10 Luglio 2013 Un voto che si poteva evitare
Postato da Rosy Bindi
Il leale sostegno al governo Letta non può significare l’avallo di atteggiamenti di eversione istituzionale, come quelli praticati dalPdl nelle ultime ore. Per questo non ho partecipato al voto in Aula sulla sospensione dei lavori alla Camera chiesta dal Pdl dopo che la Cassazione ha fissato al 30 luglio l’udienza del processo Mediaset. Una votazione che non aveva alcun carattere procedurale e il cui significato politico non è stato certo attenuato dalla riduzione dei tempi di sospensione. La gravissima forzatura resta, sia che si tratti di rinviare i lavori delle Commissioni e dell’Aula per mezza giornata o per tre. E soprattutto non si può fingere di non vedere che le questioni giudiziarie di Berlusconi continuano a pesare in modo improprio sulla vita politica del Paese. Sarebbe stato giusto riunire il gruppo parlamentare e coinvolgere tutti i deputati nella decisione.
Con il voto di oggi abbiamo di fatto contribuito ad accreditare le tesi di un Berlusconi perseguitato dalla giustizia, vittima di una ventennale guerra tra magistratura e politica che avrebbe ostacolato le riforme e che ora mette a rischio la democrazia. Abbiamo assecondato i falchi del Pdl e non capisco perché ci siamo spinti fino a questo punto. Lo stato di necessità del governo Letta rischia di diventare la camicia di forza che impedisce al Pd di essere un partito responsabile e leale verso il Governo, l’interesse generale del Paese e laCostituzione. Lo avevo detto annunciando il mio voto di fiducia al governo Letta: non mi convince l’operazione politica delle larghe intese, e non credo che lo stato di necessità comporti una sospensione delle nostre convinzioni e del nostro profilo programmatico e ideale alternativo al centrodestra. E’ un doppio piano non facile e complesso, lo so bene, ma che non deve mai cedere alla doppiezza.
Il leale sostegno al governo Letta non può significare l’avallo di atteggiamenti di eversione istituzionale, come quelli praticati dalPdl nelle ultime ore. Per questo non ho partecipato al voto in Aula sulla sospensione dei lavori alla Camera chiesta dal Pdl dopo che la Cassazione ha fissato al 30 luglio l’udienza del processo Mediaset. Una votazione che non aveva alcun carattere procedurale e il cui significato politico non è stato certo attenuato dalla riduzione dei tempi di sospensione. La gravissima forzatura resta, sia che si tratti di rinviare i lavori delle Commissioni e dell’Aula per mezza giornata o per tre. E soprattutto non si può fingere di non vedere che le questioni giudiziarie di Berlusconi continuano a pesare in modo improprio sulla vita politica del Paese. Sarebbe stato giusto riunire il gruppo parlamentare e coinvolgere tutti i deputati nella decisione.
Con il voto di oggi abbiamo di fatto contribuito ad accreditare le tesi di un Berlusconi perseguitato dalla giustizia, vittima di una ventennale guerra tra magistratura e politica che avrebbe ostacolato le riforme e che ora mette a rischio la democrazia. Abbiamo assecondato i falchi del Pdl e non capisco perché ci siamo spinti fino a questo punto. Lo stato di necessità del governo Letta rischia di diventare la camicia di forza che impedisce al Pd di essere un partito responsabile e leale verso il Governo, l’interesse generale del Paese e laCostituzione. Lo avevo detto annunciando il mio voto di fiducia al governo Letta: non mi convince l’operazione politica delle larghe intese, e non credo che lo stato di necessità comporti una sospensione delle nostre convinzioni e del nostro profilo programmatico e ideale alternativo al centrodestra. E’ un doppio piano non facile e complesso, lo so bene, ma che non deve mai cedere alla doppiezza.
Tratto da: http://www.democraticidavvero.it/
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