COMUNICATO STAMPA - MOLTO MENO DI QUELLI PREVISTI I BAMBINI
CON ADHD IN TERAPIA CON PSICOFARMACI
L’8 marzo 2007, veniva autorizzata l’immissione in commercio dell’atomoxetina e del
metilfenidato per il trattamento della sindrome da Deficit di Attenzione e Iperattività (ADHD). Da giugno 2007 è attivo il “Registro Nazionale dell’ADHD nell’età evolutiva” per il monitoraggio dei percorsi diagnostico-terapeutici e assistenziali e per la valutazione degli effetti avversi dei due farmaci indicati per il trattamento della sindrome. La prescrizione del farmaco è vincolata alla registrazione del paziente nel Registro Nazionale.
In 20 mesi di attività sono stati iscritti nel registro 1090 pazienti che hanno ricevuto almeno una
prescrizione di atomoxetina (639 pazienti pari al 57% dei registrati) o metilfenidato (451; 43%). ... Il Registro si è quindi rivelato uno strumento utile per monitorare l’uso dei farmaci per la terapia dell’ADHD, migliorandone l’appropriatezza e identificando in modo più accurato gli effetti avversi. La temuta (da alcuni) “epidemia” di prescrizioni di psicofarmaci ai bambini italiani con ADHD non si è verificata.
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1 commento:
Tratto da:
ADHD
NEWSLETTER N. 17 - anno II - Maggio 2009
http://www.marionegri.it/mn/it/docs/sezioni/pubblicazioni/Newsletter_ADHD/NL_maggio_2009.pdf
COMUNICATO STAMPA
MOLTO MENO DI QUELLI PREVISTI I BAMBINI
CON ADHD IN TERAPIA CON PSICOFARMACI
L’8 marzo 2007, veniva autorizzata l’immissione in commercio dell’atomoxetina e del
metilfenidato per il trattamento della sindrome da Deficit di Attenzione e Iperattività (ADHD). Da giugno
2007 è attivo il “Registro Nazionale dell’ADHD nell’età evolutiva” per il monitoraggio dei percorsi
diagnostico-terapeutici e assistenziali e per la valutazione degli effetti avversi dei due farmaci indicati per
il trattamento della sindrome. La prescrizione del farmaco è vincolata alla registrazione del paziente nel
Registro Nazionale.
In 20 mesi di attività sono stati iscritti nel registro 1090 pazienti che hanno ricevuto almeno una
prescrizione di atomoxetina (639 pazienti pari al 57% dei registrati) o metilfenidato (451; 43%). Il 40%
dei pazienti risiedono in Lombardia, Veneto o Sardegna e un quarto del totale risulta in carico a solo 3
degli 86 Centri di riferimento accreditati dalle Regioni e dalle Province autonome.
Solo il 30% dei pazienti ha ricevuto una terapia psicofarmacologica associata a counseling e ad una
terapia cognitivo-comportamentale, come previsto dal protocollo del Registro e dalle linee guida
nazionali e internazionali. Interventi di counseling sono stati effettuati al 59% dei pazienti, di parent
training al 37% e di child training al 25%.
In 35 pazienti si sono verificati eventi avversi: 8 durante terapia con metilfenidato (1,8% dei casi) e
27 durante terapia con atomoxetina (4,2% dei casi). Per 12 dei 35 pazienti le reazioni sono state giudicate
gravi (1 metilfenidato e 11 atomoxetina) ed è stata necessaria la sospensione della terapia. In 3 degli 11
casi in terapia con atomoxetina la reazione avversa è stata l’ideazione suicidaria.
Il Registro si è quindi rivelato uno strumento utile per monitorare l’uso dei farmaci per la terapia
dell’ADHD, migliorandone l’appropriatezza e identificando in modo più accurato gli effetti avversi. La
temuta (da alcuni) “epidemia” di prescrizioni di psicofarmaci ai bambini italiani con ADHD non si è
verificata. Anche la prevalenza dell’ADHD in Italia sembra essere considerevolmente inferiore a quanto
descritto in altri Paesi europei. Tuttavia, l’applicazione dell’intero percorso diagnostico e terapeutico
riconosciuto come il più appropriato è ancora ampiamente disattesa sull’intero territorio nazionale e
rimanda alla necessità di attivare adeguate risorse (umane e organizzative) a livello locale, nell’ambito dei
servizi sanitari e sociali preposti alla salute per l’età evolutiva.
Pietro Panei
Dipartimento del Farmaco
Istituto Superiore di Sanità
Maurizio Bonati
Capo, Dipartimento Salute Pubblica IRFMN Milano
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