Tratto da: http://www.nandodallachiesa.it/public/index.php?option=content&task=view&id=1075
La censura su Facebook
Scritto da Nando dalla Chiesa, Saturday 25 April 2009
Ecco perché ho sempre avuto un’avversione istintiva verso Facebook. Non sapevo il motivo ma provavo una specie di diffidenza insuperabile. Il Gracco maggiore mi scoraggiava dall’avventurarmici dicendo che avrei fatto la figura del politico oh-come-son-giovane. Qualche centinaio di persone ci han fatto sopra un club di miei fan (grazie, grazie), ma io, appunto, me ne sono pavoneggiato in testa mia e basta. Un po’ di amici mi hanno chiesto di entrarci, ma io replicavo che già non riesco a innaffiare con regolarità il mio Blog, figurarsi stare a rispondere a destra e a manca tutti i giorni. Finalmente ho capito la vera ragione: su Face-book c’è la censura!! Ma sì, ieri Emilia ha trovato che dalla sua casella avevano cancellato l’ultimo filmato di B., quello in cui B. minaccia la giornalista Rai annunciandole le nomine che verranno fatte a casa sua. E come si permettono di entrare in casa mia, ha pensato lei, e di decidere come e cosa posso comunicare, visto che non insulto nessuno, non propago odio razziale, non si tratta di film pornografici ma si tratta di documenti politici e di costume? Esterrefatta, è andata a riprendersi il filmato sulla casella della persona da cui l’aveva tratto. Sparito anche lì!! Vedi l’istinto del sociologo militante…Ecco perché non volevo mischiarmi: su Facebook c’è la censura, questa è la verità, amici cari. Vogliono un popolo di giulivi che si comunichi affetti o fesserie. Vogliono riprodurre sulla rete lo spirito delle trasmissioni tivù che hanno spappolato il cervello di milioni di italiani. Ecco, ora mi è chiaro il mio “non ci sto”. Già, a queste cose non collaboro.
Sempre a proposito di censura, più ci penso e più quello che è accaduto a Roma con il libro di Deaglio-Cremagnani-Portanova mi sconvolge. Non ricordo un episodio del genere (un Comune che vieta la presentazione di un libro a esponenti nazionali dell’opposizione) nemmeno da bambino. Ma la cosa ancora più grave, secondo me, è che il fatto non sia stato considerato scandaloso dalla stampa stessa. Che non sia diventato un caso politico, civile, intellettuale. Che venga considerato parte della fisiologia, della normalità del paese. Cioè che in Italia sia considerato normale dire “questo libro non lo presentate” con la motivazione che manca il contraddittorio o che è una manifestazione politica non autorizzata. A quando gli arresti per punire gli assembramenti di più di tre cittadini?
Infine il G8 che trasloca in Abruzzo. E perché, secondo voi? Ve lo dico io. Perché diranno che non si può fare il G8 in mezzo alle rovine, che bisogna testimoniare l’efficienza del paese davanti al consesso internazionale, dimostrare che non siamo più i lumaconi e i pelandroni di una volta. E quindi sotto a ricostruire in fretta, splendidamente. E in fretta vuol dire senza regole, senza troppi controlli, senza partecipazione. Costruire e basta. Vogliamo indovinare chi ci guadagnerà di più e chi si infilerà in questa corsa all’oro?
E ora andiamo alla manifestazione. Bella ciao ciao ciao, 25 aprile sempre.
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