Scritto da Nando dalla Chiesa, Sunday 14 October 2007
Ed eccoci arrivati.
Domani (sto scrivendo a mezzanotte meno un quarto di sabato) ci saranno le primarie del partito democratico.
Si potrà storcere il naso finché si vuole, ma è la prima volta (oh yes) che nella nostra storia un partito fa eleggere il suo segretario anche dai cittadini che non sono iscritti.
Certo, rischiava di essere una processione verso un presepe, con un solo candidato già scelto dall'alto.
Ma grazie al coraggio di Rosy, comunque vada a finire, chi andrà a votare potrà scegliere.
E dunque sarà una festa di democrazia.
Il primo passo lungo un cammino che non sarà facile affatto.
Ma che sarebbe bene che vedesse la partecipazione di tante, tante persone che vogliono cambiare in meglio questo paese.
Ci sono tanti modi, infatti, per dare una svolta al corso delle cose.
C'è la protesta di piazza, c'è il referendum, c'è la partecipazione vera; e -dentro la partecipazione- ci sta un voto che sia messaggio forte e chiaro di cambiamento.
Per uscire dalla glaciazione politica degli stati maggiori, quella che si è plasticamente riassunta nella filosofia delle liste bloccate.
. . .
Anche la politica, se è vita, è bella. Sissignori. A domani sera
(potete leggere l'articolo integrale nei commenti)
Tratto da: http://www.nandodallachiesa.it
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1 commento:
Festa di democrazia. Grazie Rosy
Scritto da Nando dalla Chiesa
Sunday 14 October 2007
Ed eccoci arrivati. Domani (sto scrivendo a mezzanotte meno un quarto di sabato) ci saranno le primarie del partito democratico. Si potrà storcere il naso finché si vuole, ma è la prima volta (oh yes) che nella nostra storia un partito fa eleggere il suo segretario anche dai cittadini che non sono iscritti. Certo, rischiava di essere una processione verso un presepe, con un solo candidato già scelto dall'alto. Ma grazie al coraggio di Rosy, comunque vada a finire, chi andrà a votare potrà scegliere. E dunque sarà una festa di democrazia. Il primo passo lungo un cammino che non sarà facile affatto. Ma che sarebbe bene che vedesse la partecipazione di tante, tante persone che vogliono cambiare in meglio questo paese. Ci sono tanti modi, infatti, per dare una svolta al corso delle cose. C'è la protesta di piazza, c'è il referendum, c'è la partecipazione vera; e -dentro la partecipazione- ci sta un voto che sia messaggio forte e chiaro di cambiamento. Per uscire dalla glaciazione politica degli stati maggiori, quella che si è plasticamente riassunta nella filosofia delle liste bloccate. Domani però sarà anche il punto d'arrivo di un percorso durato quindici anni. Dalla Rete ("movimento per la democrazia- la Rete" avevo chiesto che si chiamasse) al referendum Segni, all'Ulivo, alla Margherita. Fino alle liste dell'Ulivo anche al proporzionale: delle elezioni europee come delle ultime politiche e amministrative.
No, caro amico Stefanoski. Non c'è da "azzerare tutto". Tu che combattesti contro l'ondata leghista a Milano sai dove si arriva (e con chi...) quando si dice che bisogna azzerare tutto. Spuntano fiumane di sconosciuti dai bar che urlano contro tutto e tutti e specialmente contro le persone per bene, colpevoli di ostacolare, con la loro stessa storia, la magica parola d'ordine di "mandare tutti a casa" per ripulire il paese. E dietro quelle fiumane a un certo punto fanno capolino i corrotti, i loro scudieri, desiderosi di unirsi ai "nuovi" per vendicarsi (al loro riparo) delle pretese di giustizia o di moralità di chi aveva un' idea di politica diversa dalla loro e perciò li aveva combattuti. Le vere rivoluzioni, così ho imparato, sono quelle che -per una serie di circostanze fortunose e fortunate- nascono all'interno del sistema e dall'interno lo cambiano, almeno per un po'. In alcuni municipi, in alcuni palazzi di giustizia, in una rete televisiva, in una diocesi, perfino in alcuni ministeri.
Sia festa, dunque, mentre mi porto dietro soprattutto tre immagini di questa settimana. Un dodicenne suonatore di violino sentito e visto al Santa Cecilia a Roma, un genio autentico in un viso da bambino che iniziò a suonare a due-tre anni. Un precario venticinquenne incontrato a Genova: maturo, consapevole dei vincoli del sistema, ma deciso a far capire la condizione dei suoi pari e il loro bisogno di dignità, deciso a rivendicare che anche la loro è ormai una questione morale, tanto da farmi chiedere perché persone così non siano in parlamento a difendere le giuste cause in cui credono. E infine Rosy, sì, Rosy Bindi che mi guarda stralunata e divertita mentre all'una di notte, in piedi su una sedia, invito con un megafono i milanesi dei Navigli ad affacciarsi alle finestre e ai balconi; e che poi dedica l'ultima mezz'ora a parlare con i ragazzi dei centri sociali avvicinatisi nel frattempo. Anche la politica, se è vita, è bella. Sissignori. A domani sera.
Tratto da:
http://www.nandodallachiesa.it/public/index.php?option=content&task=view&id=709
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