mercoledì 12 novembre 2008

Vale per la Sanità ( ma anche per la Scuola ! )

Pochi giorni fa si è concluso in Senato l’esame del ddl 1083, conversione in legge del decreto 154 "Contenimento della spesa sanitaria e in materia di regolazioni contabili con le autonomie locali", e a sorpresa, direttamente in aula e’ stato approvato un emendamento (a prima firma Antonio Tommasini) che proroga fino al 2013, in teoria fino a fine legislatura, l’entrata in vigore della legge sull’intramoenia… che dal 1999 non riesce ad essere applicata.
La senatrice "radicale del Pd" Donatella Poretti ha commentato l'emendamento sul suo blog: http://blog.donatellaporetti.it/

Cosa significa intramoenia : è la POSSIBILITA', in base ad una legge proposta da Rosy Bindi nel 1999, che i medici possano operare privatamente nelle strutture sanitarie pubbliche di appartenenza, percependo un onorario prestabilito. Contemporaneamente prevedeva l'obbligo per gli ospedali e le aziende sanitarie (pubbliche...) di mettere a disposizione, all'interno delle loro strutture, spazi da destinare all'attività "privata" dei medici.

L'intenzione era evitare che i medici dirottassero i pazienti verso strutture private per garantirsi più lauti guadagni. la legge aveva avuto una serie di proroghe, e l'ultima (penultima) su proposta dell'ex ministro Livia Turco, legge 120/2007, aveva già prorogato l'entrata in vigore a Gennaio 2009, MA aveva ANCHE cercato di porre paletti più precisi per i medici che operavano in intramoenia, predisponendo il monitoraggio dei tempi di attesa, la prevenzione dei conflitti di interesse, la riduzione dei tempi di erogazione delle prestazioni rese nell'ambito dell'attività istituzionale. Questo per evitare che con l'allungamento delle liste di attese negli ospedali, i medici dirottassero i pazienti non più verso le strutture private, ma verso le loro prestazioni in intramoenia.

Ecco le conclusioni della Senatrice Donatella Poretti "E' ben strano, ... un Paese in cui il privato si avvale del pubblico per poter operare e non viceversa, secondo quanto consiglierebbe il principio di sussidiarietà. E ancora più strano è che la sanità pubblica per poter vantare tra le sue fila professionisti di valore, invece di garantirgli remunerazioni dignitose, è costretta a offrire la possibilità di esercitare la libera professione in locali pubblici. Nulla di nuovo in un Paese in cui il privato e la libera iniziativa sono tali solo se in qualche modo sussidiate dal pubblico. E la sanità ne è esempio eclatante: quante cliniche e quanti laboratori privati esistono e sopravvivono grazie alle commesse dello Stato?".

(notizie tratte dal Blog: http://blog.donatellaporetti.it/)

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