Il Vaticano: sul Papa e Videla solo calunnie
«Nessun compromesso con la
dittatura».
E Cameron: «Dissento sulle Falklands»
E Cameron: «Dissento sulle Falklands»
CITTÀ DEL VATICANO - La Santa Sede che «respinge con decisione» e replica
alle «campagne calunniose e diffamatorie» di «elementi della sinistra
anticlericale» sul comportamento di Jorge Mario Bergoglio ai tempi della
dittatura militare dopo il golpe di Videla in Argentina («non c'è mai stata
nessuna compromissione»); e il premier inglese David Cameron che «con rispetto»
dice di «non concordare con il Papa» sulle Falkland- Malvinas, le isole contese
che un anno fa l'allora arcivescovo di Buenos Aires - lo ricordavano ieri i
quotidiani inglesi - aveva definito «usurpate». Anche nella «luna di miele» del
suo pontificato, come del resto accadde a Ratzinger a proposito di un
inesistente «passato nazista», Papa Francesco si trova a fronteggiare polemiche
internazionali.
La prima, già saltata fuori durante il conclave del 2005, riguarda il sequestro di due gesuiti, Orlando Yorio et Francisco Jalics, arrestati il 23 marzo 1976, torturati e imprigionati per cinque mesi ai tempi in cui padre Bergoglio non era vescovo ma il «provinciale» e quindi il superiore della Compagnia di Gesù in Argentina. Padre Federico Lombardi, portavoce vaticano, tra l'altro è anche uno dei quattro «Assistenti ad providentiam » che coadiuvano il Padre generale dei gesuiti al vertice mondiale della Societas Iesu : «La campagna contro Bergoglio è ben nota e risale già a diversi anni fa. È portata avanti da una pubblicazione caratterizzata da campagne a volte calunniose e diffamatorie. La matrice anticlericale di questa campagna e di altre accuse è nota ed evidente», ha sillabato ieri leggendo una secca nota di replica. Bergoglio non avrebbe protetto i suoi confratelli? «Non vi è mai stata un'accusa concreta credibile nei suoi confronti. La giustizia argentina lo ha interrogato una volta come persona informata sui fatti, ma non gli ha mai imputato nulla. Egli ha negato in modo documentato le accuse. Vi sono invece moltissime dichiarazioni che dimostrano quanto Bergoglio fece per proteggere molte persone nel tempo della dittatura militare».
Del resto padre Lombardi ricorda che «è noto il ruolo di Bergoglio, una volta diventato vescovo, nel promuovere la richiesta di perdono della Chiesa in Argentina per non aver fatto abbastanza nel tempo della dittatura». Prima di scandire: «Le accuse appartengono quindi all'uso di analisi storico-sociologiche del periodo dittatoriale fatte da anni da elementi della sinistra anticlericale per attaccare la Chiesa e devono essere respinte con decisione».
Padre Yorio è morto nel 2000, Francisco Jalics vive in Germania, in questi giorni fa gli esercizi spirituali nella sua Ungheria e ha affidato una dichiarazione al sito dei gesuiti tedeschi jesuiten.org : «Sono riconciliato con quegli eventi e per me quella vicenda è conclusa. Non posso prendere alcuna posizione riguardo al ruolo di Bergoglio», scrive. Con lui i due gesuiti imprigionati si videro anni dopo, «celebrammo pubblicamente una messa insieme, ci abbracciammo solennemente», aggiunge padre Jalics: «A Papa Francesco auguro la ricca benedizione di Dio per il suo ufficio». Il portavoce vaticano ha citato ieri anche le parole del Nobel per la pace Pérez Esquivel, «non tradizionalmente favorevole alla Chiesa», che diceva: «Ci furono vescovi complici della dittatura, ma Bergoglio non è stato uno di loro». Il teologo della liberazione Leonardo Boff, mai tenero con le gerarchie, commenta: «Bergoglio? Salvò e nascose molti perseguitati dalla dittatura militare».
Gian Guido Vecchi16 marzo 2013 | 8:54
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