Il parroco del Santuario Santa Rita da Cascia, don Leonardo, durante le confessioni pone qualche generica domanda sulla vita e sulla fede alla persona che si sta confessando.
Poi se scopre che fidanzati vivono assieme fuori dal matrimonio, dichiara che la Chiesa non accetta questi nuovi legami.
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7 commenti:
29/8/2007 (12:28)
"Sei convivente, non ti confesso"
"Prima o poi qualcuno dovrà scusarsi con la ragazza"
Chiara, 28 anni, rifiutata dal parroco di Santa Rita: "La Chiesa non accetta questi nuovi legami. Vada"
MONICA PEROSINO
TORINO
Sono passate quarantotto ore da quando Chiara Sereno è stata buttata fuori da una chiesa perché per il suo peccato non c’è assoluzione, né tantomeno confessione. La sua colpa è di convivere con il fidanzato Aldo. Sono passate quarantott’ore, ma la sua voce continua a tremare per la vergogna e l’umiliazione.
Il parroco del Santuario Santa Rita da Cascia, don Leonardo, dopo qualche generica domanda sulla vita e sulla fede di Chiara, sussurrate nella penombra del confessionale, è arrivato al punto: «Lei è sposata?». Vivere insieme al fidanzato, fuori dal matrimonio, non merita ascolto, né tempo: «La Chiesa non accetta questi nuovi legami. Vada».
Chiara ci ha messo qualche secondo a realizzare che la stava mandando via. Poi ha capito, si è alzata, è passata accanto alla fila di anziane fedeli che aspettavano il proprio turno. È tornata a casa, con una morsa allo stomaco che le impediva quasi di parlare.
Chiara e Aldo, 28 anni lei, 33 lui, vivono insieme da un anno, hanno una panetteria e sono fidanzati da una vita: «Era tanto che non mi confessavo, sono andata in chiesa con tutte le migliori intenzioni. Per la prima volta avrei parlato della convivenza, della nostra vita e dei nostri progetti, tra cui c'è anche il matrimonio».
Come molte giovani coppie il sacro vincolo ha dovuto aspettare: servono soldi, serve una casa, servono sicurezze. «Ora lo so, non ci vado più a confessarmi: oppure faccio come le mie amiche, che mentono e non dicono che convivono. Forse per la Chiesa mentire è meno grave, ma come si fa a entrare nella casa del Signore con la paura di non meritare nessuna redenzione?».
Chiara è smarrita, elenca ad alta voce tutti i peccati che ha imparato a considerare come gravi, sa perfettamente che la convivenza non è accettata, ma mai avrebbe creduto che sarebbe stata cacciata senza neanche una possibilità di espiazione: «Sono uscita dalla chiesa sentendomi sporca, poi ho pensato che in fondo non facevo niente di male, che sarebbe stato molto peggio confessare di tradire il mio compagno, di non rispettarlo».
Nel retro della panetteria, avvolto dal profumo del pane, Aldo inforna salatini e pizzette, ma ha la faccia scura, l’espressione accigliata: «Sono anche io cattolico e praticante - dice - anche se con gli orari che facciamo noi è difficile andare a messa. Ora sono arrabbiato, da quando è andata a confessarsi Chiara è abbattuta, non sorride più. Vorrei proprio parlarci con il parroco, chiedere come è possibile trattare una persona così».
In sacrestia c’è solo don Luca, don Leonardo è in ritiro spirituale per qualche giorno. Ascolta la storia, si dispiace, lui le accetta le confessioni dei giovani che convivono. «Poi i preti si lamentano - aggiunge Chiara che ha preso un po’ di coraggio - dicono che i ragazzi si allontanano dalla religione e dalla chiesa. Che sorpresa...».
Tratto da:
http://www.lastampa.it/Torino/cmsSezioni/cronaca/200708articoli/4291girata.asp
Dicono che la convivenza è un peccato.Dio ha dato un grande dono all'essere umano: la vita e il libero arbitrio da usare in modo appropriato.Bandire la libertà di scelta, a mio parere, è un diritto che la Chiesa NON può permettersi, perchè l'essere umano, dono di Dio l'ha ricevuta da Lui stesso.
Dunque, la Chiesa ipocritamente innalza muri e discrimina, ma perchè non lascia la libertà di pensiero e parola all'uomo dinnanzi a quegli scheletri nell'armadio che appartengono ad un'istituzione che rappresenta Dio? La pedofilia per esempio,la ricchezza ostentata che sfamerebbe interi paese del Terzo Mondo? Cara Chiesa, si metta una mano sulla coscienza e rifletta prima di sputare sentenze...Grazie per il pensiero.Erica
carissima Chaira,
il sacederdote è stato un pò duro nelle parole, ti avrebbe potuto spiegare che la convivenza è considerata un peccato e non dalla Chiesa ma da Dio dierttamente, i comandamenti sono i primi 10 peccati mortali e tra questi c'è "atti impuri" il sesso fuori dal Matrimonio è un atto impuro e siccome la convivenza è la prova tangibile del fatto che si abbia un rapporto completo con il proprio compagno, detto questo, non sono qui a farti la morale o spiegarti, non è questo il mio compito, convivo come te, ma a differenza tua, dopo che io ed il mio compagno siamo stati dal sacerdote che non ci ha dato l'assoluzione, (venti giorni prima ci eravamo confessati ed ad un altro prete in un'altra città durante le vacanze abbiamo detto che fino al matrimonio avremmo fatto "voto" di castità)abbiamo accettato quanto ci era sato comunicato, è la volontà di Dio, nel frattempo facciamo la comunione spirutuale durante l'eucaristia, fino a quando non ci sposeremo e potremo avere l'assoluzione.
mi auguro di aver portato un pò di serenità nel tuo cuore.
carissima Chiara,
il sacederdote è stato un pò duro nelle parole, ti avrebbe potuto spiegare che la convivenza è considerata un peccato e non dalla Chiesa ma da Dio direttamente, i comandamenti sono i primi 10 peccati mortali e tra questi c'è "atti impuri" il sesso fuori dal Matrimonio è un atto impuro e siccome la convivenza è la prova tangibile del fatto che si abbia un rapporto completo con il proprio compagno, non possono dare l'assoluzione, detto questo, non sono qui a farti la morale o spiegarti, non è questo il mio compito, convivo come te, ma a differenza tua, dopo che io ed il mio compagno siamo stati dal sacerdote che non ci ha dato l'assoluzione, (venti giorni prima ci eravamo confessati ed un altro prete in un'altra città durante le vacanze ci aveva assolti, visto che gli avevamo detto che fino al matrimonio avremmo fatto "voto" di castità) abbiamo accettato quanto ci era sato comunicato, è la volontà di Dio, nel frattempo facciamo la comunione spirutuale durante l'eucaristia, fino a quando non ci sposeremo e potremo avere l'assoluzione, mantenendo comunque la nostra promessa di castità, fino al momento della benedizione di Dio e non è facile, ma Dio e la nostra anima sono più importanti.
Mi auguro di averti portato un pò di serenità nel cuore con le mi parole e di non averti offeso.
Condivido l'amarezza e lo sconforto di Chiara. Ieri in confessione il sacerdote della parrocchia dove sono cresciuta e ho ricevuto i sacramenti, avendogli detto che a breve sarei andata a convivere, mi ha congedato dicendomi "Oggi le do l'assoluzione, ma poi non potrò più dargliela". Ha dato un peso enorme al dato "convivenza", mentre i peccati - che io consideravo gravi o comunque seri -che gli ho confessato li ha liquidati con tre Avemarie.... Sono uscita dalla chiesa molto turbata. Non posso sposarmi con il mio fidanzato causa precedente matrimonio. Il divorzio è peccato. Come fa una persona, con tutte le buone intenzioni, che ha subìto una separazione non voluta, a ricostruire una vita e una famiglia??
Mi chiamo Magno Isabel Bernadette, sono cattolica praticante. Non sono d'accordo alla convivenza se non si crede nella Chiesa e quindi nel sacramente del matrimonio, se non si è sicuri di voler passare il resto della propria vita con il proprio/a uomo o donna. Ma c'è una domanda ceh mi pongo: se si crede nel sacramento del matrimonio, se sposarsi è il desiderio più grande, se si ama il proprio uomo al punto tale da voler passare tutta la vita con lui ma le condizioni economiche non lo permettono, se dietro c'è una situazione familiare difficile e convivere x breve tempo sarebbe l'unica soluzione perché si tratterebbe di andare fuori per costruire un futuro migliore, la convivenza anche in questo caso è considerata dalla Chiesa un peccato??? Desidero tanto ricevere una risposta da un uomo di Chiesa.
Per sposarsi non servono soldi eccessivi, se si crede nel vincolo del matrimonio. Bastano una Chiesa, un parroco, i propri genitori e i testimoni. Se si hanno soldi si fa la festa, sennò la si rimanda a tempi migliori. Voglio dire...senza recare offesa a nessuno...che oggi si pensa al matrimonio solo in virtù della festa, non dell'atto in se stesso. Non ci si sposa solo perché non si è convinti e si vuole avere una scappatoia. Ma questo che amore è? L'amore vero è ben altro, sappiamo tutti molto bene che significato deve avere questa parola. La Chiesa viene ormai demonizzata su tutto perché ti dice chiaramente cosa c'è che non va...anche se non dimentico nemmeno che è fatta di esseri umani (UMANI in terra, DIVINO in cielo, ma ancora non abbiamo la fortuna di averlO qui tra noi) che come tali possono sbagliare. A questo punto mi vien da dire: non fermiamoci al primo parroco, anche se è della nostra parrocchia. Il padre spirituale è una figura molto importante e deve seguirci nella nostra crescita spirituale. Prendiamoci anche il tempo per cercarlo bene e per poi aprirci a lui. Probabilmente non sempre ci dirà che stiamo agendo bene, ma possiamo sempre imparare a mediare e a farci con l'occasione una bella autocritica e un esame di coscienza per limitare i nostri egoismi e comportarci davvero da buoni cristiani. Questo solo se Dio ci interessa, ovviamente...agli altri faccio un sincero augurio di poterlo incontrare, di ricevere in dono la fede e di non lasciarlo più.
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