lunedì 31 agosto 2009
http://www.improb.com/
Vi segnalo un interessante sito in inglese sulla scienza "improbabile"; viene aggiornato regolarmente, e richiede quindi visite regolari.
"Improbable research is research that makes people laugh and then think.
Improbable Research is the name of our organization. We collect (and sometimes conduct) improbable research. We publish a magazine called the Annals of Improbable Research, and we administer the Ig Nobel Prizes."
Improbable Research is the name of our organization. We collect (and sometimes conduct) improbable research. We publish a magazine called the Annals of Improbable Research, and we administer the Ig Nobel Prizes."
domenica 30 agosto 2009
Dimagrire ? Solo con attività fisica regolare !
Dimagrire senza fatica? Ecco perché non serve
Le soluzioni e le diete che promettono perdita di peso senza fatica nascondo il rischio del «rimbalzo»
Oggi vengono proposte molte soluzioni per dimagrire in fretta: pastiglie, preparati vari o diete che farebbero ritrovare la linea con poca (talvolta nessuna) fatica. Ma funzionano davvero? «Se si vuole dimagrire senza far nulla si è sulla strada sbagliata» spiega Andrea Ghiselli, nutrizionista dell'Inran (Istituto Nazionale Ricerca Alimenti e Nutrizione) di Roma. «La prima cosa da fare se si vuole cominciare un progetto dietetico-dimagrante è invece proprio partire dall'attività fisica». «Se perdiamo peso solo con la dieta o grazie a qualche pastiglia più o meno esotica, magari ci liberiamo davvero di qualche chilo, ma perchè perdiamo soprattutto acqua e muscolo»
SEGUE NEI COMMENTI O AL LINK: http://www.corriere.it/salute/nutrizione/09_agosto_23/video_dimagrire_senza_fatca_29392910-8fb3-11de-ab60-00144f02aabc.shtml
Per dettagli: CHIEDI AL TUO MEDICO !!!
Dimagrire senza fatica? Ecco perché non serve
Le soluzioni e le diete che promettono perdita di peso senza fatica nascondo il rischio del «rimbalzo»
Oggi vengono proposte molte soluzioni per dimagrire in fretta: pastiglie, preparati vari o diete che farebbero ritrovare la linea con poca (talvolta nessuna) fatica. Ma funzionano davvero? «Se si vuole dimagrire senza far nulla si è sulla strada sbagliata» spiega Andrea Ghiselli, nutrizionista dell'Inran (Istituto Nazionale Ricerca Alimenti e Nutrizione) di Roma. «La prima cosa da fare se si vuole cominciare un progetto dietetico-dimagrante è invece proprio partire dall'attività fisica». «Se perdiamo peso solo con la dieta o grazie a qualche pastiglia più o meno esotica, magari ci liberiamo davvero di qualche chilo, ma perchè perdiamo soprattutto acqua e muscolo» spiega l'esperto. «E più proseguiamo più ci priviamo di massa magra. Quando però smettiamo e cominciamo il cosiddetto "mantenimento" abbiamo ormai impoverito il nostro organismo della sua massa muscolare e abbiamo anche abbassato il metabolismo basale, quindi lo stesso alimento che prima non ci faceva ingrassare ora ci fa ingrassare». Insomma le «scorciatoie» possono portare a una riduzione del peso, ma per dimagrire in modo sano e duraturo bisogna fare un po' di «sana fatica».
Il forum sulla nutrizione: chiedi all'esperto - 23 agosto 2009(ultima modifica: 24 agosto 2009)
sabato 29 agosto 2009
Bicicletta, casco e giubbetto !
Secondo voi sarebbe utile rendere obbligatori casco e giubbetto fluorescente per i ciclisti ?
Secondo me sarebbe una legge più condivisibile di molte altre che il Governo ed il Parlamento stanno approvando ...
E perchè non viene fatto ?
Secondo me sarebbe una legge più condivisibile di molte altre che il Governo ed il Parlamento stanno approvando ...
E perchè non viene fatto ?
Anch'io posso diventare ricco ! USD 25.8 Million
Ecco l'inizio di un mail ricevuto mentre ero in vacanza..., e di cui ho cancellato i dettagli, per evitare che voi curiosoni poteste rubarmi il gruzzoletto ... !
Dear Friend,
I am the manager of bill and exchange at the foreign remittance Department of BANK OF Africa (B.O.A) here in XXX, Burkina Faso. In my department we discovered an abandoned sum of US$ 25.8 Million dollars in an account that belongs to one of our foreign Customer (MR. YYY) who died along with His entire family in July 2003 in a plane crash. ...
I am the manager of bill and exchange at the foreign remittance Department of BANK OF Africa (B.O.A) here in XXX, Burkina Faso. In my department we discovered an abandoned sum of US$ 25.8 Million dollars in an account that belongs to one of our foreign Customer (MR. YYY) who died along with His entire family in July 2003 in a plane crash. ...
venerdì 28 agosto 2009
Povero Cereda..., anche il Consigliere Rapetti lo mette in crisi ...
Tratto da: http://www.mi-lorenteggio.com/news/5316
Buccinasco. Rapetti (Insieme per Buccinasco) si è reso indipendente
È morto Virgilio Savona
tratto da: http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/spettacoli/2009/28-agosto-2009/morto-virgilio-savonaaveva-fondato-quartetto-cetra-1601710194370.shtml
È morto Virgilio Savona - Con lui fino all'ultimo istante, sua moglie, Lucia Mannucci - Aveva fondato il Quartetto Cetra - Si spegne la terza voce della celeberrima formazione
È la terza voce del Quartetto Cetra a spegnersi. È morto nella notte di ieri Virgilio Savona. Aveva 89 anni ed era ricoverato all’ospedale San Giuseppe di Milano. Con lui fino all'ultimo istante sua moglie, l'inscindibile Lucia Mannucci, compagna e sodale di una vita. Lucia entrò nel Quartetto Cetra e sposò Virgilio nel dopoguerra. Da allora vita e musica hanno camminato insieme. Fino a ieri notte.
Palermitano di nascita, Virgilio Savona aveva fondato il Quartetto Cetra insieme con Felice Chiusano (1923-1990), Tata Giacobetti (1922-1988) ed Enrico De Angelis, poi rimpiazzato dalla stessa Lucia Mannucci (1922) che oggi rimane l'unica testimone di una grande pagina musicale che attraversa il Novecento italiano.
Per esteso, il suo nome è Antonio Virgilio Savona. Era nato all'alba (letteralmente, il primo gennaio) del 1920. L'incontro con la musica fu assai precoce, a sei anni iniziò a solfeggiare con Renata Paroni. A otto già cantava nel Coro «Adelaide Cairoli» diretto da Pupilli Alemanni. A dieci il debutto all’EIAR. Qui dimostrò subito estro improvvisando al pianoforte, ospite della trasmissione «Il Giornalino del Fanciullo».
Dopo il liceo, nel 1937, si iscrive al Conservatorio di Santa Cecilia e studia pianoforte con Renzo Silvestri. Intanto tenta anche la strada del critico militante, pubblicando recensioni sul «Giornale dello Spettacolo», «Fronte unico» e altre testate. Le canzoni, il suo vero talento, arrivano all'inizio degli anni Quaranta. Le scrive per Diapason-Onda-Radiomelodie. Il 1941 è l'anno del «Quartetto Cetra» (nato dal precedente «Quartetto Ritmo») che debuttò alla radio nella rivista Riepilogando. Nel 1942 Enrico De Angelis lascia il gruppo - richiamato nell'esercito - e a sostituirlo fu Lucia Mannucci che Savona sposa tre anni dopo. Per la celebre formazione, il musicista palermitano scrive la musica e la maggior parte delle canzoni delle quali cura gli arrangiamenti vocali e le strumentazioni.
Nel 1969 fonda con Armando Sciascia «I Dischi dello Zodiaco» che cura per oltre un decennio. Gli anni Settanta lo vedono protagonista alla Televisione Svizzera Italiana, come autore e sceneggiatore di vari programmi musicali di impegno culturale. Dal '74 al ’78 collabora con l’etichetta discografica «Produzioni d’Essai» ma è nel ’75 che dà vita, a Milano, al «Gruppo Sperimentale di Musica Popolare». Negli anni Ottanta, ritorna alla scrittura: nel 1981 firma libri di ricerca scientifica sul canto popolare infantile, un settore che lo coinvolgerà anche come musicista. Nel 1982, infatti, Virgilio compone, su commissione di Luciano Berio, l’Opera delle Filastrocche di Gianni Rodari. L'opera va in scena nel 1983 al Teatro della Pergola per il Maggio Musicale Fiorentino. Nel 1991 pubblica - nella collana «Supersound» diretta da Mario Luzzato Fegiz per Sperling & Kupfer - un libro autobiografico dedicato ai Cetra. Lì, il racconto di quella formazione cult si fa diario italiano del Novecento.
Cosa è "la Perdonanza Celestiniana" ?
Ai cattolici, ma anche agli atei ..., potrebbe interessare cosa sia la "perdonanza" di cui si parla oggi. Ho trovato questo articolo che spiega alcuni concetti, senza entrare nel "teologico".
A presto
Franco
L'ANALISI La perdonanza mediatica di VITO MANCUSO
Nella Chiesa antica la penitenza era una cosa seria. Riguardava peccati come l'omicidio, l'apostasia, l'adulterio e veniva amministrata in forma pubblica.
Dopo che il peccatore era stato escluso dalla comunità liturgica per un congruo periodo di tempo e aveva confessato al vescovo il proprio peccato. Il perdono liturgico si poteva ottenere solo una volta nella vita, e se poi si peccava di nuovo non c'era più possibilità di essere riammessi a pieno titolo nella comunità cristiana. All'inizio del medioevo la penitenza divenne reiterabile, ma non per questo perse di rigore: i confessori (ruolo che prese a essere esercitato anche dai semplici sacerdoti) avevano a disposizione appositi libri, i cosiddetti "penitenziali", dove a determinati peccati si facevano corrispondere determinate pene secondo un tariffario oggettivo per evitare favoritismi e disposizioni "ad personam", possibili anche a quei tempi. Per esempio il penitenziaro di Burcardo di Worms, databile intorno all'anno Mille, stabiliva che per un omicidio ci fossero 40 giorni consecutivi di digiuno a pane e acqua e poi 7 anni costellati da privazioni di ogni sorta, soprattutto astinenze sessuali; per un giuramento falso, sempre i canonici 40 giorni di digiuno da estendere poi a tutti i venerdì della vita; per un adulterio "penitenza a pane e acqua per due quaresime e per 14 anni consecutivi". E' importante notare che nel primo millennio l'assoluzione dei peccati veniva concessa solo dopo aver compiuto le opere penitenziali.
Con l'estendersi della mondanizzazione della Chiesa la procedura legata alla penitenza si fece più flessibile: l'assoluzione venne concessa subito dopo l'accusa a voce dei peccati da parte del penitente e a prescindere dall'esecuzione della penitenza assegnata, per soddisfare la quale, peraltro, nacque presto la pratica delle indulgenze. E' noto che fu proprio il persistente abuso della vendita delle indulgenze a costituire la causa della ribellione di Martin Lutero e la successiva divisione della Chiesa.
Nonostante ciò anche la perdonanza celestiniana del 1294 era, ed è, una cosa molto seria. Nella bolla d'indizione papa Celestino V fa ampio riferimento a Giovanni Battista, in particolare al suo martirio, visto che la perdonanza ricorre proprio il 29 agosto, giorno della celebrazione liturgica della decapitazione dell'ultimo grande profeta biblico. E' noto infatti che Giovanni Battista finì in galera e poi venne decapitato per la sua severità morale, in particolare per aver richiamato il re Erode al rispetto della morale matrimoniale, infranta pubblicamente dal sovrano che conviveva illecitamente con la moglie del fratello Filippo, Erodiade, "donna impudica", come la definisce papa Celestino V nella bolla. E' a tutti evidente che Giovanni Battista, seguendo lo stile degli altri profeti biblici, non aveva ancora sviluppato la sottile arte della diplomazia ecclesiastica, capace di distinguere tra vita privata e ruolo istituzionale dell'uomo politico, e così utile a navigare tra le tempeste del mondo senza perdere (fisicamente) la testa. Nella sua ingenuità il Battista riteneva che per un uomo politico non fosse ipotizzabile nessuna distinzione tra vita privata e ruolo istituzionale: era così inesperto di come va il mondo da essere addirittura convinto che se un uomo non è in grado di governare bene e con equità la propria famiglia, meno che mai potrebbe governare bene e con equità la propria nazione. Evidente che era un primitivo, ben al di sotto delle sottili distinzioni che si teorizzano in questi giorni al Meeting di Rimini e che consentono al segretario di Stato del Vaticano di cenare serenamente con l'attuale capo del governo italiano elevandosi mille miglia più in alto rispetto alla rozzezza del Battista con quel suo modo irrituale di sindacare sulla vita sentimentale del leader del suo tempo.
Ma se era seria la penitenza antica ed era seria la Perdonanza di papa Celestino, ancor più serio, terribilmente drammatico, è lo sfondo su cui tutto questo oggi si ripresenta, cioè il terremoto del 6 aprile coi suoi 308 morti, 1500 feriti e le decine di migliaia di sfollati. Nella celebrazione della perdonanza celestiniana di quest'anno all'Aquila si intrecciano quindi tre realtà che meritano rispetto incondizionato da parte di ogni coscienza adeguatamente formata, tanto più se cattolica visto il patrimonio spirituale che è in gioco. Sarebbe stato quindi auspicabile che la gerarchia ecclesiastica non avesse consentito di sfruttare un evento del genere per speculazioni politiche, concedendo visibilità e "perdonanza mediatica" a chi, accusato di aver avuto a che fare con un buon numero di Erodiadi, non ha mai accettato di rispondere pubblicamente e analiticamente alle precise domande in merito, come invece il suo ruolo istituzionale gli impone. E' chiaro a tutti infatti che all'homo politicus, a ogni homo politicus, non interessano le indulgenze ecclesiastiche, neppure quelle plenarie (le quali peraltro si possono ottenere in ognuna della nostre chiese con relativa facilità, rivolgersi al proprio parroco per sapere come).
All'homo politicus interessa solo la sua riserva di caccia, l'elettorato, e sa bene che la vera indulgenza al riguardo non la si ottiene confessandosi e comunicandosi e facendo tutte le altre pratiche devote prescritte da papa Celestino otto secoli fa, ma semplicemente apparendo in tv accanto al potente porporato sorridente e benevolente. E' questa l'indulgenza che il capo del governo, abilissimo homo politicus, cerca, ed è questa l'indulgenza che il segretario di Stato Vaticano gli concederà, con buona pace della testa di san Giovanni Battista, di Celestino V e della sua Perdonanza.
Non posso concludere però senza chiedermi se questo spensierato teatro di potenti che si legittimano a vicenda non abbia qualcosa a che fare con quel nichilismo a proposito del quale Benedetto XVI ha avuto di recente parole di pesantissima condanna. Il fatto che la gerarchia della Chiesa cattolica teoreticamente condanni il nichilismo e poi praticamente lo alimenti, si può spiegare solo con una sete infinita di potere, la quale non giace nelle coscienze dei singoli prelati ma è intrinsecamente connaturata alla struttura di cui essi sono al servizio. La cosa è tanto più drammatica perché forse mai come ora gli uomini sentono il bisogno di apprendere l'arte del perdono e della riconciliazione. (28 agosto 2009)
Domanda
Il reato di clandestinità è stato votato anche dal PDL (compresa la componente CL) o solo dalla Lega ?
Risarcimento ?
Berlusconi fa causa a Repubblica - «Risarcimento da un milione di euro»
ROMA Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, intenta causa a Repubblica e chiede un risarcimento danni per un milione di euro al Gruppo L’Espresso, oltre a una somma da stabilire «a titolo di riparazione». Per i legali del premier, infatti, sono «diffamatorie» le ormai famose «10 domande» formulate dal quotidiano il 26 giugno scorso. La citazione in giudizio - riferisce oggi il quotidiano Repubblica - firmata il 24 agosto, riguarda anche un articolo del 6 agosto dal titolo «Berlusconi ormai ricattabile». Invitati a comparire al Tribunale di Roma sono Giampiero Martinotti, autore del pezzo contestato, il direttore responsabile di Repubblica, Ezio Mauro, e il gruppo L’Espresso. Quanto alle «10 domande» queste sono per i legali di Berlusconi «palesemente diffamatorie», perchè «il lettore è indotto a pensare che la proposizione formulata non sia interrogativa, bensì affermativa ed è spinto a recepire come circostanze vere, realtà di fatto inesistenti». Secca la replica del direttore di Repubblica, in un editoriale in prima pagina dal titolo: «Insabbiare». Mauro scrive: «Non potendo rispondere, se non con la menzogna, Silvio Berlusconi ha deciso di portare in tribunale le dieci domande di Repubblica, insabbiando così - almeno in Italia - la pubblica vergogna di comportamenti privati che sono al centro di uno scandalo internazionale e lo perseguitano politicamente. È la prima volta, nella memoria di un Paese libero, che un uomo politico fa causa alle domande che gli vengono rivolte».
Tratto da: http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/politica/200908articoli/46749girata.asp
ROMA Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, intenta causa a Repubblica e chiede un risarcimento danni per un milione di euro al Gruppo L’Espresso, oltre a una somma da stabilire «a titolo di riparazione». Per i legali del premier, infatti, sono «diffamatorie» le ormai famose «10 domande» formulate dal quotidiano il 26 giugno scorso. La citazione in giudizio - riferisce oggi il quotidiano Repubblica - firmata il 24 agosto, riguarda anche un articolo del 6 agosto dal titolo «Berlusconi ormai ricattabile». Invitati a comparire al Tribunale di Roma sono Giampiero Martinotti, autore del pezzo contestato, il direttore responsabile di Repubblica, Ezio Mauro, e il gruppo L’Espresso. Quanto alle «10 domande» queste sono per i legali di Berlusconi «palesemente diffamatorie», perchè «il lettore è indotto a pensare che la proposizione formulata non sia interrogativa, bensì affermativa ed è spinto a recepire come circostanze vere, realtà di fatto inesistenti». Secca la replica del direttore di Repubblica, in un editoriale in prima pagina dal titolo: «Insabbiare». Mauro scrive: «Non potendo rispondere, se non con la menzogna, Silvio Berlusconi ha deciso di portare in tribunale le dieci domande di Repubblica, insabbiando così - almeno in Italia - la pubblica vergogna di comportamenti privati che sono al centro di uno scandalo internazionale e lo perseguitano politicamente. È la prima volta, nella memoria di un Paese libero, che un uomo politico fa causa alle domande che gli vengono rivolte».
Tratto da: http://www.lastampa.it/redazione/cmsSezioni/politica/200908articoli/46749girata.asp
Un'idea per il prossimo premio Nobel per la Pace
giovedì 27 agosto 2009
CICAP a Superquark
Lo scorso 20 agosto, Superquark, il programma di Piero Angela, ha dedicato un servizio di una decina di minuti al CICAP e al suo "Corso per investigatori di misteri". Per chi se lo fosse perso, è possibile rivederlo qui: http://www.youtube.com/watch?v=PSR_ov9pUx0
Voi la berrete ?
Coca-Cola tries out fizzy milk
Coca-Cola is testing out a new product - fizzy milk named Vio.It is trying out the milk, which is a mixture of skimmed milk and sparkling water with fruit flavourings and cane sugar, in stores and delis in New York.
Coca-Cola is testing out a new product - fizzy milk named Vio.It is trying out the milk, which is a mixture of skimmed milk and sparkling water with fruit flavourings and cane sugar, in stores and delis in New York.
Dettagli in: http://www.ingredientsnetwork.com/seo/03/08/2009/Coca-Cola-tries-out-fizzy-milk?params=19293272;48929
Coca-Cola tries out fizzy milk
Coca-Cola is testing out a new product - fizzy milk named Vio.It is trying out the milk, which is a mixture of skimmed milk and sparkling water with fruit flavourings and cane sugar, in stores and delis in New York.The four flavours that Coca-Cola is to sell the product in are peach mango, berry, citrus and tropical colada.The drinks form part of Coca-Cola's Project Life initiative that is looking into developing milk-based products.In recent news, the company announced that it had gained volume and value share in non-alcoholic ready-to-drink beverages for the eighth quarter in a row.The firm reported that its sparkling beverage unit case volume rose by two per cent in the second quarter of this year"We outperformed the non-alcoholic ready-to-drink industry in most of our key markets and drove further global volume and value share gains," commented Muhtar Kent, chairman and chief executive officer of The Coca-Cola Company.
Coca-Cola is testing out a new product - fizzy milk named Vio.It is trying out the milk, which is a mixture of skimmed milk and sparkling water with fruit flavourings and cane sugar, in stores and delis in New York.The four flavours that Coca-Cola is to sell the product in are peach mango, berry, citrus and tropical colada.The drinks form part of Coca-Cola's Project Life initiative that is looking into developing milk-based products.In recent news, the company announced that it had gained volume and value share in non-alcoholic ready-to-drink beverages for the eighth quarter in a row.The firm reported that its sparkling beverage unit case volume rose by two per cent in the second quarter of this year"We outperformed the non-alcoholic ready-to-drink industry in most of our key markets and drove further global volume and value share gains," commented Muhtar Kent, chairman and chief executive officer of The Coca-Cola Company.
mercoledì 26 agosto 2009
Jannacci al Meeting di Rimini
Ecco il testo dell'intervista pubblicata oggi da "Avvenire":
26 Agosto 2009 - Confessioni d’autore - Jannacci: così ho visto la carezza del Nazareno
«Sì, ho visto la carezza del Nazareno. È successo su un tram di Milano, tanti anni fa». Enzo Jannacci oggi arriva al Meeting a presentare con un grande concerto il suo ultimo cd The Best. A settantaquattro anni, è un uomo che parla con Cristo, che lo cerca ogni giorno, perché – ci dice – ne ha «un gran bisogno». L’amico fraterno di Giorgio Gaber, il "saltimbanco" che ai tempi del Derby cantava le storie di peccatrici e peccatori, della sofferenza di Milano operaia e di poveracci che si suicidano, non ha smesso di credere in un mondo migliore e soprattutto non ha ritrovato la fede, semplicemente perché non l’ha mai perduta: «Credo molto in Dio, ci parlo – rivela in quest’intervista – e non sono mai stato ateo».
26 Agosto 2009 - Confessioni d’autore - Jannacci: così ho visto la carezza del Nazareno
«Sì, ho visto la carezza del Nazareno. È successo su un tram di Milano, tanti anni fa». Enzo Jannacci oggi arriva al Meeting a presentare con un grande concerto il suo ultimo cd The Best. A settantaquattro anni, è un uomo che parla con Cristo, che lo cerca ogni giorno, perché – ci dice – ne ha «un gran bisogno». L’amico fraterno di Giorgio Gaber, il "saltimbanco" che ai tempi del Derby cantava le storie di peccatrici e peccatori, della sofferenza di Milano operaia e di poveracci che si suicidano, non ha smesso di credere in un mondo migliore e soprattutto non ha ritrovato la fede, semplicemente perché non l’ha mai perduta: «Credo molto in Dio, ci parlo – rivela in quest’intervista – e non sono mai stato ateo».
Allora Jannacci, da quando ha invocato «una carezza del Nazareno» per chi è nelle condizioni di Eluana tutti si chiedono dove sia finito l’ateo, il laico, l’artista di sinistra. Quella carezza era solo un’immagine particolarmente efficace dell’autore di «La Fotografia» e di «La disperazione della pietà», oppure c’è dell’altro? La "carezza del Nazareno" è quella che si augura chiunque consideri la vita importante, sempre. Può sembrare retorica ma non lo è. Voglio che sia chiaro: quando ho parlato di Cristo e di Eluana non era una battuta, ma esprimevo convinzioni veramente intime, come faccio di rado e come sto facendo ora. Ho cercato di descrivere quello che penso e che provo di fronte alla sofferenza e alla morte. Perché io non sono mai stato ateo, ho una concezione della vita peculiare, mi ispiro a una concezione filosofica – ad esempio a Umberto Eco – che può sembrare opposta alla religione ma non lo è. E io rifletto molto, da molto tempo, sulla fede.
Che direbbe, ascoltandola, il suo amico Dario Fo? In verità, lui è stato uno dei primi a farmi interrogare su queste cose, inducendomi a studiare Jacopone da Todi, con Mistero Buffo; con Dario ho parlato a lungo del cristianesimo, lui è molto interessato al tema della Croce. Le stesse opere prodotte in quegli anni, inoltre, hanno un risvolto di fede. Quando diciamo al Signore: «Se sapevi che sarei finito così, limitato e sofferente, non mi dovevi creare», stiamo rivolgendoci a Lui. Del resto, qualcuno disse che non c’è persona più credente di chi insiste di non capire il significato della fede.
Enzo Jannacci lo ha capito? Sì, leggendo la Bibbia e i Vangeli; ovviamente, è una ricerca che continua. Dopo il caso Eluana sono stato alla Biblioteca Vaticana. Volevo approfondire la conoscenza di fatti sui quali subisco una costante dialettica interna. Ho un gran bisogno di proseguire questa ricerca e non perché prima fossi ateo; semmai, da giovane ero stupito di queste cose, un po’ come Einstein era stupito di fronte alle sue stesse scoperte: dentro di me c’era il seme di questa fede ma come per il talento musicale quel seme bisogna alimentarlo. Uno non nasce con la fede dentro, in qualche interstizio della propria anima o dell’ipotalamo. Quando ha la fortuna di riconoscerla e di alimentarla, prova le stesse situazioni emotive dell’amore, vede la luce attraverso uno spettro diverso, ha voglia di parlare con gli altri, di cantare; sì, di cantare come ho fatto io la scorsa settimana, in auto, a squarciagola. Quando parlo con un prete, o con i miei familiari, che sono molto attenti a queste problematiche, sento dentro di me qualcosa di molto speciale.
Come definirebbe quello che le sta capitando? Sto vivendo una maturazione del mio credo religioso. Vado avanti con i piedi di piombo, anche se non potrei permettermelo perché non ho tanti anni davanti. Sento di non avere più il tempo per occuparmi di cose troppo terrene; ora guardo al cielo, all’interscambiabilità degli spazi, dove andiamo a picchiare tutti prima o poi. Anche se ho scoperto di avere meno paura dell’eterno.
Cosa fa paura oggi al medico, all’artista, insomma all’uomo Jannacci? Questa gloriosa indifferenza che ci circonda e che mio padre aborriva. Era l’opposto di quello che mi insegnava, l’altruismo. Una gloriosa indifferenza che è così comoda, un egoismo ricco, per il quale va tutto bene, anche ribaltare i clandestini in mare: invece, come ho detto nel caso di Eluana, una vita va salvata sempre, prima la si accoglie e la si rianima e poi magari si gioca con il diritto internazionale per il rimpatrio. Come medico, io dico che la vita – passatemi l’espressione – è una condanna a morte: è inevitabile, sono stato per anni intorno ai letti della terapia intensiva e dei reparti di rianimazione per averne un’idea diversa, ma sempre come medico e come uomo dico anche che salvare una vita è come salvare il mondo. E allora prima viene la vita, prima si corre, si salva l’esistenza della gente poi si analizzano i meccanismi dell’asilo politico, dell’immigrazione, ecc. Prima si fa ribattere il cuore, tirandoli fuori dall’acqua. Certo, è difficile amare il prossimo, ancor più difficile amarlo come se stessi. Ma è la via per arrivare a Dio.
Al Meeting qualcuno potrebbe parlarle dell’incontro con Cristo. L’ha mai provato? Ho visto la sua carezza e, per quanto mi riguarda, ho visto Gesù. Ero piccolo, mi trovavo su un tram, c’era un signore che era talmente stanco che il braccio gli cadeva, una, due, tre volte. Portava gli occhiali, di quelli da vista, ma da povero, di quelli che non sono stati valutati da un oculista e neanche un ottico. Un povero operaio stanco. Gli caddero quegli occhiali e non sapevo se raccoglierglieli o meno, così nell’esitazione sono andato oltre, attratto dal tranviere che era alla guida. Quando mi sono girato quell’uomo aveva di nuovo gli occhiali ed era sveglio. Insomma, aveva un’altra faccia, come se avesse ricevuto una carezza, rincuorato. Amo credere che sia stato Lui. Altri penseranno diversamente, ma io ci credo molto. Lo cerco, parlo con Dio e non ho bisogno di dirgli nulla perché sa già cosa faccio e cosa farò, dove finirò... sa già tutto.
Stasera a Rimini incontrerà migliaia di ragazzi entusiasti della bellezza di Cristo. Perché Jannacci lo vede solo attraverso il dolore, la Croce? È vero, le mie canzoni parlano di persone stanche sul tram, di operai che si buttano giù dalle costruzioni che hanno realizzato e disturbano il traffico, ma vedo la croce anche nei ragazzi presi a coltellate nelle strade di oggi, non vedo molta gioia anche se cerco di osservare questi fatti compenetrando amore e fede. Anche nella mia ricerca religiosa vedo il dolore del Nazareno, la tremenda sofferenza e la sua fatica prima della crocifissione, sotto quella croce enorme che viene messa addosso a uno scheletro, perché quando va verso il Golgota è ridotto così, il Nazareno. Mi sembra quasi che la crocifissione divenga una liberazione dal male, da tutti i mali. - dal nostro inviato a Rimini Paolo Viana LINK: http://www.avvenire.it/Spettacoli/Jannacci+cos+ho+visto+la+carezza+del+Nazareno_200908260700312030000.htm
Per chi volesse ampliare l'argomento, segnalo anche l'intervista simile pubblicata da "Libero"( http://www.libero-news.it/pills/view/19189) che riprende quella de "Il Sussidiario" ( http://www.ilsussidiario.net/articolo.aspx?articolo=35794). La differenza forse più importante è il mancato riferimento a Dario Fo.
Riprendiamoci il nostro tempo !
LAVORO E VITA - Il tempo, bene da difendere dopo i ritmi lenti di agosto.
Una ricerca di Oxford indica che il perenne «sentirsi sotto pressione» è in larga parte frutto di decisioni personali
In agosto il tempo sembra scorrere più lentamente: molti sono in vacanza e chi lavora tende a farlo con ritmi meno serrati. Nel resto dell’anno, invece, ci sentiamo quasi sempre sotto pressione. Nei sondaggi internazionali sulla qualità della vita, l’accumulo di incombenze e la fretta sono indicati come motivi di frustrazione da parte di quasi tutti gli intervistati. Gli esperti parlano di time poverty :
In agosto il tempo sembra scorrere più lentamente: molti sono in vacanza e chi lavora tende a farlo con ritmi meno serrati. Nel resto dell’anno, invece, ci sentiamo quasi sempre sotto pressione. Nei sondaggi internazionali sulla qualità della vita, l’accumulo di incombenze e la fretta sono indicati come motivi di frustrazione da parte di quasi tutti gli intervistati. Gli esperti parlano di time poverty :
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LAVORO E VITA - Il tempo, bene da difendere dopo i ritmi lenti di agosto
Una ricerca di Oxford indica che il perenne «sentirsi sotto pressione» è in larga parte frutto di decisioni personali
In agosto il tempo sembra scorrere più lentamente: molti sono in vacanza e chi lavora tende a farlo con ritmi meno serrati. Nel resto dell’anno, invece, ci sentiamo quasi sempre sotto pressione. Nei sondaggi internazionali sulla qualità della vita, l’accumulo di incombenze e la fretta sono indicati come motivi di frustrazione da parte di quasi tutti gli intervistati. Gli esperti parlano di time poverty : una sindrome che affligge con intensità crescente gli abitanti delle società sviluppate. Nel 1999 il Presidente Clinton nominò una commissione governativa per esaminare il fenomeno e formulare delle proposte. I miglioramenti introdotti negli anni successivi sul fronte dei congedi di maternità e di malattia sono in parte figli di quella commissione. Da che cosa dipende questa «povertà di tempo» di cui tanto ci lamentiamo? Quanto contano i fattori di contesto (ad esempio gli orari e l’organizzazione del lavoro, le politiche di conciliazione e così via) e quanto, invece, le nostre scelte personali, il fatto cioè che facciamo troppe cose? Secondo una recente ricerca diretta da Robert Goodin («Discretionary Time», Oxford University Press), la sindrome della time pressure è in larga misura frutto di decisioni individuali, che ci spingono a fare molto di più di quanto non sarebbe strettamente necessario. Gli autori del volume giungono a questa conclusione dopo aver effettuato una serie di calcoli. Innanzitutto, essi hanno stimato le ore di «lavoro» che sono oggi indispensabili per condurre una vita dignitosa, ma senza pretese: lavoro retribuito fuori casa, lavoro domestico (incluso l’accudimento dei figli), e lavoro per la cura della propria persona. Successivamente sono state misurate (utilizzando i cosiddetti sondaggi sull’uso del tempo) le ore effettivamente impiegate dalle persone per questi tre tipi di attività. La discrepanza è davvero molto ampia: in media un adulto europeo o americano dedica al lavoro retribuito (la cosiddetta carriera) e al lavoro domestico (figli compresi) il doppio del tempo «necessario» e circa il 25% di tempo in più per la cura della propria persona. Se fossimo meno ambiziosi o meno perfezionisti, il tempo «discrezionale» a nostra disposizione ammonterebbe a circa 80 ore per settimana, su un totale di 168. Invece dobbiamo accontentarci di una trentina di ore appena, se va bene. Ovviamente la quantità di «tempo discrezionale» si modifica lungo il ciclo di vita, anche in relazione alla situazione familiare. Quando si hanno dei figli il tempo a disposizione si riduce drasticamente, dato che aumentano le ore indispensabili al loro accudimento. Stante la persistente asimmetria nella divisione del lavoro fra padri e madri, queste ultime sono poi sistematicamente svantaggiate, soprattutto se occupate. I dati segnalano che le madri sole e quelle divorziate sono le figure sociali di gran lunga più vincolate nell’uso del proprio tempo di vita. La figura vincente è invece la cosiddetta famiglia Dink ( double income, no kids ): marito e moglie entrambi in carriera, senza figli. Nei sondaggi anche i Dink si lamentano di non avere mai tempo: ma chi è causa del proprio male dovrebbe piangere solo se stesso. Oltre alla situazione familiare, anche il contesto istituzionale può fare differenza. Grazie alla maggiore disponibilità di prestazioni sociali e misure di conciliazione, una madre sola svedese ha circa venti ore di tempo in più di una madre sola americana. Il capitolo conclusivo del libro esordisce con la seguente esortazione semi-seria: «se volete massimizzare la vostra autonomia temporale e il vostro tempo discrezionale, ecco tre consigli: sposatevi ma non fate figli; se fate figli, non divorziate; magari considerate di trasferirvi in Svezia». Gli autori formulano anche una lunga lista di proposte serie: varare misure capaci di alleviare i vincoli temporali (e non solo gli oneri economici) delle famiglie con figli, ed in particolare delle madri occupate; promuovere una maggiore flessibilità dei tempi di lavoro e dei tempi di vita, per rendere più efficiente tutta l’organizzazione sociale e offrire agli individui una gamma più vasta di opzioni. Lo Stato può e deve far molto per accrescere l’eguaglianza di opportunità sull’uso del tempo dei suoi cittadini. Ma per contrastare la time pressure servirebbe soprattutto una piccola rivoluzione culturale: riacquistare consapevolezza che ogni nostra decisione, personale o professionale, ha costi e benefici non solo monetari, ma anche temporali. Quando ci sentiamo troppo sotto pressione, facciamo un esame di coscienza e cerchiamo di recuperare autonomia decisionale e controllo sulle nostre agende. Come recita il sottotitolo del libro, il tempo discrezionale è più di una semplice risorsa strumentale: è una misura (trascurata, ma molto rilevante) di quanto sono veramente «libere» le nostre vite.
In agosto il tempo sembra scorrere più lentamente: molti sono in vacanza e chi lavora tende a farlo con ritmi meno serrati. Nel resto dell’anno, invece, ci sentiamo quasi sempre sotto pressione. Nei sondaggi internazionali sulla qualità della vita, l’accumulo di incombenze e la fretta sono indicati come motivi di frustrazione da parte di quasi tutti gli intervistati. Gli esperti parlano di time poverty : una sindrome che affligge con intensità crescente gli abitanti delle società sviluppate. Nel 1999 il Presidente Clinton nominò una commissione governativa per esaminare il fenomeno e formulare delle proposte. I miglioramenti introdotti negli anni successivi sul fronte dei congedi di maternità e di malattia sono in parte figli di quella commissione. Da che cosa dipende questa «povertà di tempo» di cui tanto ci lamentiamo? Quanto contano i fattori di contesto (ad esempio gli orari e l’organizzazione del lavoro, le politiche di conciliazione e così via) e quanto, invece, le nostre scelte personali, il fatto cioè che facciamo troppe cose? Secondo una recente ricerca diretta da Robert Goodin («Discretionary Time», Oxford University Press), la sindrome della time pressure è in larga misura frutto di decisioni individuali, che ci spingono a fare molto di più di quanto non sarebbe strettamente necessario. Gli autori del volume giungono a questa conclusione dopo aver effettuato una serie di calcoli. Innanzitutto, essi hanno stimato le ore di «lavoro» che sono oggi indispensabili per condurre una vita dignitosa, ma senza pretese: lavoro retribuito fuori casa, lavoro domestico (incluso l’accudimento dei figli), e lavoro per la cura della propria persona. Successivamente sono state misurate (utilizzando i cosiddetti sondaggi sull’uso del tempo) le ore effettivamente impiegate dalle persone per questi tre tipi di attività. La discrepanza è davvero molto ampia: in media un adulto europeo o americano dedica al lavoro retribuito (la cosiddetta carriera) e al lavoro domestico (figli compresi) il doppio del tempo «necessario» e circa il 25% di tempo in più per la cura della propria persona. Se fossimo meno ambiziosi o meno perfezionisti, il tempo «discrezionale» a nostra disposizione ammonterebbe a circa 80 ore per settimana, su un totale di 168. Invece dobbiamo accontentarci di una trentina di ore appena, se va bene. Ovviamente la quantità di «tempo discrezionale» si modifica lungo il ciclo di vita, anche in relazione alla situazione familiare. Quando si hanno dei figli il tempo a disposizione si riduce drasticamente, dato che aumentano le ore indispensabili al loro accudimento. Stante la persistente asimmetria nella divisione del lavoro fra padri e madri, queste ultime sono poi sistematicamente svantaggiate, soprattutto se occupate. I dati segnalano che le madri sole e quelle divorziate sono le figure sociali di gran lunga più vincolate nell’uso del proprio tempo di vita. La figura vincente è invece la cosiddetta famiglia Dink ( double income, no kids ): marito e moglie entrambi in carriera, senza figli. Nei sondaggi anche i Dink si lamentano di non avere mai tempo: ma chi è causa del proprio male dovrebbe piangere solo se stesso. Oltre alla situazione familiare, anche il contesto istituzionale può fare differenza. Grazie alla maggiore disponibilità di prestazioni sociali e misure di conciliazione, una madre sola svedese ha circa venti ore di tempo in più di una madre sola americana. Il capitolo conclusivo del libro esordisce con la seguente esortazione semi-seria: «se volete massimizzare la vostra autonomia temporale e il vostro tempo discrezionale, ecco tre consigli: sposatevi ma non fate figli; se fate figli, non divorziate; magari considerate di trasferirvi in Svezia». Gli autori formulano anche una lunga lista di proposte serie: varare misure capaci di alleviare i vincoli temporali (e non solo gli oneri economici) delle famiglie con figli, ed in particolare delle madri occupate; promuovere una maggiore flessibilità dei tempi di lavoro e dei tempi di vita, per rendere più efficiente tutta l’organizzazione sociale e offrire agli individui una gamma più vasta di opzioni. Lo Stato può e deve far molto per accrescere l’eguaglianza di opportunità sull’uso del tempo dei suoi cittadini. Ma per contrastare la time pressure servirebbe soprattutto una piccola rivoluzione culturale: riacquistare consapevolezza che ogni nostra decisione, personale o professionale, ha costi e benefici non solo monetari, ma anche temporali. Quando ci sentiamo troppo sotto pressione, facciamo un esame di coscienza e cerchiamo di recuperare autonomia decisionale e controllo sulle nostre agende. Come recita il sottotitolo del libro, il tempo discrezionale è più di una semplice risorsa strumentale: è una misura (trascurata, ma molto rilevante) di quanto sono veramente «libere» le nostre vite.
Maurizio Ferrera, 24 agosto 2009
Permesso di soggiorno e amore.
Se sono i politici a decidere le nozze che s'hanno da fare
da Famiglia Cristiana, 16/8/2009
«Una legge che porterà dolore». Si sta avverando la facile profezia di monsignor Agostino Marchetto, segretario del Pontificio consiglio per i migranti. L'onda della legge Maroni sulla sicurezza (che prevede il reato d'immigrazione clandestina) è arrivata a travolgere anche i matrimoni tra stranieri e i matrimoni misti (le nozze celebrate tra italiani e stranieri), quando lo straniero sia irregolarmente soggiornante. Ironia della sorte, entrata in vigore la legge, è toccato a Verona, la città di Giulietta e Romeo e dell'amore eterno, aprire le danze.Molte agenzie e giornali hanno sposato la tesi diffusa dal ministero degli Interni, e cioè che finalmente si metteva fine alla piaga dei matrimoni combinati al solo scopo di ottenere un permesso di soggiorno e la cittadinanza, dietro cui spesso si cela un vero e proprio racket. In soccorso di questa tesi, ecco le stime offerte dall'Associazione matrimonialisti italiani, che hanno quantificato i matrimoni di convenienza in 30 mila in 10 anni e parlato di tribunali intasati da pratiche di separazione e divorzio.È molto difficile individuare i matrimoni combinati, come dimostra una recente comunicazione della Commissione europea al Consiglio d'Europa e al Parlamento di Strasburgo, contenente una lista lunghissima di condizioni che devono essere soddisfatte per parlare di nozze di convenienza. Ma diamola pure per buona, la cifra, anzi aumentiamola e diciamo che il 50 per cento dei matrimoni misti sono truffaldini. Ma per quale ragione dobbiamo proibire l'altro 50 per cento e gettare il bambino con l'acqua sporca? Eppure è quanto ha fatto questa legge, che modificando il Codice civile stabilisce che chi è presente sul suolo italiano in condizioni d'irregolarità non si sposa. Anche lo straniero che vuole sposarsi con una cittadina italiana deve dimostrare la regolarità del proprio soggiorno.Una proposta di legge simile, in Francia, è stata bocciata dal Tribunale costituzionale. Invece a Verona e in Italia le nozze non s'hanno da fare. Con buona pace di quelle centinaia di migliaia di stranieri clandestini, badanti comprese, che non hanno il diritto d'innamorarsi, amarsi e creare una famiglia fondata sul matrimonio e protetta giuridicamente. In spregio a un diritto fondamentale della persona, sancito dalla Costituzione (agli articoli 29 e 30), dalle leggi dell'Unione, dalla Convenzione europea dei diritti dell'uomo, dal quel diritto naturale e universale che muove il mondo e che è alla base del Vangelo: l'amore.Entrata in vigore la legge che sancisce il reato di clandestinità, l'escalation sembra non avere fine. Sfruttando la leadership appannata del premier, con una classe politica acquiescente, i leghisti sembrano insaziabili. Dimenticando i veri problemi del Paese, le proposte bislacche si susseguono al ritmo di una al giorno, dai presidi e professori autoctoni al dialetto a scuola (ideale per formare cittadini europei), alle gabbie salariali, ai giudici eletti dal popolo fino ai sottotitoli in dialetto delle fiction e al cambio dell'inno nazionale.Quanto alla legge sulla sicurezza, che per le nozze miste sembra scritta da don Rodrigo (ma chiedere a un politico leghista di leggere I promessi sposi del "gran lombardo" Alessandro Manzoni è chiedere troppo), essa sarà probabilmente spazzata via da una sentenza della Consulta non appena qualcuno la impugnerà. Nel frattempo, la Lega avrà già conquistato le poltrone di governatore nelle Regioni del Nord alle amministrative.Che importa se si sarà rivelata un'inutile grida? Al massimo qualche centinaio di migliaia di extra-comunitari avranno dovuto rinunciare al loro sogno di sposarsi e metter su famiglia.
martedì 25 agosto 2009
Il bene ed il male in politica ?
Dopo quello di Luned' (LINK), un altro articolo segnalato da un amico, che illustra una posizione nella quale non mi riconosco, ma sulla quale mi sembra utile riflettere.
Angelo Panebianco, 14 Agosto 2009, Corriere della Sera
La politica non è la lotta tra il bene e il male - Il dibattito su Moralismo e Riformismo
E' possibile liberare dalla gabbia mentale in cui sono imprigionati coloro che confondono politica e morale, che credono che moralità e moralismo siano sinonimi, che pensano che la politica sia una guerra fra l'armata della luce e quella delle tenebre? In un editoriale del 3 luglio ho sostenuto che il Partito democratico dovrebbe scrollarsi di dosso l'ipocrita impalcatura moralista che si è costruito. Che nel Pd ci sia una divisione fra riformisti e moralisti è dimostrato dalle reazioni a quell'articolo. ...
Leggi tutto in: http://www.corriere.it/cultura/speciali/2009/bene_e_male/notizie/editoriale_panebianco_dc490c34-88db-11de-a986-00144f02aabc.shtml
Angelo Panebianco, 14 Agosto 2009, Corriere della Sera
La politica non è la lotta tra il bene e il male - Il dibattito su Moralismo e Riformismo
E' possibile liberare dalla gabbia mentale in cui sono imprigionati coloro che confondono politica e morale, che credono che moralità e moralismo siano sinonimi, che pensano che la politica sia una guerra fra l'armata della luce e quella delle tenebre? In un editoriale del 3 luglio ho sostenuto che il Partito democratico dovrebbe scrollarsi di dosso l'ipocrita impalcatura moralista che si è costruito. Che nel Pd ci sia una divisione fra riformisti e moralisti è dimostrato dalle reazioni a quell'articolo. ...
Leggi tutto in: http://www.corriere.it/cultura/speciali/2009/bene_e_male/notizie/editoriale_panebianco_dc490c34-88db-11de-a986-00144f02aabc.shtml
Quando la Chiesa si ricorda del Vangelo ...
VATICANO: CALDEROLI "OFFENSIVO"
(AGI) - CdV, 25 ago. - Mons. Antonio Maria Veglio' risponde al mnistro Roberto Calderoli, secondo il quale le sue parole sugli immigrati "non sono quelle del Vaticano e della CEI da cui, anzi, spesso, lo stesso Veglio' e' stato poi contraddetto". "Al riguardo - afferma il presidente del Pontificio Consiglio per la pastorale delle migrazioni - con tutto il rispetto possibile e per amore di verita', vorrei asserire che come Capo Dicastero ho il grande onore di fare dichiarazioni a nome della Santa Sede; mai sono stato contraddetto dalla Santa Sede; mai sono stato contraddetto dalla Conferenza Episcopale Italiana". Secondo il presule, "forse il Signor Ministro aveva in mente altre situazioni o si riferiva a qualcun altro". Ma in ogni caso, continua Veglio', "e' inaccettabile e offensivo quanto viene riportato piu' avanti nella dichiarazione del Ministro, quasi che io sia responsabile della morte di tanti poveri esseri umani, inghiottiti dalle acque del Mediterraneo. La mia dichiarazione - conclude - partiva solo da un fatto concreto, tragico: la morte di tante persone, senza accuse, ma chiamando tutti alla propria responsabilita'".
Tratto da: http://www.agi.it/cronaca/notizie/200908251512-cro-rt11173-vaticano_calderoli_offensivo
MONS. MARCHETTO:REATO CLANDESTINITA' E' PECCATO ORIGINALE LEGGE
(AGI) - CdV, 25 ago. - L'introduzione del reato di immigrazione clandestina "ha importanti ripercussioni sulla vita del migrante e della sua famiglia. Lo considero il 'peccato originale' della legislazione sulle migrazioni". Lo scrive l'arcivescovo Agostino Marchetto in un articolo pubblicato sulla rivista giuridica online statunitense "Jurist". Il segretario del Pontificio Consiglio per la pastorale delle migrazioni rinnova nel testo le critiche dalle quali la Santa Sede aveva preso le distanze con una precisazione del portavoce, padre Federico Lombardi. Secondo il numero due del dicastero vaticano, la nuova legge "rendera' difficile o addirittura impossibile a chi arriva irregolarmente nel nostro Paese trovare una casa e mandare soldi alla propria famiglia all'estero. C'e' una fondata preoccupazione - osserva - per le condizioni delle famiglie che sono rimaste nel Paese di origine", oltre all'effetto di "privare questi Paesi di entrate le cui povere economie hanno profondo bisogno". La legge italiana, secondo mons. Marchetto, non sembra essere "family-friendly" in quanto "un immigrato irregolare non puo' essere registrato come genitore di un bambino ne' contrarre matrimonio". L'impossibilita' di registrarsi all'anagrafe per gli immigrati senza fissa dimora, prosegue, "li rende, a tutti gli effetti civili, persone che non esistono". "Gli Stati - conclude l'articolo - hanno certamente il diritto di controllare le loro frontiere e di fare in modo che non siano un punto di ingresso permeabile ai criminali, che possono anche approfittare della miseria e delle disperate condizioni di chi vuole emigrare. Tuttavia, giustizia e solidarieta' non sono opposti, vanno di pari passo, cosi' come la sicurezza pubblica e l'accoglienza. Il bene comune di una nazione, in ogni caso, deve essere considerato nel contesto del bene comune universale".
Tratto da: http://www.agi.it/news/notizie/200908251456-cro-rt11163-mons_marchetto_reato_clandestinita_e_peccato_originale_legge
(AGI) - CdV, 25 ago. - Mons. Antonio Maria Veglio' risponde al mnistro Roberto Calderoli, secondo il quale le sue parole sugli immigrati "non sono quelle del Vaticano e della CEI da cui, anzi, spesso, lo stesso Veglio' e' stato poi contraddetto". "Al riguardo - afferma il presidente del Pontificio Consiglio per la pastorale delle migrazioni - con tutto il rispetto possibile e per amore di verita', vorrei asserire che come Capo Dicastero ho il grande onore di fare dichiarazioni a nome della Santa Sede; mai sono stato contraddetto dalla Santa Sede; mai sono stato contraddetto dalla Conferenza Episcopale Italiana". Secondo il presule, "forse il Signor Ministro aveva in mente altre situazioni o si riferiva a qualcun altro". Ma in ogni caso, continua Veglio', "e' inaccettabile e offensivo quanto viene riportato piu' avanti nella dichiarazione del Ministro, quasi che io sia responsabile della morte di tanti poveri esseri umani, inghiottiti dalle acque del Mediterraneo. La mia dichiarazione - conclude - partiva solo da un fatto concreto, tragico: la morte di tante persone, senza accuse, ma chiamando tutti alla propria responsabilita'".
Tratto da: http://www.agi.it/cronaca/notizie/200908251512-cro-rt11173-vaticano_calderoli_offensivo
MONS. MARCHETTO:REATO CLANDESTINITA' E' PECCATO ORIGINALE LEGGE
(AGI) - CdV, 25 ago. - L'introduzione del reato di immigrazione clandestina "ha importanti ripercussioni sulla vita del migrante e della sua famiglia. Lo considero il 'peccato originale' della legislazione sulle migrazioni". Lo scrive l'arcivescovo Agostino Marchetto in un articolo pubblicato sulla rivista giuridica online statunitense "Jurist". Il segretario del Pontificio Consiglio per la pastorale delle migrazioni rinnova nel testo le critiche dalle quali la Santa Sede aveva preso le distanze con una precisazione del portavoce, padre Federico Lombardi. Secondo il numero due del dicastero vaticano, la nuova legge "rendera' difficile o addirittura impossibile a chi arriva irregolarmente nel nostro Paese trovare una casa e mandare soldi alla propria famiglia all'estero. C'e' una fondata preoccupazione - osserva - per le condizioni delle famiglie che sono rimaste nel Paese di origine", oltre all'effetto di "privare questi Paesi di entrate le cui povere economie hanno profondo bisogno". La legge italiana, secondo mons. Marchetto, non sembra essere "family-friendly" in quanto "un immigrato irregolare non puo' essere registrato come genitore di un bambino ne' contrarre matrimonio". L'impossibilita' di registrarsi all'anagrafe per gli immigrati senza fissa dimora, prosegue, "li rende, a tutti gli effetti civili, persone che non esistono". "Gli Stati - conclude l'articolo - hanno certamente il diritto di controllare le loro frontiere e di fare in modo che non siano un punto di ingresso permeabile ai criminali, che possono anche approfittare della miseria e delle disperate condizioni di chi vuole emigrare. Tuttavia, giustizia e solidarieta' non sono opposti, vanno di pari passo, cosi' come la sicurezza pubblica e l'accoglienza. Il bene comune di una nazione, in ogni caso, deve essere considerato nel contesto del bene comune universale".
Tratto da: http://www.agi.it/news/notizie/200908251456-cro-rt11163-mons_marchetto_reato_clandestinita_e_peccato_originale_legge
Omissioni ...
La rassegna stampa pubblicata sul sito istituzionale (ISTITUZIONALE) del Comune di Buccinasco riporta molti articoli relativi alle recenti determinazioni del Sindaco (ad esempio contro il fumo nei parchi), ma ha invece omesso di segnalare l'articolo che il Corriere della Sera ha dedicato nel Corriere della sera Milano, con ripresa IN PRIMA PAGINA della edizione nazionale, alla visita dello scrittore Frederick Forsyth a Buccinasco
Per i distratti, ecco il link: http://www.corriere.it/cronache/09_agosto_20/thriller_cocaina_forsyth_buccinasco_376e1380-8d4f-11de-ac5b-00144f02aabc.shtml
100 (cento) !!!!
Secondo in notiziario ADUC (una associazione di consumatori) di ferragosto, 6 mesi dopo il varo degli incentivi agli acquisti per tutto cio' che in qualche modo era legato alla ristrutturazione della casa... le domande per usufruire delle detrazioni per elettrodomestici, mobili, tv e computer sono state cento (100 !!!!) in tutta Italia.
lunedì 24 agosto 2009
Cosa pensiamo di ciò che è avvenuto / sta avvenendo in Puglia ?
Un amico mi segnala un articolo pubblicato da "Libero" Lunedì 10 Agosto 2009 e relativo alle indagini in corso in Puglia. Come potevo immaginare dalla testata, il focus (o meglio "il fuoco"...) è contro la attuale maggioranza di centro sinistra al governo nella regione, ma credo una riflessione su questi temi possa farmi bene..., e pubblico quindi l'articolo:
Dalla Puglia, con rossore - Scritto da Davide Giacalone, Sabato 01 Agosto 2009
Le cose, nelle faccende e nelle inchieste (sono quattro) pugliesi, stanno peggio di quel che si può immaginare. La sinistra subisce uno schiaffo devastante, e non per le indagini in sé, con le relative ipotesi di reato e le perquisizioni dei partiti che compongono le giunte, giacché vale sempre la presunzione d’innocenza e noi, al contrario del fanatismo giustizialista di cui la sinistra è gravemente malata, non lo dimentichiamo mai. La devastazione discende dalle loro reazioni politiche. Quando Nichi Vendola ha azzerato la giunta regionale, proprio in rapporto alle inchieste, non lo ha fatto per ribadire la totale innocenza degli uomini con cui ha governato. Ha, in un certo senso, anticipato le conclusioni giudiziarie e cercato di salvare il salvabile. E quando il più professionale ed il più comunista (parole sue) dei dirigenti della sinistra, Massimo D’Alema, ha avvertito i propri compagni di tenersi pronti, di smetterla di litigare, perché sarebbe stata in arrivo una “scossa”, capace di disarcionare l’avversario, ha dimostrato di non avere la benché minima sensibilità rispetto alla realtà regionale, a quel conglomerato elettorale di cui egli stesso è espressione. ... Segue nei commenti
Le cose, nelle faccende e nelle inchieste (sono quattro) pugliesi, stanno peggio di quel che si può immaginare. La sinistra subisce uno schiaffo devastante, e non per le indagini in sé, con le relative ipotesi di reato e le perquisizioni dei partiti che compongono le giunte, giacché vale sempre la presunzione d’innocenza e noi, al contrario del fanatismo giustizialista di cui la sinistra è gravemente malata, non lo dimentichiamo mai. La devastazione discende dalle loro reazioni politiche. Quando Nichi Vendola ha azzerato la giunta regionale, proprio in rapporto alle inchieste, non lo ha fatto per ribadire la totale innocenza degli uomini con cui ha governato. Ha, in un certo senso, anticipato le conclusioni giudiziarie e cercato di salvare il salvabile. E quando il più professionale ed il più comunista (parole sue) dei dirigenti della sinistra, Massimo D’Alema, ha avvertito i propri compagni di tenersi pronti, di smetterla di litigare, perché sarebbe stata in arrivo una “scossa”, capace di disarcionare l’avversario, ha dimostrato di non avere la benché minima sensibilità rispetto alla realtà regionale, a quel conglomerato elettorale di cui egli stesso è espressione. ... Segue nei commenti
Buone notizie da Badia Polesine
Notizie tratte da "La Voce di Rovigo" del 4 Luglio 2009, é possibile leggere l'articolo completo al link: http://www.pdbadiapolesine.it/Archivio%20Documenti/Archivio%20News/Fantato%20disarma%20i%20vigili.pdf
Da alcuni giorni i vigili urbani di Badia Polesine non girano più armati di pistola. O perlomeno non “in via continuativa”.
Il sindaco Castone Fantato non ha firmato i decreti di assegnazione dell’arma che consentivano agli agenti di portare la pistola 24 ore su 24, decreti da rinnovare di anno in anno previa accertamenti dei requisiti psico-fisici e scaduti il 16 giugno scorso. ... Ogni anno i vigili, per ottenere l’abilitazione, dovevano superare gli accertamenti psico-attitudinaii presso l’Ulss 18 di Badia e due prove di tiro al poligono dì Ca’ Bianca. Ora le armi, con il mancato rinnovo dei decreti, non verranno tolte dalla dotazione, ma gli agenti non potranno più portarle in “via continuativa” e le pistole saranno conservate sotto la custodia del responsabile dell’armeria (il comandante o un suo preposto), per essere consegnate solo per determinatì servizi che dovranno essere concordati tra sindaco e comandante della polizia locale in occasione, ad esempio, di pattuglie o servizi serali.
Interpellato nel merito il sindaco Castone Fantato ha così motivato la sua decisione: “Come sindaco ed ufficiale di pubblica sicurezza più alto in grado all’interno del territorio comunale ritengo, in primo luogo, un pericolo il porto di un arma, innanzitutto per chi la porta e soprattutto in ambiti in cui non vi è alcuna necessità; Detto questo ho la convinzione che, sotto il profilo psicologico, l’avere un arma crei un atteggiamento più aggressivo, l’esatto contrario di quella che è la funzione del vigile urbano. Sono contrario alla figura del vigile ’sceriffo’, gli agenti di polizia locale non devono avere compito di repressione, ma di assistenza al cittadino. In secondo luògo i vigili Urbani svolgono solamente in via eccezionale una funzione di ordine pùbblico, le attività cosiddette pericolose sono istituzionalmente svolte da carabinieri e polizìa che, al di là di corsi e poligoni vari, hanno un esperienza ed una preparazione specifica di altissimo livello, non paragonàbile a quella dèi vigili. Con il comandante stabiliremo di volta in volta i servizi in cui i vigili potranno usare armati, negli altri casi gli agenti dispongono comunque di strumenti per la difesa personale come lo spray urticante e le manette”.
Già che ci sono ..., segnalo il sito ed il Blog del PD (http://www.pdbadiapolesine.it/ e http://pdbadiapolesine.blogspot.com/ ) e quello dell'UDC (http://www.udcbadiapolesine.org/ ) di Badia Polesine
domenica 23 agosto 2009
http://healthmap.org
Come stiamo ? Un sito utile per rispondere a questa domanda: http://healthmap.org/
About HealthMap: HealthMap brings together disparate data sources to achieve a unified and comprehensive view of the current global state of infectious diseases and their effect on human and animal health. This freely available Web site integrates outbreak data of varying reliability, ranging from news sources (such as Google News) to curated personal accounts (such as ProMED) to validated official alerts (such as World Health Organization). Through an automated text processing system, the data is aggregated by disease and displayed by location for user-friendly access to the original alert. HealthMap provides a jumping-off point for real-time information on emerging infectious diseases and has particular interest for public health officials and international travelers.
About HealthMap: HealthMap brings together disparate data sources to achieve a unified and comprehensive view of the current global state of infectious diseases and their effect on human and animal health. This freely available Web site integrates outbreak data of varying reliability, ranging from news sources (such as Google News) to curated personal accounts (such as ProMED) to validated official alerts (such as World Health Organization). Through an automated text processing system, the data is aggregated by disease and displayed by location for user-friendly access to the original alert. HealthMap provides a jumping-off point for real-time information on emerging infectious diseases and has particular interest for public health officials and international travelers.
sabato 22 agosto 2009
Racial profiling versus "I have a dream ..."
La recente introduzione del reato di clandestinita’, oltre a sanzionare penalmente uno status piuttosto che un comportamento (la fattispecie di reato e’ ‘essere’, non ‘fare’), provochera’ un ulteriore incremento dell’odiosa pratica che va sotto il nome di ‘racial profiling’.
Il ‘racial profiling’ e’ la modalita’ con cui le istituzioni (in particolare le forze dell’ordine) individuano le persone da fermare, ispezionare, controllare. Brutalmente, per un nero sono molto piu’ alte le probabilita’ di essere fermato per un controllo dei documenti, rispetto a un bianco. Risultato: a parita’ di infrazioni o reati commessi, il nero avra’ maggiori possibilita’ di essere multato o di finire in carcere. Le carceri, dunque, si riempiono di immigrati, condannati non solo alle pene detentive, ma anche all’immobilita’ sociale una volta usciti. Si va cosi’ ad alimentare una situazione che in molti Paesi e’ divenuta insostenibile, ossia la creazione di veri e propri ghetti sociali (gli afro-americani nei centri urbani degli Stati Uniti, i francesi di discendenza araba nelle periferie francesi, etc.).
Il comento continua nel sito del'on. Donatella Porretti: http://blog.donatellaporetti.it/?p=723#more-723
ed inoltre...
"I have a dream that my four little children will one day live in a nation where they will not be judge by their color of the skin but by the content of their character"
Martin Luther King, Jr.
Martin Luther King, Jr.
venerdì 21 agosto 2009
No alla TV sotto i tre anni
Tratto da: http://www.farmacista33.it/cont/getnl.asp?path=%2Fcont%2F010new%2F0907%2F2800%2F&num=140&anno=5&d=29+luglio+2009
Il Movimento italiano genitori (MOIGE) definisce sconcertante la notizia del lancio dal mese di agosto su Sky della Baby tv e chiede all'emittente di bloccarne il lancio e alle istituzioni di prendere idonei provvedimenti per la tutela della salute dei nostri figli.
"Non si discute sui contenuti dei programmi che andranno in onda in questa baby tv, che probabilmente saranno di alta qualità e studiati da psicologi ed esperti del settore - afferma Elisabetta Scala, presidente nazionale del MOIGE - ma vogliamo richiamare l'attenzione sui gravi rischi per la crescita fisica e psicologica di neonati e bambini fino ai 36 mesi. Numerosi e prestigiosi studi in materia dimostrano i danni che può provocare in bambini così piccoli l'esposizione alla televisione, infatti non è il messaggio veicolato il problema, ma l'utilizzo stesso del mezzo. Ricerche dimostrano quanto le radiazioni della televisioni - prosegue Scala - possano causare seri problemi come miopia, deficit di attenzione e problemi inerenti anche al ciclo di crescita e sviluppo psico-emozionale. Tutto ciò è stato dimostrato recentemente anche da uno studio commissionato dall'Autorità per le Comunicazioni francese, la quale ha quindi deciso di imporre ai distributori di tali programmi di trasmettere sullo schermo il seguente messaggio: "Guardare la televisione può frenare lo sviluppo dei bambini minori di tre anni, causare ritardi psicomotori, incoraggiare la passività causare sovraeccitazione e turbe del sonno".
giovedì 20 agosto 2009
Quale dialetto studieremo a Buccinasco ?
Entro fine Agosto il Governo italiano si occuperà del disegno di legge che renderà obbligatorio lo studio in dialetto nelle scuole primarie LINK e LINK. Un passo avanti (?) rispetto alle "3 I" del precedente Governo Berlusconi.
In attesa di comprendere il ruolo che avrà il dialetto (al posto dell'italiano o solo come lingua di insegnamento di qualche materia, come storia, geografia e geometria...?) mi domando quale debba essere il dialetto da insegnare a Buccinasco.
Da milanese devo purtroppo ammettere che il dialetto di Milano ha una presenza molto marginale, e sono già in difficoltà quando mi trovo in valle Camonica (dove capisco molto poco di quanto mi viene detto nel dialetto locale ...) o all'estero in Canton Ticino.
Forse sarebbe più opportuno scegliere uno dei dialetti calabresi, già correttamente parlati da molti dei nostri concittadini, e parlati all'estero da molte nostre comunità di migranti.
Seguirò con attenzione i passaggi del disegno di legge sull'argomento, aggiornandovi sulla eventuale necessità di assumere insegnanti madre lingua per le nostre scuole.
Sarebbe anche opportuno organizzare corsi serali per gli adulti di origine non calabrese, per renderli in grado di comunicare con i propri figli.
Domande ...
mercoledì 19 agosto 2009
News dalla WHO - World Health Organization
12 AUGUST 2009 -- Pneumonia kills an estimated 1.8 million children every year – more than AIDS, malaria and measles combined. This new fact sheet describes the infection and how it can be prevented by immunization, adequate nutrition and by addressing environmental factors.
LEGGI TUTTO IN: http://www.who.int/mediacentre/factsheets/fs331/en/index.html
LEGGI TUTTO IN: http://www.who.int/mediacentre/factsheets/fs331/en/index.html
6 AUGUST 2009 GENEVA -- WHO is aware of some media reports that have expressed concern about the safety of vaccines for pandemic influenza. The public needs to be reassured that regulatory procedures in place for the licensing of pandemic vaccines, including procedures for expediting regulatory approval, are rigorous and do not compromise safety or quality controls.
LEGGI TUTTO IN: http://www.who.int/csr/disease/swineflu/notes/h1n1_safety_vaccines_20090805/en/index.html
8 JUILLET 2009 GENÈVE -- Sur la base d’analyses de laboratoire, les autorités du Danemark, du Japon et de la Région administrative spéciale de Hong Kong ont informé l’OMS de l’apparition de virus H1N1 résistants à l’oseltamivir (médicament antiviral connu sous le nom de Tamiflu).
Ces virus ont été découverts chez trois patients qui n’ont pas été gravement atteints et qui ont tous guéri. Les enquêtes n’ont pas retrouvé de virus résistants parmi les proches contacts de ces trois personnes. Bien que résistants à l’oseltamivir, les virus étaient toujours sensibles au zanamivir.
Ces virus ont été découverts chez trois patients qui n’ont pas été gravement atteints et qui ont tous guéri. Les enquêtes n’ont pas retrouvé de virus résistants parmi les proches contacts de ces trois personnes. Bien que résistants à l’oseltamivir, les virus étaient toujours sensibles au zanamivir.
LEGGI TUTTO IN: http://www.who.int/csr/disease/swineflu/notes/h1n1_antiviral_resistance_20090708/fr/
Un sito interessante ed utile, che riporta informazioni in inglese, francese, spagnolo (ed altre 3 lingue che non conosco: arabo, cinese e russo ...) ..., da oggi figurerà tra i siti che consiglio: http://www.who.int
martedì 18 agosto 2009
Passando col semaforo rosso o giallo si rischia/va la prigione ?
Forse qualcuno di voi può aiutarmi: mi hanno raccontato che passare in auto col semaforo giallo o rosso in passato prevedesse come possibile pena anche la reclusione. Secondo questa ipotesi, il reato fu poi depenalizzato negli anni 60 -70, con la riduzione della pena ad una transazione pecuniaria.
Una delle conseguenze pratiche era che chi prendeva una multa per questo reato era impossibilitato a dichiararsi obiettore di coscienza al servizio militare: il ragionamento era che chi fosse stato dichiarato "colpevole" di un tentato omicidio, venisse classificato come incapace di esprimere una posizione etica credibile di rifiuto della violenza.
Secondo la stessa fonte, la stessa regola veniva applicata anche a chi avesse preso una multa per pesca senza licenza: giudicato non idoneo per il servizio civile, ma abile per il servizio militare ...
Qualcuno aveva già sentito questi aneddoti, e/o conosce documenti in grado di confutarli o confermarli ?
Grazie per l'aiuto
Franco
lunedì 17 agosto 2009
Storia - Milano celtica e romana
Tratto da: http://it.wikipedia.org/wiki/Milano#Storia
Milano fu fondata dalla popolazione ligure o celto-ligure degli Insubri che aveva fatto parte in epoca protostorica della cultura di Golasecca. La fondazione avvenne, secondo la tradizione tramandata nel racconto di Tito Livio e ripresa in epoca medioevale da Bonvesin de la Riva nel De Magnalibus urbi Mediolani, attorno al 600 a.C. ad opera del gallo Belloveso, nipote del sovrano dei Galli Biturigi, che si insediò nel mezzo della pianura sconfiggendo le precedenti popolazioni etrusche.
Dopo essere stata la più importante città dei Galli Insubri, nel 222 a.C. venne conquistata dai Romani, in seguito ad un aspro assedio posto dai Consoli Gneo Cornelio Scipione Calvo e Marco Claudio Marcello. La conquista fu contrastata dalla discesa di Annibale al quale la popolazione locale si alleò. Fu solo nei primi anni del II secolo a.C. che gli Insubri e i Boi si assoggettarono alla dominazione romana. I Romani le dettero il nome di Mediolanum, che probabilmente riproduce un toponimo celtico (in mezzo alla pianura). Un'altra ipotesi etimologica si basa sul primo simbolo della città, la scrofa semilanuta (in medio lanum). La discussione tra le due etimologie è ancora aperta, estesa a una ventina di altre ipotesi, proprio come avviene per la ricerca dell'origine della parola Roma. La leggenda narra che all'arrivo dei Romani gli Insubri prelevarono le insegne auree, poste nel tempio di Belisama (per Cesare, il tempio di Minerva, con la quale la divinità celtica veniva identificata), per portarle al sicuro, in montagna. L'importanza militare, politica ed economica la portò ad essere insignita del titolo municipale e poi di colonia imperiale, fino a diventare capoluogo della Transpadana e capitale dell'Impero e residenza imperiale dal 286 al 402 d.C.
Milano fu fondata dalla popolazione ligure o celto-ligure degli Insubri che aveva fatto parte in epoca protostorica della cultura di Golasecca. La fondazione avvenne, secondo la tradizione tramandata nel racconto di Tito Livio e ripresa in epoca medioevale da Bonvesin de la Riva nel De Magnalibus urbi Mediolani, attorno al 600 a.C. ad opera del gallo Belloveso, nipote del sovrano dei Galli Biturigi, che si insediò nel mezzo della pianura sconfiggendo le precedenti popolazioni etrusche.
Dopo essere stata la più importante città dei Galli Insubri, nel 222 a.C. venne conquistata dai Romani, in seguito ad un aspro assedio posto dai Consoli Gneo Cornelio Scipione Calvo e Marco Claudio Marcello. La conquista fu contrastata dalla discesa di Annibale al quale la popolazione locale si alleò. Fu solo nei primi anni del II secolo a.C. che gli Insubri e i Boi si assoggettarono alla dominazione romana. I Romani le dettero il nome di Mediolanum, che probabilmente riproduce un toponimo celtico (in mezzo alla pianura). Un'altra ipotesi etimologica si basa sul primo simbolo della città, la scrofa semilanuta (in medio lanum). La discussione tra le due etimologie è ancora aperta, estesa a una ventina di altre ipotesi, proprio come avviene per la ricerca dell'origine della parola Roma. La leggenda narra che all'arrivo dei Romani gli Insubri prelevarono le insegne auree, poste nel tempio di Belisama (per Cesare, il tempio di Minerva, con la quale la divinità celtica veniva identificata), per portarle al sicuro, in montagna. L'importanza militare, politica ed economica la portò ad essere insignita del titolo municipale e poi di colonia imperiale, fino a diventare capoluogo della Transpadana e capitale dell'Impero e residenza imperiale dal 286 al 402 d.C.
domenica 16 agosto 2009
La nascita di Milano - Maiali pelosi» e altre leggende - Il capitano gallico Belloveso e la scrofa semilanuta
Il bassorilievo con il maiale sul secondo arco del Palazzo della Ragione (foto G.L. Margheriti)
Il Palazzo della Ragione visto da via Mercanti (foto G.L. Margheriti)
La curiosa insegna di un bar del centro (foto G.L. Margheriti)
Il Palazzo della Ragione visto da via Mercanti (foto G.L. Margheriti)
La curiosa insegna di un bar del centro (foto G.L. Margheriti)
Nel 623 a.C. i Galli attraversarono le Alpi con l'intenzione di conquistare l'Italia settentrionale. Gli invasori ebbero facilmente la meglio su un popolo di contadini e pastori e si stanziarono sulle loro terre, dove un capitano gallico, di nome Belloveso, decise di fondare una nuova città. Consultato un oracolo, il responso fu di costruirla nel luogo dove avesse trovato una scrofa con il dorso coperto di lana. L'impresa appariva impossibile: dove cercare un simile animale? Sembra quasi di vederli quei soldati, in un mattino di più di duemilacinquecento anni fa mentre buttano le pelli sui cavalli e si preparano a partire per una ricerca difficilissima. Era maggio, così narra la leggenda, e quegli uomini attraversarono campi e corsi d'acqua, con alla loro testa Belloveso, il coraggioso capitano che li aveva guidati fin lì e che ancora una volta li avrebbe portati al successo. Forse nemmeno lui ci credeva, ma un giorno, la staffetta ritornò con una notizia, le voci si rincorrevano, qualcosa era stato trovato. Un'ultima, disperata corsa, il cuore che batteva all'impazzata, con i cavalli lanciati al galoppo, gli zoccoli che calpestavano ritmicamente il terreno, sollevando erba e terra.
All'improvviso, davanti al gruppo di soldati si aprì una vasta radura circondata da alberi con due fiumi che scorrevano nelle vicinanze; in mezzo al campo un maiale con metà del corpo coperto di lana pascolava tranquillamente. L'estenuante ricerca era terminata: lì venne fondata Milano e la scrofa con il pelo ne divenne il simbolo. Ancora oggi è possibile ammirare un bassorilievo che ritrae l'animale, ritrovato nel 1233 durante gli scavi per la costruzione dell'arengario, sul secondo arco del Palazzo della Ragione in via Mercanti.Questa è una delle due principali leggende sulla nascita di Milano. L'altra racconta che la città fu fondata da due capitani etruschi, Medo e Olano, durante la campagna di colonizzazione del nord Italia. I due, cercando nuovi spazi per gli accampamenti, trovarono una pianura, attraversata da fiumi, che costituiva una posizione ideale per un villaggio che lentamente crebbe e si estese. Mentre Medo si occupò dell'opera di costruzione, Olano si interessò delle fortificazioni.
All'improvviso, davanti al gruppo di soldati si aprì una vasta radura circondata da alberi con due fiumi che scorrevano nelle vicinanze; in mezzo al campo un maiale con metà del corpo coperto di lana pascolava tranquillamente. L'estenuante ricerca era terminata: lì venne fondata Milano e la scrofa con il pelo ne divenne il simbolo. Ancora oggi è possibile ammirare un bassorilievo che ritrae l'animale, ritrovato nel 1233 durante gli scavi per la costruzione dell'arengario, sul secondo arco del Palazzo della Ragione in via Mercanti.Questa è una delle due principali leggende sulla nascita di Milano. L'altra racconta che la città fu fondata da due capitani etruschi, Medo e Olano, durante la campagna di colonizzazione del nord Italia. I due, cercando nuovi spazi per gli accampamenti, trovarono una pianura, attraversata da fiumi, che costituiva una posizione ideale per un villaggio che lentamente crebbe e si estese. Mentre Medo si occupò dell'opera di costruzione, Olano si interessò delle fortificazioni.
Storicamente però è più attendibile la versione secondo la quale Milano fu fondata dagli Insubri, una popolazione di origine indo-europea, che, scacciati i Liguri, si stanziò nella Pianura Padana intorno al II millennio a.C. Il primo nome dato alla città fu Alba, assai comune tra le popolazioni indo-europee.Dopo essere stata conquistata dagli Etruschi, Milano cadde nelle mani dei Galli e Belloveso decise di farne la sua residenza ufficiale (la data 623 a.C. è dunque possibile che si riferisca, non alla fondazione della città, ma alla sua ricostruzione).Ci sono poi almeno venticinque ipotesi diverse sull'etimologia del nome Milano. Alcune si rifanno direttamente alla leggenda della scrofa semilanuta (dal latino «medio-lanuta» o «in medio lanae») o a quella dei due capitani etruschi (Medo e Olano). Altre hanno a che fare con la posizione geografica della città: «Mediolanum», infatti, è una parola composta da due termini, medius e lanum, e quest'ultimo può significare pianura o acqua, a seconda dell'origine, gallica o gaelica, della radice; di qui le traduzioni «paese in mezzo alla pianura» e «paese in mezzo ai fiumi», o «città di mezzo».
di Francesca Belotti e Gian Luca Margheriti
di Francesca Belotti e Gian Luca Margheriti
venerdì 14 agosto 2009
Demenza e famiglia
Neurologia - Demenza: a rischio la mezza età
I soggetti single presentano un rischio raddoppiato di sviluppare demenza e morbo di Alzheimer nelle fasi tardive della vita rispetto a quelli sposati o che coabitano, il che suggerisce una sostanziale associazione indipendente fra status coniugale e funzionalità cognitiva.
Rimanere vedovi o divorziare nella mezza età aumenta il rischio ulteriormente, triplicando l'incidenza del declino cognitivo.
Vivere una relazione con un partner potrebbe portare ad una stimolazione sociale e cognitiva che svolge un ruolo protettivo contro i danni cognitivi, il che sarebbe coerente con l'ipotesi della riserva cerebrale.
L'effetto protettivo dello status coniugale potrebbe tuttavia essere influenzato negativamente da esperienze stressanti come perdere la persona amata. (BMJ. 2009; 339: b2462)
I soggetti single presentano un rischio raddoppiato di sviluppare demenza e morbo di Alzheimer nelle fasi tardive della vita rispetto a quelli sposati o che coabitano, il che suggerisce una sostanziale associazione indipendente fra status coniugale e funzionalità cognitiva.
Rimanere vedovi o divorziare nella mezza età aumenta il rischio ulteriormente, triplicando l'incidenza del declino cognitivo.
Vivere una relazione con un partner potrebbe portare ad una stimolazione sociale e cognitiva che svolge un ruolo protettivo contro i danni cognitivi, il che sarebbe coerente con l'ipotesi della riserva cerebrale.
L'effetto protettivo dello status coniugale potrebbe tuttavia essere influenzato negativamente da esperienze stressanti come perdere la persona amata. (BMJ. 2009; 339: b2462)
giovedì 13 agosto 2009
Navigando per Buccinasco: ... http://www.worldmapper.org/
Spesso per illustrare un articolo sono alla ricerca di una immagine che possa chiarire il concetto di cui sto parlando. Ho trovato nel sito:
molte interessanti mappe che mostrano visivamente cosa accade nel mondo: ci sono mappe relative ai trasporti, ai servizi, al cibo, alle merci, alla povertà. all'educazione, alla salute, alla religione, ... Centinaia di mappe pronte all'uso con informazioni interessantissime.
Visto che il mio blog è scritto prevalentemente in italiano, pubblico due mappe sulla diffusione della lingua italiana:
1) la mappa in alto rappresenta la diffusione della lingua italiana - Territory size shows the proportion of all people who speak Italian as a first language that live in that territory. Large Italian-speaking populations are in the United States, Canada, Argentina and Brazil.
2) La mappa qui a fianco illustra la diffusione dell'italiano fuori dall'Italia - Spread of the Italian language - This smaller map removes the countries where Italian is dominant. This map therefore only shows 11.7% of all speakers of Italian. The territories omitted are Italy, Holy See and San Marino.
2) La mappa qui a fianco illustra la diffusione dell'italiano fuori dall'Italia - Spread of the Italian language - This smaller map removes the countries where Italian is dominant. This map therefore only shows 11.7% of all speakers of Italian. The territories omitted are Italy, Holy See and San Marino.
mercoledì 12 agosto 2009
Calendari scolastici
Tratto da: http://www.comune.buccinasco.mi.it/articolo_4913/30/07/2009/lunedi_14_settembre.html
Date e orari: Direzione Didattica 1° Circolo
Date e orari: Direzione Didattica 1° Circolo
Scuole dell'infanzia Robbiolo e Petrarca
apertura 14 settembre per i bambini già frequentanti con orario normale
Robbiolo: orario normale: 8.20/9.00 -16.00/16.20 con servizio di refezione e pre/post orario
Petrarca: orario normale 8.00/9.00-15.40/16.00 con servizio di refezione e pre/post orario
per i nuovi iscritti secondo il calendario concordato tra gli insegnanti e le famiglie
Scuole primarie Robarello e Robbiolo
Classi prime: 14 settembre 9.00-12.00; dal 15 al 18 settembre 8.30-12.30 con pre orario; dal 22 settembre 8.30-16.30 con servizio di refezione e pre/post orario
Classi seconde, terze, quarte e quinte: 14 settembre 8.30-12.30 dal 15 settembre 8.30-16.30 con servizio di refezione e pre/post orario
Direzione Didattica 2° Circolo
Scuola dell'infanzia via dei Mille
apertura 14 settembre per i bambini già frequentanti 8.00 – 13.00 con servizio di refezione e pre orario; dal 15 settembre orario normale 8.00- 16.00 con servizio di refezione e pre/post orario
Scuole primarie Mascherpa e 1° Maggio
Classi prime 14 settembre 9.00-12.00; dal 15 al 18 settembre 8.30-12.30 con pre orario; 22 settembre 8.30-14.00 con servizio di refezione e pre orario
Classi seconde, terze, quarte e quinte 14 settembre 8.30-12.30 con pre orario; dal 15 settembre 8.30-16.30 con servizio di refezione e pre/post orario
Scuola media statale Laura Conti
via Tiziano
14 settembre: classi prime 9.30-12.30 - classi seconde e terze 8.30-11.30
via Emilia
14 settembre: classi prime 8.30 -11.30 - classi seconde e terze 9.30-12.30
tutte le classi di via Emilia e di via Tiziano: dal 15 al 18 settembre 8.00 - 13.35; dal 22 settembre orario regolare: Tempo Normale 8.00 - 13.35 Tempo Prolungato lun. e merc. 8.00-16.20- mar, giov e ven. 8.00-13.35
LUNEDI’ 21 settembre FESTA PATRONALE tutte le scuole rimarranno chiuse
PER ULTERIORI INFORMAZIONI rivolgersi alle segreterie delle scuole
Direzione Didattica 1° Circolo - via Aldo Moro 14 - tel. 02.4571.29.64
Direzione Didattica 2° Circolo - via Liguria 2 - tel. 02.4884.23.62
Media Tiziano via Tiziano 9 - tel. 02.4884.2132 - Media Emilia via Emilia 53/55 - tel. 02.4570.0109
martedì 11 agosto 2009
Inflazione, Rifiuti Solidi Urbani ed Assimilati
Delibera n° 779 - Approvata nella seduta del: 04/08/2009 - Deliberante: Determinazioni dei Coordinatori.
OGGETTO: AGGIORNAMENTO COSTI INDICATI NELLA CONVENZIONE CON LA SOCIETA' FERTILVITA S.R.L. PER IL CONFERIMENTO DI RIFIUTI SOLIDI URBANI (R.S.U.) ED ASSIMILATI (R.S.A.U.).
OGGETTO: AGGIORNAMENTO COSTI INDICATI NELLA CONVENZIONE CON LA SOCIETA' FERTILVITA S.R.L. PER IL CONFERIMENTO DI RIFIUTI SOLIDI URBANI (R.S.U.) ED ASSIMILATI (R.S.A.U.).
... DETERMINA ... di prendere atto delle variazioni dei costi di smaltimento delle varie frazioni di rifiuto, menzionate nella convenzione (n.repertorio 3361) stipulata con la società ... stipulata in data 22/03/2004, e di aggiornare i suddetti costi come segue:
· indifferenziati ed assimilati secchi non ingombranti: 106,83 €/tonnellata (I.V.A. 10% esclusa ed Ecotassa inclusa) – Impianto a Lacchiarella (MI), oltre al costo di smaltimento della frazione residuale;
· umido da raccolta differenziata: 90,00 €/tonnellata (I.V.A. 10% esclusa) – Impianto a Lacchiarella (MI);
· verde e scarti lignei (materiale sfuso in cassoni): 27,00 €/tonnellata (I.V.A. 10% esclusa) – Impianto a Corteolona (Pv), località Manzola Fornace; (Ndr: era 22 €/ton)
· verde e scarti lignei (materiale in sacchi): 80,00 €/tonnellata (I.V.A. 10% esclusa) – Impianto a Corteolona (Pv), località Manzola Fornace; (Ndr. era 45 €/ton)
Ndr: Nonostante l'aumento di costo èer il verde (da 22 a 27 euro/t e da 45 a 80 euro/t !!!) fare la raccolta differenziata continua a convenire (anche economicamente) a tutti noi.
Latte e salute
Scienziati dell'Universita' di Reading e Cardiff (Gran Bretagna) hanno revisionato (metanalisi) 324 studi scientifici sugli effetti del consumo del latte.
Il latte puo' ridurre di un quinto il rischio di morire di malattie croniche: ci sono forti evidenze di una riduzione del rischio di decesso per coronaropatie, ictus, diabete e cancro al colon-retto.
Unica eccezione il cancro alla prostata
Promuovere il consumo del latte potrebbe ridurre i costi del sistema sanitario nazionale per la sua capacita' di limitare le malattie croniche.
Secondo i ricercatori ora è fondamentale avviare delle ricerche che possano confermare i dati epidemiologici, per comprendere i meccanismi che determinano gli effetti protettivi
Secondo i ricercatori ora è fondamentale avviare delle ricerche che possano confermare i dati epidemiologici, per comprendere i meccanismi che determinano gli effetti protettivi
Ndr: come al solito suggerisco di parlarne col proprio medico ...!
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Le ragazze dagli ovuli d’oro
CONSIGLIO LAA LETTURA DELL'ARTICOLO SOLO A VISITATORI ADULTI https://www.tempi.it/le-ragazze-dagli-ovuli-doro/ Di Caterina Giojelli 12 ...
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