Quello che Renzi dimentica: i giovani stanno ereditando i debiti
on 6 luglio 2014
Sono recenti le polemiche su debito italiano. Dopo che Matteo Renzi ha inaugurato il semestre europeo dell’Italia, con il suo discorso, che alcuni hanno definito un show, il capogruppo del Ppe, il tedesco Manfred Weber, ha osservato, replicando al Capo del Governo italiano, che i “nuovi debiti non creano futuro ma lo distruggono”.
Anche il presidente della banca centrale tedesca Jens Weidmann ha detto che “fare più debiti non è il presupposto della crescita“.
Noi, da modesti non addetti ai lavori, pensiamo che un minimo di debito può andare bene e che essere rigorosi sul pareggio del bilancio sia sbagliato (Keynes e la politica del New Deal, dopo la crisi del 1929, insegnano). Pensiamo però che il debito dell’Italia sia davvero eccessivo e che bisognerebbe (finalmente!) riportarlo a livelli ragionevoli.
Naturalmente siamo d’accordo con Renzi quando dice che l’Europa è dei cittadini e non dei banchieri, come del resto dovrebbe essere della gente il mondo intero, in un contesto in cui la finanza, anche quella più sfacciata, domina e detta legge alla politica sulla Terra.
Ma, sul debito pubblico, non si è ben capito cosa voglia fare Matteo Renzi, se voglia fare qualcosa, e quale sia, in generale, il suo progetto politico per l’Italia e per l’Europa, al di là delle parole.
Da quando l’ex sindaco di Firenze è diventato Capo del Governo, per lo più noi ci guardiamo attoniti e confusi.
Quotidianamente siano inondati da spot, annunci, parole, presenze televisive, che ci ubriacano, ci addormentano e ci impediscono di ragionare con lucidità, se non siamo più che attenti.
Non si capisce cosa voglia Renzi quando chiede all’Europa più flessibilità. Magari è solo un modo per gettare fumo e far vedere che il nostro Capo del Governo non va in Europa col cappello in mano.
Il patto di stabilità non punta anche sulla crescita, come ha ricordato anche Renzi? Vale la pena discutere tanto sulla flessibilità?
L’Italia ha un debito pubblico enorme, accumulato in quasi mezzo secolo di politica scriteriata: questo è un macigno che pesa a sfavore dell’Italia.
Fior di economisti, di vario colore politico, nei vari decenni passati, hanno elaborato dei piani per risolvere il problema del debito eccessivo in Italia. Ma nessuno si è preoccupato di adottarli. Si è preferito fare le cicale, spendere e spandere, certi che l’inverno non sarebbe mai arrivato.
Invece, il freddo della depressione è giunto, ormai da anni e ci ha colti increduli e ancora sognanti, con l’atteggiamento ancora incline allo sperpero e al cicaleccio.
Invece, il problema del debito si sarebbe potuto risolvere in passato (e sarebbe stato doveroso) e si può risolvere, se solo lo si vuol fare.
La realtà dell’Italia è che ha cercato di vivere come se fosse ancora in atto ancora il boom economico in decenni in cui esso era tramontato. E il problema del nostro paese è che le riforme non si fanno. Il Belgio, il Portogallo, l’Irlanda e la stessa Spagna hanno avuto problemi e li hanno risolti, del tutto o in parte, malgrado l’austerità, malgrado la politica Ue e, talora, malgrado la Troika e i prestiti.
In Italia, invece, ci sono poteri intoccabili, c’è la difesa strenua di privilegi e diritti, veri o presunti, che impediscono di andare avanti col rinnovamento.
Riforme, riforme, riforme…dice Renzi.
Ma che vuole fare il nostro Capo del Governo? vuole continuare a far crescere il debito pubblico, forte di chissà quali spinte, anziché adoperarsi per abbassarlo?
Eliminare il debito eccessivo (che, secondo gli esperti sarà più del 135% del Pil nel 2015) non sarebbe una riforma prioritaria? Un piano organico finalizzato a riportare il rapporto debito Pil a una percentuale ragionevole non sarebbe fondamentale?
Renzi ha detto a Strasburgo, nel suo discorso fatto all’inizio del semestre europeo a guida italiana, che i figli hanno ereditato dai loro padri il sogno dell’Unione europea.
questo è vero. Purtroppo, però, i giovani italiani stanno ereditando dai loro padri un debito che supera i 35 mila euro. Ogni italiano che nasce ha 35 mila euro di debito sulle spalle. Ma di questo Renzi non ha parlato e non parla mai.
(Paola O.)
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