lunedì 5 dicembre 2011

Considerazioni sulla riforma delle pensioni

Vorrei  aggiungermi ai numerosi commentatori delle decisioni prese ieri dal Governo Monti, annotando qui alcune  riflessioni, in particolare sul tema "riforma del sistema pensionistico".

La direzione è quella giusta, ma il Governo deve cominciare al più presto ad eliminare le situazioni di ingiusto privilegio ancora esistenti.

a) deve equiparare l'aliquota previdenziale per i diversi lavoratori. E' ingiusto che i lavoratori dipendenti paghino aliquote molto più elevate dei lavoratori autonomi o di altri lavoratori La proposta di incremento dello 0,30%/anno è offensiva verso chi paga già ora le aliquote più alte. Occorre un riequilibrio effettuato a ritmi più rapidi.

b) occorre equiparare da subito le età di pensionamento tra uomini e donne, passando poi gradualmente ad un sistema che preveda un collegamento tra età di pensionamento e speranza di vita residua. Praticamente gli uomini dovrebbero andare in pensione prima delle donne, in quanto (statisticamente) muoiono più giovani. In alternativa, nel caso si volesse mantenere la stessa età di pensionamento per uomini e donne, occorre che la pensione sia calcolata in base alla residua speranza di vita,

c) occorre prevedere immediatamente il ricalcolo dell'importo delle pensioni di chi gode un trattamento calcolato col sistema retributivo anziché contributivo, recuperando quanto immeritatamente accumulato. Con opportuni interventi verrà chiesto il rimborso di quanto indebitamente percepito dai pensionati (ancora in vita) che abbiano lucrato pensioni di importo eccessivo.
Per non creare situazioni di difficoltà ai pensionati più anziani, che dovrebbero restituire un capitale particolarmente importante, si potrebbe arrivare ad una mediazione, col blocco degli ulteriori pagamenti fino al raggiungimento della parità. Al raggiungimento di un equilibrio tra quanto già percepito e quanto avrebbe dovuto essere percepito in base al calcolo contributivo, i pensionati potranno riprendere ad incassare la pensione, opportunamente ricalcolata.
In alternativa, e soprattutto per i baby pensionati, potrebbe essere applicata una dichiarazione di questo tipo; "sei andato in pensione a 40, 50, 60 anni..., il tuo monte pensione era calcolato in base ad una speranza di vita di 50, 60, 70 anni, tu a 51, 61, 71 sei ancora vivo, però i tuoi soldi sono finiti e da domani non prenderai più nulla, e sei già fortunato che non ti venga chiesto il rimborso forzoso...!"

Solo con decisioni nello spirito di queste proposte, sarà forse possibile evitare i conflitti generazionali che distruggerebbero a breve la nostra società, quando gli attuali 40 e 50enni si accorgeranno di avere contribuito per tutta la loro vita a fondi pensionistici, che saranno però in grado di pagare solo una minima parte di quanto concordato.

Cordiali saluti
Franco Gatti

1 commento:

Franco Gatti ha detto...

A margine del tema pensioni, ho letto che il Presidente Monti ha dichiarato, di aver rinunciato ai propri compensi relativi alla carica di Premier e di Ministro dell'Economia.


Berlusconi lo aveva fatto ?

E con ciò credo sia concluso ogni confronto tra uno statista ed il precedente Presidente del Consiglio ...

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