Cari elettori del Sindaco Cereda, questo articolo è stato pubblicato a pag 16 di Buccinasco Informazioni di Gennaio 2008 su indicazione del Vostro Sindaco.Vi rappresenta ?Lo copio qui tentando di non modificare nulla: anche le parole evidenziate in grassetto sono una scelta della redazione di Buccinasco Informazioni.Mors tua vita mea
di Gianfranco Belisari
In questi giorni molto entusiasmo ha suscitato sulla stampa italiana la notizia dell’
approvazione da parte delle Nazioni Unite della risoluzione che condanna la pena di morte.
Questo atto, avviato dal governo Berlusconi nel 1994, Emma Bonino Commissario Europeo, fu allora bocciato per 8 voti: adesso finalmente con l’attuale governo, sempre col contributo della Bonino, è passato...
La reale portata dell’avvenimento è grande dal punto di vista ideale, ma quasi insignificante dal punto di vista pratico.
La risoluzione dell’ONU è infatti
una semplice "raccomandazione": gli stati che applicano la pena di morte continueranno a farlo. Tanto per dirne una, il giorno stesso della votazione all’ONU, in Iran ci sono state quattroimpiccagioni.
La Cina continuerà discretamente a giustiziare i suoi cinquemila condannati a morte l’anno (su un totale di 5.628 nel mondo) e gli stati arabi faranno la loro parte. Gli Stati Uniti sono un caso a sè: alcuni Stati hanno già sospeso le esecuzioni e altri stanno per farlo, a prescindere dalle risoluzioni ONU.
Se devo essere sincero,
a me l’abolizione totale della pena di morte, non entusiasma: pensando a certi delitti efferati commessi da delinquenti che infieriscono senza pietà su vittime innocenti, magari dopo essere appena stati liberati per "buona condotta"per un precedente delitto, non vedo perchè debbano essere ancora"recuperati".
Peggio ancora quando vengono commessi atti turpi e bestiali su minori: secondo me, chi commette queste infamie sono persone irrecuperabili e prima tornano al Creatore e meglio è.
Noi siamo la patria di Cesare Beccaria, l’autore del celebre"Dei delitti e delle pene", il trattato che nel 1764 rivoluzionò il concetto di pena e suscitò entusiasmi in tutta Europa: il suo teorema era che
la pena dovesse essere proporzionata al delitto commesso e, qui la grande novità, che la società non avesse il diritto di togliere la vita a un essere umano, sia per non metterci sullo stesso piano dell’assassino ma soprattutto perchè la pena di morte non è un deterrente.
Per punire delitti gravi, diceva,è molto più efficace l’ergastolo. Tesi sostenuta anche dal filosofo napoletano Tommaso Campanella. E qui ti voglio: almeno comminiamo l’ergastolo a questi assassini!
Invece abbiamo davanti agli occhi esempi di
persone che hanno sterminato senza pietà tutta la propria famiglia per motivi abbietti che
dopo pochi anni sono già in circolazione e che per di più erediteranno addirittura i beni dei familiari che hanno massacrato. Quindi, oltre la pena di morte, è praticamente stato abolito anche l’ergastolo.
Non solo queste punizioni non rappresentano un deterrente ma, mi duole dirlo, per una mente predisposta al male, rappresentano quasi un incentivo: basta che faccia due conti, un po’ di finta buona condotta e di finto pentimento, un condono che non manca mai e tutto si può fare.
Io non so come abbiano fatto ad arrivare a questo punto di impunità: a bene l’abolizione della
pena di morte, i diritti dei reclusi, la possibilità del loro recupero, ma c’è un limite a tutto.
Intanto per i reati più gravi
bisogna assolutamente ripristinare l’ergastolo senza se e senza ma. In secondo luogo bisognerebbe istituire i
lavori forzati per i delinquenti più pericolosi e recidivi: invece di poltrire in cella ad architettare nuove trame criminose, se al mattino alle 8 debbono uscire al freddo o sotto il sole a lavorare duramente, quando alla sera rientrano in cella avranno solo voglia di dormire e
avranno risarcito almeno in parte i danni causati alla società.
Credo che di fronte almeno a queste pene, i giovani in particolare ci penserebbero due volte prima di mettersi nei guai, e gli immigrati malintenzionati che considerano giustamente il
nostro paese un bengodi, girerebbero alla larga.
Per concludere, entusiasmiamoci pure per l’abolizione della pena di morte, ma
se non sapremo erogare pene certe e adeguate a chi non rispette le regole del vivere civile,
dovremo rassegnarci a vivere nell’incertezza e nella paura.