ROMA
Mandare in soffitta l'Imu e ripescare dai lavori della bicamerale sul federalismo la "service tax". Un'imposta unica sui servizi e sulla casa. Una sorta di "maxi-Tares", per intenderci, che tenga conto del prelievo comunale sugli immobili, di quello sui rifiuti e sui servizi a cui aggiungere un prelievo mirato sulle case di pregio.
In alternativa, la strada che il Governo Letta potrebbe imboccare per sciogliere una volta per tutte il nodo Imu potrebbe essere quella di avvicinare ancora di più l'imposta municipale unica al modello tedesco, ovvero a una tassa molto più federale, completamente gestita dal territorio e strettamente legata a una rivalutazione delle rendite. Che in Italia vorrebbe dire mettere mano subito alla riforma del catasto. La terza via possibile è quella, forse, più "conservativa" e che punterebbe a una semplice rimodulazione dell'imposta con un intervento mirato sulle detrazioni per l'abitazione principale e i carichi di famiglia. Con una maggiore progressività del prelievo legata al reddito e all'Isee. A meno che non la spuntasse il Pdl sull'eliminazione tout court del prelievo sull'abitazione principale. Questo mentre il ministro degli Affari regionali, Graziano Del Rio, sottolinea come "di restituzione dell'Imu del 2012 nel programma non si è parlato. In questo momento non c'è stata posta la restituzione come obiettivo».
Al momento nulla è ancora stato definito nel dettaglio e la macchina dei tecnici si sta mettendo in moto in queste ore per dare risposte immediate e non solo politiche. In primo luogo facendo chiarezza sul destino dell'Imu anche all'interno del Documento di economia e finanza. Il Def all'esame delle Camere, infatti, dopo gli ultimi ritocchi del Governo Monti, parla di stabilizzazione dell'imposta municipale anche dopo il 2014, quando terminerà la fase sperimentale prevista dal Salva-Italia. Mentre il nuovo Governo parla di riduzione o soppressione. Ma in caso di abolizione dell'Imu, per l'Europa l'intervento 2011 sugli immobili sarebbe una misura una tantum e dunque da considerare al di fuori del piano di uscita dalla procedura di deficit eccessivo. Un lusso che l'Italia non può certo permettersi, anche davanti alla posizione senza mediazioni del Pdl che, al momento, non rinuncia alla cancellazione dell'Imu sull'abitazione principale e alla restituzione di quanto versato nel 2012. La corsa contro il tempo sull'Imu non si esaurirà certo con la presentazione da parte del neo ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni, di un nuovo Def o di una nota di variazione, come gli verrà chiesto dal Parlamento lunedì prossimo. D'altronde il nuovo Governo dovrà chiarire il futuro dell'Imu, ma anche i perimetri degli altri interventi annunciati da Letta. Sul tema un primo chiarimento tra Parlamento e Saccomanni ci sarà già giovedì pomeriggio quando le Commissioni speciali di Camera e Senato lo audiranno proprio sul futuro Def. La settimana prossima, il Governo Letta senza indugi, dovrà dare un primo concreto segnale a contribuenti e Comuni che sulla definizione delle modalità e regole di pagamento dell'Imu 2013 sono già al lavoro. In questo senso si attende il primo decreto legge con l'ufficializzazione dello stop al pagamento di giugno e le eventuali modalità per far fronte agli effetti di cassa, pari a circa 2 miliardi di euro, che la sospensione produrrà sui bilanci degli enti locali.
Con il blocco dei pagamenti di giugno il Governo prende tempo per definire le linee di intervento e attuare una "riforma" strutturale della tassazione sulla casa che, come ha sottolineato il premier nel suo programma, può produrre "crescita". A fargli eco anche il ministro per gli Affari regionali, Graziano Delrio, che da presidente ancora in carica dell'Anci e profondo conoscitore del tema ieri ha voluto sottolineare che «l'Imu verrà sospesa per la rata di giugno con l'impegno ad alleggerirla soprattutto per i meno abbienti». Comunque sia l'intervento sull'aumento delle detrazioni per l'abitazione principale, anche fino a 500 euro con la possibilità di esentare una quota vicino al 90% dei contribuenti, è ritenuto dal Pd un intervento più conservativo e poco "riformatore". Va anche ricordato che già nel 2102 oltre 1.000 Comuni hanno, di loro iniziativa, esentato dall'Imu l'abitazione principale o, come ha reso noto ieri il comune di Cagliari, hanno ridotto il prelievo 2013 su tutti gli immobili, penalizzando solo le case sfitte. Oppure, come ha già annunciato il Campidoglio, scelto di non far pagare l'Imu a 376mila famiglie con un "quoziente Roma" (la versione capitolina dell'Isee) fino a 15mila euro.
Dal modello Roma potrebbe quindi riprendere quota anche un progetto già studiato dalle forze politiche: quello di legare il prelievo sulla casa al reddito del contribuente e all'Isee. Ma a giocare contro un simile intervento ci sarebbero i costi da adempimento, sia quelli sostenuti dai contribuenti, sia quelli delle amministrazioni nella riscossione e nei controlli.
Nell'ottica di un intervento che vada oltre una rimodulazione del prelievo non è escluso, come detto, che il Pd ripeschi il vecchio progetto della "service tax" studiato e poi accantonato nel 2011 nel corso del dibattito sul federalismo fiscale. Una "super-Tares" che tenga conto dell'imposta sui servizi, sui rifiuti e sulla casa. Una sola leva fiscale in mano ai Comuni che, volendo, potranno aggiungere un prelievo aggiuntivo sui beni di pregio. In sostanza una tassazione "alla francese" con un prelievo minimo sulla casa e un carico fiscale maggiore sui servizi cui saranno chiamati a partecipare anche gli inquilini.
Tratto da: http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-05-01/rinvio-decreto-legge-arrivo-063831.shtml?uuid=Ab3qY2rH
In alternativa, la strada che il Governo Letta potrebbe imboccare per sciogliere una volta per tutte il nodo Imu potrebbe essere quella di avvicinare ancora di più l'imposta municipale unica al modello tedesco, ovvero a una tassa molto più federale, completamente gestita dal territorio e strettamente legata a una rivalutazione delle rendite. Che in Italia vorrebbe dire mettere mano subito alla riforma del catasto. La terza via possibile è quella, forse, più "conservativa" e che punterebbe a una semplice rimodulazione dell'imposta con un intervento mirato sulle detrazioni per l'abitazione principale e i carichi di famiglia. Con una maggiore progressività del prelievo legata al reddito e all'Isee. A meno che non la spuntasse il Pdl sull'eliminazione tout court del prelievo sull'abitazione principale. Questo mentre il ministro degli Affari regionali, Graziano Del Rio, sottolinea come "di restituzione dell'Imu del 2012 nel programma non si è parlato. In questo momento non c'è stata posta la restituzione come obiettivo».
Al momento nulla è ancora stato definito nel dettaglio e la macchina dei tecnici si sta mettendo in moto in queste ore per dare risposte immediate e non solo politiche. In primo luogo facendo chiarezza sul destino dell'Imu anche all'interno del Documento di economia e finanza. Il Def all'esame delle Camere, infatti, dopo gli ultimi ritocchi del Governo Monti, parla di stabilizzazione dell'imposta municipale anche dopo il 2014, quando terminerà la fase sperimentale prevista dal Salva-Italia. Mentre il nuovo Governo parla di riduzione o soppressione. Ma in caso di abolizione dell'Imu, per l'Europa l'intervento 2011 sugli immobili sarebbe una misura una tantum e dunque da considerare al di fuori del piano di uscita dalla procedura di deficit eccessivo. Un lusso che l'Italia non può certo permettersi, anche davanti alla posizione senza mediazioni del Pdl che, al momento, non rinuncia alla cancellazione dell'Imu sull'abitazione principale e alla restituzione di quanto versato nel 2012. La corsa contro il tempo sull'Imu non si esaurirà certo con la presentazione da parte del neo ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni, di un nuovo Def o di una nota di variazione, come gli verrà chiesto dal Parlamento lunedì prossimo. D'altronde il nuovo Governo dovrà chiarire il futuro dell'Imu, ma anche i perimetri degli altri interventi annunciati da Letta. Sul tema un primo chiarimento tra Parlamento e Saccomanni ci sarà già giovedì pomeriggio quando le Commissioni speciali di Camera e Senato lo audiranno proprio sul futuro Def. La settimana prossima, il Governo Letta senza indugi, dovrà dare un primo concreto segnale a contribuenti e Comuni che sulla definizione delle modalità e regole di pagamento dell'Imu 2013 sono già al lavoro. In questo senso si attende il primo decreto legge con l'ufficializzazione dello stop al pagamento di giugno e le eventuali modalità per far fronte agli effetti di cassa, pari a circa 2 miliardi di euro, che la sospensione produrrà sui bilanci degli enti locali.
Con il blocco dei pagamenti di giugno il Governo prende tempo per definire le linee di intervento e attuare una "riforma" strutturale della tassazione sulla casa che, come ha sottolineato il premier nel suo programma, può produrre "crescita". A fargli eco anche il ministro per gli Affari regionali, Graziano Delrio, che da presidente ancora in carica dell'Anci e profondo conoscitore del tema ieri ha voluto sottolineare che «l'Imu verrà sospesa per la rata di giugno con l'impegno ad alleggerirla soprattutto per i meno abbienti». Comunque sia l'intervento sull'aumento delle detrazioni per l'abitazione principale, anche fino a 500 euro con la possibilità di esentare una quota vicino al 90% dei contribuenti, è ritenuto dal Pd un intervento più conservativo e poco "riformatore". Va anche ricordato che già nel 2102 oltre 1.000 Comuni hanno, di loro iniziativa, esentato dall'Imu l'abitazione principale o, come ha reso noto ieri il comune di Cagliari, hanno ridotto il prelievo 2013 su tutti gli immobili, penalizzando solo le case sfitte. Oppure, come ha già annunciato il Campidoglio, scelto di non far pagare l'Imu a 376mila famiglie con un "quoziente Roma" (la versione capitolina dell'Isee) fino a 15mila euro.
Dal modello Roma potrebbe quindi riprendere quota anche un progetto già studiato dalle forze politiche: quello di legare il prelievo sulla casa al reddito del contribuente e all'Isee. Ma a giocare contro un simile intervento ci sarebbero i costi da adempimento, sia quelli sostenuti dai contribuenti, sia quelli delle amministrazioni nella riscossione e nei controlli.
Nell'ottica di un intervento che vada oltre una rimodulazione del prelievo non è escluso, come detto, che il Pd ripeschi il vecchio progetto della "service tax" studiato e poi accantonato nel 2011 nel corso del dibattito sul federalismo fiscale. Una "super-Tares" che tenga conto dell'imposta sui servizi, sui rifiuti e sulla casa. Una sola leva fiscale in mano ai Comuni che, volendo, potranno aggiungere un prelievo aggiuntivo sui beni di pregio. In sostanza una tassazione "alla francese" con un prelievo minimo sulla casa e un carico fiscale maggiore sui servizi cui saranno chiamati a partecipare anche gli inquilini.
Tratto da: http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-05-01/rinvio-decreto-legge-arrivo-063831.shtml?uuid=Ab3qY2rH
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