lunedì 14 novembre 2011

Le ultime decisioni del Governo Berlusconi



La risposta di Tremonti alle «39 domande della UE»
E' giunta a Bruxelles la lettera di risposta del governo italiano.  Documento di trenta pagine che ribatte punto per punto alle obiezioni della Comunità europea. Riforme costituzionali, tagli di spesa, evasione fiscale, pensioni, riforma fiscale e welfare, questi i punti affrontati da Tremonti
Pubblicato domenica 13 novembre 2011 alle 20.54


BRUXELLES - E' giunta a Bruxelles la lettera di risposta del governo italiano al questionario inviato a Roma dalla Commissione europea lo scorso 4 novembre. Lo ha confermato questo pomeriggio il portavoce di turno dell'Esecutivo comunitario, Michael Jennings.

«La lettera di risposta, firmata dal ministro dell'Economia Giulio Tremonti, ci è pervenuta, e ora la stiamo analizzando, mentre attendiamo anche ulteriori informazioni da parte della nostra missione a Roma», ha detto il portavoce. Il questionario conteneva 39 domande di chiarimenti sulle misure anticrisi che il governo Berlusconi si era impegnato a realizzare con la 'lettera d'intenti' all'Ue del 26 ottobre.
La reintroduzione dell'Ici sulla prima casa vale 3,5 miliardi - La reintroduzione dell'Ici sulla prima casa porterebbe introiti per 3,5 miliardi di euro.

Nelle 41 pagine di risposta che il ministro ha inviato a Bruxelles, Tremonti parla tra l'altro dell'ipotesi di reintroduzione dell'Ici sulla prima casa. Reintroduzione difficile da prevedere, spiega il ministro, a causa dell'implementazione del federalismo fiscale. Il consiglio dei ministri dello scorso 24 ottobre ha approvato, in via preliminare, il primo decreto delegato previsto dalla delega fiscale che «prevede diverse forme di tassazione dei servizi erogati dalla municipalità ai residenti».

In ogni caso non è pregiudicata «la possibilità di adottare nuove misure legislative per modificare l'attuale quadro normativo. L'aumento stimato nel gettito fiscale dalla reintroduzione dell'Ici sulla prima casa ammonta a circa 3,5 miliardi di euro».

300mila posti in meno nella PA entro il 2014 - Trecentomila posti di lavoro in meno entro il 2014 nella pubblica amministrazione, grazie al blocco del turnover.

«Le misure adottate nel 2008-2011 per bloccare il turnover porterebbe ad una significativa riduzione del pubblico impiego, pari a circa 300mila posti di lavoro nel 2014. In questo quadro - spiega il ministro uscente - la mobilità diventa essenziale per riallocare al meglio gli impiegati nei vari settori della pubblica amministrazione, evitando potenziali problemi derivanti da un effettivo blocco del turnover». Quelli che non potranno essere riallocati, speiga ancora il documento, così come previsto dalla legge di Stabilità, riceveranno l'80% dell'ultimo stipendio per i successivi 24 mesi. Le aspettative sono per un guadagno di efficienza e un risparmio dei costi che saranno «alti».

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