2001: "Non so quanto tempo mi impegnerà l’incarico di sindaco. Ma comunque a un certo punto finirà e invece di diventare uno di quei politici per i quali si cerca un posto in un consiglio di amministrazione, vorrei dedicarmi alla questione dell’Africa
2006: "Se sarò eletto di nuovo Sindaco di Roma, alla fine di questo secondo quinquennio io avrò concluso la mia esperienza politica. Sì, perchè non bisogna fare la politica a vita”
2013: Veltroni, missione in Africa? No, alla RaiMarcello Veneziani -
Gio, 31/01/2013 - 07:55
Un uccellino, o forse una cornacchia, mi bisbiglia che Walter Veltroni sarà il prossimo presidente della Rai
Un uccellino, o forse una cornacchia, mi bisbiglia che Walter Veltroni sarà il prossimo presidente della Rai. L'aspirazione di una vita e il riscatto a reti unificate dalla rottamazione. La sua carriera sembrò sfociare prima in Africa da missionario veltroniano, deviazione dei missionari comboniani; poi nella narrativa, con strascico di film ispirati all'opera di Walter Scott-Veltroni. Invece sarebbe coronata dal ritorno al primo amore, la Tv. Veltroni in fondo è sempre stato un berlusconiano in versione statale, sinistresca e romanesca. Quel che preoccupa, però, è la sua idea di cultura pubblica. Sul Corriere della sera Veltroni ha scritto una cosa raccapricciante: «La cultura, fa bene ricordarlo, è una invenzione della modernità».
Come dire che i classici, le civiltà, le tradizioni, Platone, Aristotele e via dicendo, erano solo roba da buzzurri retrogradi. Se Veltroni s'è spiegato male e voleva dire invece che lo Stato culturale è un'invenzione moderna, la castroneria si fa più mirata: vuol dire che per il Walter, dai Faraoni ad Alessandro Magno, dalla Grecia di Pericle e del teatro alla Roma di Adriano o di Mecenate, da san Gregorio Magno a Federico II di Svevia, il potere non s'occupava di cultura prima della modernità. In una botta sola, Veltroni smentisce con spettacolare negazionismo grandiose opere e testimonianze. Aspetto ora da Veltroni una castroneria riparatrice, del tipo: la tv, il cellulare e l'iPad furono invenzioni dell'antichità. Se la cultura è un'invenzione della modernità, Omero twittava con l'iPhone.
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