L'Unione Europea dovrebbe chiedere formalmente all'Italia di smettere di respingere le navi che trasportano immigrati, facendole tornare in Libia, dove i richiedenti asilo sono trasferiti in campi inumani. E' quanto ha sostenuto oggi l'Human Rights Watch.
Tratto da: http://it.notizie.yahoo.com/4/20090921/tpl-oittp-libia-ue-onu-39349ed.html
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Immigrazione, Onu preoccupata per respingimenti in Libia
da 2 ore 41 minuti
L'Unione Europea dovrebbe chiedere formalmente all'Italia di smettere di respingere le navi che trasportano immigrati, facendole tornare in Libia, dove i richiedenti asilo sono trasferiti in campi inumani. E' quanto ha sostenuto oggi l'Human Rights Watch.
Tramite un accordo con Tripoli l'Italia sta intercettando, dal mese di maggio, barconi di migranti in acque internazionali e li sta rimandando in Libia, paese che non ha firmato i trattati internazionali sui rifugiati, senza procedere alle verifiche riguardanti le richieste di asilo.
Le Nazioni Unite hanno reso noto che tre quarti degli immigrati che sono arrivati in Italia lo scorso anno avevano presentato domanda d'asilo e solo la metà di loro è stata accettata. Molti di questi immigrati provenivano da paesi in guerra come la Somalia o con regimi dittatoriali come l'Eritrea.
"L'Italia non rispetta i suoi obblighi legali, rimandando queste persone in Libia. L'Unione Europea, quindi, dovrebbe esigere che l'Italia rispetti le norme internazionali", ha detto Bill Frelick, autore del rapporto e direttore del programma delle politiche per i rifugiati all'Hrw.
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Nel suo rapporto di 92 pagine l'Hrw sostiene che questi migranti sono sottoposti, nei campi libici, a trattamenti disumani, a episodi di violenza brutale e a condizioni igieniche assolutamente non adeguate. Un immigrato ha raccontato che le forze libiche hanno ucciso uno dei suoi compagni quando il barcone sul quale viaggiavano è stato intercettato mentre tentava di lasciare le coste nordafricane.
"Eravamo su un barcone di legno e i libici su uno Zodiac (gommone a motore) hanno cominciato a spararci. Hanno continuato finché non hanno colpito il motore della nostra barca. Una persona è stata colpita ed è morta", ha detto l'uomo, il cui nome non è stato rivelato. "Hanno picchiato alcuni di noi fino a impedire loro persino di camminare".
Il gruppo per i diritti umani con sede a New York ha detto che l'agenzia europea per la cooperazione alle frontiere Frontex ha addirittura coordinato alcuni di questi respingimenti e ha, per questo, invitato gli stati dell'Ue a non partecipare a operazioni organizzate da Frontex che si concludano con il respingimento e il ritorno dei migranti in Libia.
A questo proposito l'Unione Europea ha cominciato dallo scorso anno un dialogo con Tripoli per cercare di raggiungere un accordo su questo tema, ma l'Alto Commissario Onu per i Rifugiati, Antonio Guterres, ha espresso oggi preoccupazione per i respingimenti degli immigrati in Libia da parte dell'Italia, che rendono difficile l'individuazione di coloro che potrebbero godere del diritto di asilo.
"Non penso che in Libia ci siano le condizioni per la protezione dei richiedenti asilo. Riteniamo che le circostanze di detenzione siano terribili", ha detto oggi Guterres a Bruxelles a margine del consiglio affari interni dell'Ue.
"C'è il rischio che coloro che necessitano di protezione siano rinviati nei loro paesi di origine, ed è per questo che abbiamo espresso le nostre preoccupazioni sui respingimenti in Libia".
La presa di posizione del governo Berlusconi sul tema dell'immigrazione ha già creato una spaccatura all'interno della maggioranza e, lo scorso mese, ha acceso la polemica con la Commissione Europea, che ha aperto un'inchiesta sui respingimenti in Libia dopo che 73 immigrati sono morti, dopo essere stati alla deriva su un barcone per tre settimane.
Berlusconi, per tutta risposta, ha minacciato di bloccare i lavori della commissione se i portavoce non avessero smesso di intervenire pubblicamente sul tema.
Anche Jacques Barrot, commissario europeo alla Giustizia, è intervenuto oggi sull'argomento e ha confermato che l'Unione Europea sta lavorando con l'Alto Commissariato Onu per i rifugiati per garantire la protezione dovuta ai richiedenti asilo in Nord Africa.
"Al momento la Libia non può garantire la protezione adeguata per i rifugiati o per i richiedenti asilo"; ha detto Barrot.
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