Ho trovato nel sito di Nando dalla Chiesa questo bel testo, da lui proposto anche alla riunione nazionale di Rosy Bindi a San Giovanni Valdarno di Domenica 30 settembre.
Lo allego come commento.
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POLITICA E'.
Elogio della politica
Un anno e mezzo fa, quando ancora potevo fare politica attraverso il teatro civile, proposi in uno spettacolo un elogio della politica.
Un elogio strano, forse impolitico; ma sentito, affondato nella mia biografia personale. Molti me ne chiesero la pubblicazione, anche su questo Blog.
Domenica 30 settembre l'ho proposto in una nuova versione alla riunione nazionale di Rosy Bindi a San Giovanni Valdarno.
Direi che esprime bene quello che io chiedo al partito democratico, il modo in cui intendo starci dentro, la ragione per cui per le primarie ho scelto di appoggiare Rosy. Senza la pretesa di convincere nessuno...
A volte, anzi spesso, anzi quasi sempre, la politica ci appare lontana, infrequentabile, asfittica, rifugio dei peggiori. Il luogo in cui trovano pronta e affabile udienza gli interessi meno nobili e in cui gli ideali più generosi vengono tacitati o svillaneggiati.
Diceva Bismarck che la politica è come il salame. Che è meglio che la gente non sappia com'è fatta per davvero, se no non ne mangerebbe più . Mentre faccio vita di partito o istituzionale mi capita di frequente di pensare che avesse ragione. Tanto che a volte evito anch'io di raccontarla del tutto a chi mi sta vicino. Perché ho paura del suo disgusto. Altre volte penso a Bismarck e rido. Rido dentro di me quando osservo e studio i mille nostri comportamenti apparentemente indecifrabili in parlamento o nelle riunioni di partito o davanti alla stampa. Le fisime, le vanità, le sudditanze, le ribalderie. Ne rido non per cinismo; ma per proteggermi, per dominare il senso della realtà mentre si svolge l’inconsapevole meschinità delle cose.
Ma se ripenso a quel che ho visto e vissuto in quasi quarant'anni di impegno e di militanza dico che la politica è anche altro, tanto altro.
Politica è combattimento per idee. E' lotta per una bandiera; per più bandiere, dai nomi tutti diversi.
Politica è dedizione.
Politica è amore per gli altri.
Politica è sfida con l'esistente.
Politica è stupore.
Politica è innocenza.
Politica è esperienza.
Politica è mal di cuore, sangue che si infiamma davanti all'ingiustizia.
Politica è freddezza.
Politica è passione che non si placa.
Politica è memoria che non si scioglie.
Politica è invenzione.
Politica è coraggio.
Politica è pensiero.
Politica è il mare che si rimescola.
Politica è la vista che guarda lontano.
Politica sono gli occhi che si fissano sul passante più vicino.
Politica è orizzonte.
Politica è parola che pesa.
Politica è ironia.
Politica è dolore.
Politica è intransigenza.
Politica è compromesso.
Politica è misura: dell'intransigenza e del compromesso.
Politica è inconciliabilità.
Politica è fatica.
Politica è potere che serve.
Politica è affanno.
Politica è intelligenza.
Politica è rispetto di riti.
Politica è trasgressione.
Politica è la volta del cielo.
Politica è racconto.
Io sogno, amo, voglio questa politica. Io sono qui, oggi, perché amo, voglio questa politica. La cerco e la sogno da tempo. Mi sembrò di afferrarla d’incanto, e fu bellissimo, che ero ancora ragazzo, insieme a milioni di miei coetanei. Mi sembrò di nuovo di toccarla, e fu ancora più bello, per la fatica della rincorsa, quand’ero diventato adulto, insieme a tanti giovani che chiedevano come me verità e giustizia per questo Paese. Ma lei ogni volta si allontana, svanisce, promette e scappa, come giocando a un perfido nascondino con ogni idealismo, come se volesse umiliare chi cade nella trappola di innamorarsene.
Tanti anni fa un anziano mi spiegò il segreto: “Ragazzo”, mi disse, “se vuoi fare politica davvero, devi avere la pelle di un rinoceronte”. Mi è venuta. Oggi le offese non bruciano più. E le cicatrici si vedono di meno. Ma l’entusiasmo, la voglia di dare sono rimasti intatti, non ho permesso a nessuno di scalfirli. Così io che ho difeso i diritti della società civile, che mi sono battuto per darle voce e autonomia negli anni della grande occupazione dei partiti, voglio potere oggi sventolare davanti agli umori che schiumano rabbia la bandiera della politica. Della politica pulita. Della politica che non scappa e non aspetta che passi la piena. Della politica che non disprezza e non si arroga ogni ragione. Della politica che non si consola dicendo di essere specchio incolpevole di una società malata.
Ma voi cittadini a cui è stato tolto perfino il diritto di scegliere i vostri rappresentanti, voi cittadini costretti a vedere i condannati in parlamento, non chiedetemi, non chiedetevi come si fa ad averla, questa politica. Da almeno dieci anni la stella polare del mio pensiero sono due versi semplici e stupendi di Antonio Machado: Caminante no hay camino, se hace camino al andar. Viandante, la strada non c'è. La strada si fa camminando. Camminando insieme, aggiungo.
Imparano la vita camminando i nostri figli. Un giorno di tre anni fa partii insieme con mio figlio per l'Irlanda. Era un pomeriggio di sole quando guardammo la cartina per decidere come proseguire il viaggio. Eravamo accovacciati su una spiaggia spalancata dalla bassa marea. Suonò il mio cellulare. Litigai davanti a lui per mezz’ora con chi voleva fare assessore un pregiudicato. Lui ascoltò in silenzio, incredulo, fingendo di guardare il mare. Poi mi folgorò spiegandomi che cos'è il potere. Voi, mi disse, pensate tutti che il potere sia comandare. Solo su un punto vi dividete: tra quelli che vogliono il potere per usarlo e quelli, come te, che lo vogliono per servire. Certo che è una differenza importante. Ma il vero potere è un'altra cosa. Prese la biro e tracciò una riga sulla cartina. Vedi?, mi disse, il vero potere è questo: poter decidere di muoversi da un punto all'altro della terra quando vuoi tu. Poi lui ha camminato così per più di sei mesi e per più di sei mesi, senza che nessuno lo sapesse, io sono stato il padre di uno degli uomini più potenti della terra.
Da allora mi chiedo quanto sarebbe diversa la politica se ognuno di noi sospettasse, anche ogni tanto, che il potere può essere altra cosa dal comando. Se il gusto dell’emozione, dell’incontro, della bellezza, del pensiero che nasce fuori dai nostri confini, se il gusto meraviglioso di camminare, circolassero nel nostro sangue. Allora, credo, tutto sarebbe più intelligente, più limpido e più leggero, anche nella gravosità e nella responsabilità delle fatiche. E la bandiera della politica potrebbe sventolare ovunque. In cima alla torre del Palazzo come nel brulicare appassionato della Piazza. Noi siamo qui, oggi, con Rosy, perché la bandiera della politica vogliamo sventolarla ovunque con orgoglio.
di Nando dalla Chiesa
Tratto da:
http://www.nandodallachiesa.it/public/index.php?option=com_content&task=view&id=701&Itemid=39
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