della terza elementare». La carriera ne gioverà, secondo voi, oppure rischierà di essere penalizzata? 

Chi non fosse ancora convinto potrebbe pensare che il multitasking è come il fumo: un paio di sigarette al giorno non possono essere poi così dannose. Quindi, se uno lo pratica con moderazione, non corre troppi pericoli. Questo atteggiamento, però, è sbagliato, tanto per il fumo quanto per l’impulso di dedicarsi a più compiti nello stesso istante. Lo dimostra un’altra ricerca, citata da «Forbes», che viene dalla University of Sussex e dimostra come i danni al cervello siano permanenti. Gli studiosi, infatti, hanno condotto esami del cervello delle persone che passano il tempo usando diversi strumenti digitali, ad esempio inviando messaggi con il cellulare mentre guardano la tv, e i risultati sono stati sorprendenti. Gli MRI scan, infatti, vale a dire le immagini ottenute con la risonanza magnetica, hanno provato che chi pratica il multitasking ha una densità inferiore agli altri nella corteccia anteriore cingolata, ossia la regione responsabile dell’empatia e del controllo cognitivo ed emotivo. In altre parole, questa cattiva abitudine è sospettata di produrre danni permanenti al nostro cervello. Bilancio: si lavora peggio, si conclude di meno, si rischia di rovinare la carriera e, in più, si compromette la capacità della nostra mente di funzionare. Meglio fermarsi, magari a riflettere. 

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