Tratto da: http://www.democraticidavvero.it/adon.pl?act=doc&doc=13613
di Valentina Roncati - da ANSA, 30/12/2014
Rosy Bindi: "Sull'economia italiana pesano di più illegalità e mafie che art.18"
La determinazione che il presidente del Consiglio Matteo Renzi ha messo per licenziare in pochi mesi il Jobs Act "mi piacerebbe che la mettesse anche nella lotta alla mafia: sull'economia italiana pesano di più l'illegalità e le mafie di quanto non abbia influito l'articolo 18".
Il presidente della Commissione parlamentare Antimafia, Rosy Bindi, deputato Pd, le cui posizioni sono a volte state distanti o critiche nei confronti del premier, non disconosce al Governo i meriti dell'azione intrapresa per combattere illegalità. "Segnali sono stati dati ma bisogna fare di più. La reazione immediata ai fatti dell'Expo, con i poteri conferiti al presidente dell'Autorità Nazionale Anticorruzione, Raffaele Cantone, sono state scelte forti, che stano dando risultati e così anche la reazione all'inchiesta 'mafia capitale'; il Parlamento ha approvato la norma sull'autoriciclaggio. Il problema tuttavia - ragiona Bindi - è talmente grave che non pensi il Governo di aver dato tutte le risposte. Insomma, è apprezzabile la reazione immediata, segnali sono stati dati, ma bisogna fare di più". "Per l'economia italiana pesa di più la mafia di quanto non abbia influito l'articolo 18 ed il Paese non crescerà se non ci decidiamo a fare una lotta senza quartiere alla mafie ed alla corruzione: è l'ipoteca più grande che abbiamo".
Sul contrasto alle mafie, "la nostra legislazione di settore è buona e non va toccata: il 416 bis - riflette Bindi - va bene, vanno inasprite le pene 416 ter ma abbiamo complessivamente un impianto che funziona e che ci ha portato ad importanti risultati. Tuttavia le mafie operano nel nostro mondo: abbiamo regole che non hanno impedito alla criminalità organizzata di infiltrarsi nell'economia legale, conquistando posizioni di potere. Dobbiamo intervenire e affinare i nostri strumenti di contrasto, a cominciare da corruzione, falso in bilancio, autoriciclaggio, legge appalti e poi bisogna interrogarsi perché alcuni settori come la sanità sono particolarmente permeabili al sud come al nord. Le recenti norme approvate dal Governo sulla corruzione vanno bene, anche se mi auguro che il Parlamento accolga le critiche avanzate dai magistrati e decida di imporsi in modo drastico sulla prescrizione: dopo una sentenza primo grado i reati non si prescrivono. Almeno questo va accolto".
A un anno di insediamento della Commissione Antimafia, la presidente Bindi fa un bilancio del lavoro svolto. "L'aspetto più positivo - spiega - è essere riusciti, intorno alla lotta alla mafia, a creare l'unità delle forze politiche. Una collaborazione piena è arrivata anche da parte dei Cinque Stelle. Dunque l'unità delle forze politiche nella lotta alla mafia è il risultato maggiormente positivo". Quanto al lavoro svolto, Bindi rivendica con orgoglio che la Commissione da lei presieduta è quella che ha lavorato di più come numero di riunioni e missioni: "abbiamo superato tutti e siamo partiti più tardi". Il lavoro più consistente è quello sulla confisca ed il riutilizzo dei beni sottratti alle mafie, "abbiamo prodotto un disegno di legge di revisione della materia che ora è all'esame di Camera e Senato che potrà essere tramutato in modifica della normativa vigente alla luce dell'esperienza di questi anni". "Questo - spiega Bindi - è il frutto più maturo del nostro lavoro: un articolato di legge che modifica il Codice Antimafia e riforma l'Agenzia per i beni confiscati". In secondo luogo, l'Antimafia ha pronto un disegno di legge sui testimoni di giustizia. C'è poi il lavoro fatto sul Codice etico per i candidati alle elezioni "che è molto più rigoroso della Severino e consentirà una verifica della qualità del personale politico".
Né è stato dimenticato nulla dell'attualità: dall'Expo a Italgas, dall'Operazione farfalla, fino a 'mafia capitale', dal quale scaturirà un lavoro dedicato al rapporto tra mafia e politica. "È arrivato il tempo - conclude Bindi - di aggiornare il lavoro prezioso che fu fatto dal presidente Violante che richiede un nuovo approfondimento". Infine, sulla partita del nuovo capo dello Stato, Bindi non ha dubbi: "dobbiamo eleggere una persona che abbia autonomia, libertà, autorevolezza, non importa se è del mio partito o non lo è".
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