giovedì 31 luglio 2014

Cottarelli pone dei dubbi sull "operato" di Renzi? Allora se ne deve andare..., magari sostituito da altri più arrendevoli ai suoi desideri!. L'Italia nel frattempo può correre verso il baratro!

LE INDISCREZIONI SU UN ADDIO A OTTOBRE
Renzi: «Cottarelli? Spending review avanti anche senza di lui»
Il commissario per la revisione della spesa: «Il lavoro continua, niente da segnalare»
di Redazione Online, LINK:  http://www.corriere.it/politica/14_luglio_31/cottarelli-il-lavoro-continua-niente-segnalare-655c9694-18a6-11e4-a9c7-0cafd9bb784c.shtml

«Rispetto e stimo Cottarelli: farà quello che crede. Ma non è Cottarelli il punto fondamentale: la spending review la facciamo anche se va via, dicendo con chiarezza che i numeri sono quelli». Così il premier Matteo Renzi interviene sull’ipotesi, circolata sulla stampa, che Carlo Cottarelli lasci l’incarico di commissario straordinario per la Revisione della spesa pubblica. «Il lavoro continua, non ho niente da segnalare» aveva commentato nella mattinata, prima che il premier parlasse, lo stesso Cottarelli.

Il governo
Più in dettaglio, ha spiegato Renzi, «la revisione della spesa c’è, chiunque ci sia come commissario, questo o un altro. Il punto è che revisione faremo». In precedenza era intervenuto sulla questione anche il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Graziano Del Rio: «Non esiste alcun caso Cottarelli - aveva detto -. Continueremo l’impegno del governo. La spending review non dipende dalle persone che la conducono, è una scelta politica. Dietro la vicenda di Cottarelli ci sono vicende di vario tipo, anche personali sue. La finanziaria si farà ad ottobre, ma la spending review va avanti».
La preoccupazione delle banche estere
Cottarelli ha sempre sostenuto la politica dei tagli come ricetta per salvare i bilanci. Sul suo blog, il 30 luglio, il commissario aveva stigmatizzato la prassi parlamentare di autorizzare nuove spese indicando, come copertura finanziaria, «future operazioni di revisione della spesa o, in assenza di queste, tagli lineari delle spese ministeriali». Le indiscrezioni circolate sulle sue dimissioni hanno preoccupato le banche estere che operano in Italia, attente alla tenuta della fiducia sul sistema Italia da parte degli investitori internazionali. In una nota l’Aibe, l’associazione delle banche estere presieduta da Guido Rosa, ha espresso «forte preoccupazione per il rischio di un contraccolpo, che determini un abbandono degli operatori internazionali nella sottoscrizione dei titoli di stato, anche in conseguenza di turbative sui mercati internazionali derivanti dal possibile default argentino». In particolare, spiega la nota, «le difficoltà che riscontra il commissario Cottarelli nel portare avanti la decisiva questione della riduzione della spesa pubblica, e il probabile accantonamento dell’ennesimo tentativo di un severo controllo del debito pubblico - vera palla al piede per la competitività economica - sono una autentica gelata agostana che rischia di peggiorare notevolmente le potenzialità del sistema Italia».
La Lega: «Renzi guida verso il baratro»
Le reazioni politiche non si sono fatte attendere. Le voci circolate delle presunte dimissioni di «un professionista serio come Carlo Cottarelli» dimostrano «il clamoroso fallimento della politica economica del governo Renzi» attacca il senatore di Forza Italia, Pierantonio Zanettin. Aggiungendo che «i conti pubblici sono fuori controllo, nessun taglio alle tasse potrà essere attuato nei prossimi mesi ed anzi sarà inevitabile una nuova manovra di lacrime e sangue». Il capogruppo leghista alla Camera, Massimiliano Fedriga, avverte che: «Renzi sta guidando a 100 all’ora verso il baratro» e invia una lettera alla presidente della Camera Boldrini, «affinché interessi l’ufficio parlamentare di bilancio per smascherare le balle contabili di Renzi». Altrettanto duro il parere del capogruppo di Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale Fabio Rampelli: «Chi tocca la revisione della spesa è destinato alla rottamazione. Cottarelli non è certo un simpaticone, ma ha il pregio del rigore e dell’autonomia. Non abbiamo motivi di dubitare delle sue analisi anche se non condividiamo in toto le ricette. Ma se quello che propone il commissario è impopolare, quello che fa Renzi, ci porta dritti al default».
31 luglio 2014 | 13:46

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