Ecco fatto, il bonus di 80 euro si è materializzato nel cedolino di maggio e per i meno fortunati, lo sarà in quelli di giugno.. buone notizie per i ceti medi, brutte per precari e famiglie monoreddito.
Ad oggi la platea dei beneficiari è ampia ma selettiva infatti l’intervento previsto dal d.l. 66/2014 che, sulla base delle evidenze dei redditi dichiarati nel 2012 dovrebbe coinvolgere circa 11 milioni di contribuenti Irpef, fin da subito fa emergere evidenti criticità che dovranno essere, inevitabilmente, oggetto di modifica in sede di conversione o al più tardi con la legge di stabilità 2015. “Salta” l’allargamento del bonus alle famiglie monoreddito con figli rinviandone la valutazione al prossimo anno. Infatti, nonostante il legislatore avesse come obiettivo quello di “ridurre nell’immediato la pressione fiscale sul lavoro”, si è dimenticato di considerare un eventuale quoziente familiare.
Ma non è finita qui! Il riconoscimento automatico del bonus da parte del sostituto d’imposta farà sì che in sede di conguaglio e/o dichiarazione dei redditi i dipendenti si possano ritrovare con l’amaro in bocca dato che i requisiti per la determinazione dell’esatto reddito oggetto del beneficio è di difficile individuazione da parte del sostituto d’imposta il quale, al fine di venir incontro ai dipendenti, ha la sola facoltà di consegnare un’informativa esponendo quanto disciplinato e portandoli a conoscenza della possibilità di beneficiare del bonus in sede di dichiarazione dei redditi senza rischiare “brutte” sorprese.
E per quanto concerne gli scaglioni di reddito? E’ stato scelto di quantificare il bonus in maniera esponenzialmente macroscopica: per circa 2 milioni di contribuenti, che si collocano fra i 24 e i 26 mila euro di imponibile, è prevista una netta riduzione del credito … non sarebbe stato più corretto rendere l’importo spettante inversamente proporzionale all’aumentare del reddito, al pari delle detrazioni di lavoro dipendente?
Infine, la Corte dei Conti nel suo Rapporto 2014 sul coordinamento della finanza pubblica “boccia” il bonus definendolo un “surrogato” oltre che “una scelta che allontana e rende più difficile l’attuazione di un disegno razionale, equo e strutturale di riduzione e di redistribuzione dell’onere tributario”.
Insomma, anche nell’ottimistica ottica di riduzione del cuneo fiscale, ricordiamoci che è semplice rendere le cose complicate e che, se non si operano cambiamenti strutturali, interventi di questo genere potranno essere considerati soltanto “palliativi”.
Lorenzo Sagulo
tratto da: http://www.sternzanin.it/bonus-irpef-semplice-rendere-cose-complicate/#!prettyPhoto
Nessun commento:
Posta un commento