Ma noi cosa possiamo imparare da questa denuncia ?
Il Vietnam di McCain? Copiato da Solženicyn
Un blog smaschera il repubblicano: «Episodi identici»
«Rubato» l'aneddoto della «croce nella sabbia»
Un blog smaschera il repubblicano: «Episodi identici»
«Rubato» l'aneddoto della «croce nella sabbia»
Articolo di Paolo Valentino, tratto dal Corriere della Sera del 20 agosto 2008
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Il Vietnam di McCain? Copiato da Solženicyn
Un blog smaschera il repubblicano: «Episodi identici»
«Rubato» l'aneddoto della «croce nella sabbia»
Articolo di Paolo Valentino, tratto dal Corriere della Sera del 20 agosto 2008
WASHINGTON - È l'asso pigliatutto di John McCain, il numero a effetto di un credente che non è mai stato devoto, tutte le volte che deve impressionare una platea cristiana, accreditando la propria religiosità. Il candidato repubblicano alla Casa Bianca l'ha scritta nel suo libro di memorie (pubblicato nel 1999) e ne ha fatto uno dei tormentoni della propria narrativa elettorale, sicuramente quello più suggestivo e ricco di pathos. Da ultimo, l'ha ripetuta con grande successo davanti ai fedeli della Saddleback Church, sabato scorso, intervistato dal pastore Rick Warren. C'è un piccolo dettaglio. Che la storia della croce sulla polvere, tracciata segretamente da una guardia vietnamita nel Natale del 1969 nella cella del prigioniero McCain, potrebbe non essere mai successa. Secondo i blogger di Daily Kos, un sito Internet progressista che ama far le pulci ai candidati, non soltanto McCain l'ha cambiata esagerandola nel corso degli anni, ma potrebbe averla addirittura inventata, rubandola ad Alexander Solženicyn, il dissidente sovietico e premio Nobel per la Letteratura, che ne aveva raccontato una versione molto simile in Arcipelago Gulag. «Per un minuto — è il commento col quale McCain accompagna l'aneddoto — eravamo soltanto due cristiani che pregavano insieme». Ma per le talpe di Daily Kos, la cosa è quantomeno sospetta. Tornato dal Vietnam, dopo essersi rifiutato di venir liberato in anticipo e aver trascorso cinque anni e mezzo nelle prigioni di Hanoi, McCain non ne aveva fatto menzione in un lungo articolo scritto pochi mesi dopo. «Perché — si è chiesto Andrew Sullivan su The Atlantic — raccontando i suoi tre Natali passati in carcere, aveva omesso questa storia, così forte e significativa? ».
Sarebbero passati più di vent'anni prima che il senatore repubblicano citasse l'episodio: avvenne nel 2000, nei discorsi della sua prima candidatura alla Casa Bianca, quando fu sconfitto nelle primarie da George Bush. Il Daily Kos nota maliziosamente la forte somiglianza con il pass aggio del libro di Solženicyn, dove però la croce non venne tracciata nel fango da una guardia ma da un altro prigioniero del Gulag. «È possibile — domanda Sullivan — che la memoria del senatore McCain sia annebbiata col tempo, confondendo la sua con altre storie, come Hillary Clinton con i cecchini della Bosnia?». E siccome le gaffe non vengono mai da sole, McCain si è ritrovato oggetto di un'altra accusa di plagio, sicuramente meno grave di un pezzo di biografia personale probabilmente inventato, ma lo stesso contundente per un candidato alla Casa Bianca. Sembra infatti che il suo discorso della scorsa settimana sulla Georgia, col quale aveva surclassato in prontezza e reattività il suo rivale Barack Obama, contenesse lunghi passaggi quasi identici alla voce dell'enciclopedia online Wikipedia sul Paese caucasico.
Nessun reato, naturalmente, ma il codice etico del suo uso prevede un'onesta attribuzione. Vista l'ammissione di McCain, che si dichiara «analfabeta di Internet», è probabile che la scopiazzatura sia stata opera di uno «speech writer» pigro o peggio ignorante. Ma questo non elimina il problema. In passato, il plagio è infatti costato caro nelle gare presidenziali americane. Ne sa qualcosa Joseph Biden, il senatore del Delaware considerato una delle possibili scelte di Barack Obama per la vicepresidenza. Candidato democratico potenzialmente molto forte nel 1988, Biden vide naufragare la sua campagna quando la stampa, messa sull'avviso da uno degli altri democratici, scoprì che aveva copiato un discorso dell'allora leader laburista britannico, Neil Kinnock.
Paolo Valentino, Corriere della Sera, 20 agosto 2008
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