IL CASO - Risse, bicchieri rotti, minacce - è la movida degli universitari
Ogni sera appuntamento in una discoteca diversa: una settimana alcolica che spesso finisce al pronto soccorso. I gestori dei locali protestano uniti: "Contrastare le serate fuori controllo"
di FRANCO VANNI
Qualche parola di troppo, spintoni, un bicchiere rotto in faccia. Poi calci e pugni, camicie macchiate di sangue e giacche di sartoria strappate nella mischia. È successo sabato sera alla discoteca Le Banque, a trecento metri da piazza Duomo. Protagonisti della rissa, finita in pronto soccorso, sono «laureandi di alcune delle università più prestigiose d’Europa, se non del mondo», come scrive il titolare, Claudio Rizzelli, in una “lettera aperta” sul sito web della discoteca di via Bassano Porrone.
«Clienti distintissimi e di buona famiglia — si legge — di cui è impossibile tenere a bada gli istinti animaleschi e violenti, che finiscono per rovinare serate tranquille». Rizzelli, proprio nelle serate universitarie, ha aumentato il numero dei buttafuori alla porta per controllare che non vengano introdotti alcolici e che qualcuno sia troppo su di giri. Perché, spiega, «il problema della notte a Milano sono gli universitari iscritti nei costosi atenei privati, che prima picchiano e spaccano, poi minacciano il personale della sicurezza sbandierando le conoscenze altolocate dei genitori».
Le serate fuori controllo degli universitari non sono un problema solo al Le Banque. La settimana alcolica della matricola in giacca e cravatta è scandita da appuntamenti fissi, alcuni storici, altri nati di recente e cresciuti a valanga grazie al web, su Facebook e nei forum dedicati. Serate colorate e divertenti, meno ingessate di quelle che attraggono la “bella gente” della moda e dintorni. Ma che sempre più spesso finiscono male, nonostante i tentativi dei gestori di tenere alla porta chi esagera. L’agenda: Giovedì al The Club in Largo la Foppa, venerdì al Limelight in via Castelbarco, sabato al Le Banque, martedì all’Hollywood, mercoledì all’Old Fashion.
Roberto Cominardi, titolare del club a Parco Sempione e presidente dell’associazione dei gestori Silb, racconta: «Alcuni futuri dottori hanno atteggiamenti assurdi, che vanno a discapito di chi vuole divertirsi. Si arrampicano sui tralicci che reggono le luci, entrano scavalcando dalla siepe, si prendono a ceffoni. Se osi allontanarli scrivono letteracce da avvocati in erba. I peggiori sono i laureandi in giurisprudenza. Le offese a chi cerca di farli ragionare sono insopportabili». Tanto più che i buttafuori dell’Old Fashion sono noti per preferire le buone maniere alla violenza. L’esuberanza degli universitari all’uscita ha spinto la gestione della Triennale — che confina con il parco del locale — a chiedere ogni mercoledì notte la presenza di una pattuglia della polizia. Sulla scalinata del palazzo dell’arte le compagnie di studenti italiani e stranieri, a Milano con il Erasmus, aspettano taxi e bus che li riportino a casa, facendo gli ultimi giri di rhum al baracchino notturno dei panini.
A rendere le serate universitarie «difficili da controllare» — con l’eufemismo di un buttafuori veterano — è la miscela di una serie di abitudini d’importazione, che a Milano hanno attecchito. Fuori dal Le Banque, già alle nove di sera, decine di studenti si trovano per bere vodka tonic da bottiglie di plastica portate da casa, secondo la tradizione spagnola del botellon, introdotta dagli studenti di Barcellona e Madrid. Dagli inglesi la comunità degli universitari milanesi ha imparato a fare il pieno di cocktail saltando la cena, garanzia di uno sballo veloce. «Capita di dovere chiamare ambulanze per ragazzi sconvolti dall’alcol — dice Roberto Santoro, patron della discoteca Limelight — gli italiani poi non sono abituati a bere quanto gli inglesi e i tedeschi».
Nella rissa di sabato scorso al Le Banque erano coinvolti un americano, un inglese e alcuni eleganti ragazzi italiani, matricole in un’università privata. Ad avere la peggio nella zuffa sono stati «tre ragazzi di Buccinasco, gente semplice, a differenza dei loro aggressori — dice Rizzelli — magari un po’ ingenui, un po’ fuori dal giro». A scandire i ritmi del “giro” sono il passaparola e le comunità virtuali come universityequipe.com, international week, che pubblicano in rete le immagini scattate durante le serate, in cui potersi poi riconoscere connettendosi al sito web. Immagini da scambiare poi su Facebook, in cui “taggarsi” per potere dire «io c’ero».
Colori saturi, luci da pubblicità di alcolici. Future avvocatesse con scolli e spacchi, accompagnate da aspiranti ingegneri gestionali olandesi o da quasiesperti di marketing francesi. Volti entusiasti, incorniciati da cravatte e fili di perle. «La maggior parte sono bravi ragazzi — dice Rizzelli — ma quando li vedo menarsi penso: se questa è la classe dirigente del futuro, stiamo freschi».
(06 dicembre 2011)
tratto da: http://milano.repubblica.it/cronaca/2011/12/06/news/risse_bicchieri_rotti_minacce_la_movida_degli_universitari-26150132/
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