lunedì 20 maggio 2013

Aggiornamento Stamina


IL COMMENTO - Metodo Stamina alla prova  - È il momento di scoprire le carte

Un successo per Stamina, ma per il suo presidente Vannoni le modifiche comportano l'inefficacia della terapia

Lunedì la Camera sarà chiamata a pronunciarsi sul decreto Balduzzi relativo al «metodo Stamina», dopo le modifiche apportate dalla Commissione affari sociali dello stesso ramo del Parlamento. Tali modifiche prevedono che lo Stato si faccia carico di una sperimentazione controllata sul trattamento in questione, secondo criteri di ripetibilità e sicurezza. Dovrebbe trattarsi di un successo per Stamina Foundation. Ma il suo presidente, Davide Vannoni, ha spiegato, in sette punti, come e perché i criteri previsti comprometterebbero l'efficacia della terapia.
La maggioranza della comunità scientifica, a propria volta, ha ribattuto che tali obiezioni sono infondate. Un giudizio tecnico è ovviamente impossibile per chi non è «addetto ai lavori», però l'impressione è che l'emendamento offra a Stamina una notevole opportunità. A meno di non voler dar credito all'ipotesi di un'enorme «complotto» da parte della comunità scientifica, finalizzato a far fallire il metodo per proteggere oscuri interessi: l'azione di una lobby diabolica, capace di condizionare i membri del Parlamento. Francamente si fa molta fatica anche soltanto a prendere in considerazione uno scenario del genere. Chi mai potrebbe desiderare il male delle famiglie dei bambini che hanno riscontrato benefici con il metodo Stamina? Può esistere un cinismo del genere? E può essere così diffuso e corporativo? Sarebbe questo il denominatore comune di tanti ricercatori che lavorano nei laboratori italiani (e internazionali)? Non è decisamente credibile.
E, per passare al versante opposto delle accuse: si fa moltissima fatica anche ad accettare l'idea che possano essere interessi particolari ad aver suggerito ai rappresentanti di Stamina Foundation di non mettere completamente «in chiaro» il metodo nei termini in cui è stato loro chiesto dagli altri scienziati. Allora non resta che scoprire tutte le carte. La posta in gioco potrebbe essere una terapia straordinaria, non solo per i pazienti trattati finora, ma per moltissimi a venire. In questa storia, alla fine, sarebbe bello poter concludere che ci sono state incomprensioni ed errori, ma nessun cinismo.


1 commento:

Franco Gatti ha detto...

Tratto da: Doctor news di oggi


POLITICA E SANITÀ

Stamina, prosegue iter dl. Dibattito aperto su gestione metodo

Il disegno di legge di conversione del decreto sulle staminali, che da il via alla sperimentazione di terapie con cellule staminali mesenchimali del metodo Stamina, ritornerà oggi alla Camera per il voto. È fissato per questa mattina alle 9:30 il termine ultimo per la presentazione degli emendamenti per l'Aula. Il Parlamento ha fatto «un lavoro serio, rigoroso ed etico» affrontando una «difficile e sensibilissima vicenda» ha dichiarato il ministro della Salute Beatrice Lorenzin al termine della discussione e ha aggiunto: «Mi unisco allo spirito con cui la Commissione ha affrontato la difficile prova di bilanciare il diritto alla salute e la libertà di cura». Ma mentre in Aula prosegue l'iter legislativo, nei giorni scorsi si è acceso il dibattito in seguito alle dichiarazioni di Davide Vannoni, presidente della Stamina Foundation, ideatore del metodo Stamina, che ha fatto sapere che «consegnerà la metodica "in chiaro" al ministero della Salute e all'Iss solo qualora la sperimentazione possa avvenire in laboratori non farmaceutici, cioè in quelli per i trapianti». E in un post sul suo profilo Facebook ha spiegato quali sono gli impedimenti tecnici, in particolare sostiene che i media di coltura utilizzati dal protocollo Stamina non sono Gmp (Good manufacturing practice, le norme di buona fabbricazione): «Modificarli per adeguarli a una produzione farmaceutica creerebbe un prodotto cellulare differente che non sarebbe mai stato applicato sull'uomo». Ma la risposta alla questione sollevata arriva dal Centro nazionale trapianti (Cnt) che fa sapere che i loro centri non potranno utilizzare i prodotti Stamina perché questi non rispettano «le norme di qualità farmaceutica». In base al regolamento europeo 1394/2007, si legge nella nota, «devono essere considerati a tutti gli effetti farmaci e pertanto trattati in ambienti che rispettino le norme di qualità farmaceutica. Per questa ragione, nel rispetto del loro specifico ordinamento, i laboratori che operano per i centri di trapianto non possono trattarli». Le preparazioni cellulari autorizzate a entrare nei centri di trapianto «devono possedere specifici e accertati requisiti di qualità e di sicurezza e rispettare le indicazioni di legge. Non sarà possibile a un centro trapianto utilizzare i prodotti Stamina perché, date le modalità di preparazione, devono essere rispettate le norme di qualità farmaceutica come appare del tutto evidente in questo caso».

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