Bologna, 12 ott - Un pronostico sulle primarie del Partito Democratico?
La candidata alla segreteria Rosy Bindi non ha dubbi: ''Io vinco!''.
Con questa battuta il ministro per la famiglia, intervenuta a Bologna per un'iniziativa della campagna elettorale, ha risposto a un giornalista che le chiedeva come, secondo lei, andrà a finire domenica.
Tratto da http://www.ulivo.it
Lettera di Rosy Bindi, 12 Ottobre 2007
Il partito che vogliamo
Domenica sarà una bella giornata, mi aspetto una grandissima partecipazione al voto, per cambiare la politica italiana.
In questi mesi abbiamo già vissuto un’intensa e appassionata esperienza di nuova politica, ci siamo incontrati e confrontati e con le nostre diversità abbiamo sperimentato il gusto di essere già democratici.
Abbiamo discusso dei problemi del paese e del bisogno di un partito nuovo.
Ecco oggi possiamo già iniziare a delineare il partito che vogliamo.
Ne parla a lungo Arturo Parisi, con un importante contributo che abbiamo pubblicato nel sito nelle Idee per il Pd.
Prima del voto riassumo per punti la proposta che intendiamo avanzare già nella prima riunione della Assemblea costituente:
1. Un partito di partecipanti e non di semplici aderenti.
2. Un partito attento, in ascolto della società ma che non occupa la società, non autoreferenziale e burocratico.
Un partito che occupa la società tradisce il grande valore della laicità e il riconoscimento dell’autonomia delle varie realtà temporali.
3. Un partito unitario e plurale ma non correntizio.
Questo risultato deve essere il frutto di una lunga ricerca comune ma anche di una parola chiara da parte di chi sarà il leader di questo partito.
4. Un partito come una grande impresa collettiva, associativa, ma non personale.
5. Un partito con vocazione generale che ha a cuore l’interesse nazionale del Paese.
6. Un partito leggero e non degli apparati, un partito che non può fare a meno del finanziamento pubblico ma di un finanziamento che sia leggero, certificato, documentato.
7. Un partito dell’autonomia e non del collateralismo.
Le forme di collateralismo sono varie, non sono più quelle del passato, oggi il collateralismo si esprime in tanti modi e credo che il nuovo partito debba bandirlo dalla propria natura.
Un partito degli elettori, ecco perché proponiamo le primarie come metodo per qualunque designazione istituzionale…
8. Un partito che vuole parlare a tutti ma non è pigliatutto.
Ancora una volta deve essere la cittadinanza che fa premio, come dice la nostra carta costituzionale.
9. Un partito della legalità e della democrazia interna.
La legalità è il nome nuovo della questione morale, una legalità che va praticata all’interno del partito, che deve prefigurare ciò che vuole costruire.
10. Un partito a vocazione maggioritaria ma anche coalizionale.
Un partito a vocazione nazionale ma anche governativa, che punta alla maggioranza, con un programma che convinca tutti gli italiani, e ha la responsabilità di tenere unita la coalizione, nel presente, nell’immediato e sicuramente anche nel futuro.
Tratto da: http://www.rosybindi.it
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