Secondo il Mesaggero (ecco il link: http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=33808&sez=HOME_INITALIA) il Pdl ha proposto senza successo di multare i propri parlamentari assenteisti.
Il problema è nato perché anche se la maggioranza Pdl-Lega ha una amplissima maggioranza, i presenti in aula sono pochi, spesso meno di 250 deputati sui circa 340 teorici.
C'è il rischio di andare "sotto" in qualche votazione, nonostante l'aiuto di qualche pianista (parlamentari che votano per gli assenti ndr).
Il gruppo ha quindi proposto di multare di 10 euro i Deputati assenti, che si sono però rifiutati.
Interessante la conclusione del Messaggero, che riporto integralmente:
"Il dilemma principale nasconde un malessere diffuso e filosofico: in un Parlamento ridotto a votificio, dove l’eletto non conta nulla e non prende decisioni, che invece vengono prese a palazzo Chigi, l’inutilità si trasforma in assenteismo. Sul popolo dei nominati non vale più nemmeno la minaccia di non essere ricandidati alle elezioni successive: perché la riconferma non è legata alla qualità del lavoro che si produce ma solo alla fedeltà ai capi. E spesso nemmeno a quella. Dicono i centristi: ecco perché serve il voto di preferenza, perché dà più autonomia al deputato. Colpirlo nel portafoglio, però, potrebbe risvegliarne l’orgoglio."
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