ASCA - Roma, 27 apr
- Il ddl Calabro' sul testamento biologico sara' incardinato alla Camera entro meta' maggio e per l'estate sara' convertito in legge. A tracciare il percorso conclusivo del testo sul fine vita, approvato il 26 marzo a palazzo Madama, e' il sottosegretario al Welfare Eugenia Roccella, intervenuta ad un convegno organizzato dai cristiano riformisti a palazzo Marini.Per l'esponente del governo fare la legge ''e' una scelta responsabile perche' - ha spiegato ai cronisti prima di entrare nella sala conferenze - se non si fa qualcun'altro (la magistratura -ndr) lo fa per noi, come e' stato per il caso Eluana Englaro''. In ogni caso, osserva la Roccella, ''il parlamento deve riappropiarsi del potere legislativo di fronte ad una magistratura che tende a macinare''. Quanto all'iter del ddl Calabro', ''nessun rallentamento sui tempi, alla Camera non era possibile incardinarlo prima di meta' maggio e spero che se non ci saranno modifiche sara' legge entro l'estate''.Sulla possibilita' di aprire un dialogo sul nodo alimentazione, come auspicato nei giorni scorsi da alcuni medici cattolici, la Roccella spiega che ''all'interno del mondo cattolico ci sono divisioni e un dibattito aperto. Anche il mondo medico e' diviso sull'idratazione - ha aggiunto il sottosegretario - e proprio per questo la politica ha il dovere di assumersi le proprie prerogative''.
P.S. Meno male che la sig.ra Roccella ha parlato di politica (con la P minuscola...), e che la bozza di legge in discussione non tiene praticamente conto nè del volere delle persone, nè dell'articolo 32 della Costituzione Italiana:
La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.
Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.
Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.
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