Il 7% degli alunni raggiunge l'aula da solo. In Germania il 70%... siamo genitori apprensivi e ci ostiniamo a chiuderli in auto
Noi genitori italiani accompagniamo i nostri figli a scuola. Siamo in
tanti, una moltitudine, rispetto agli altri Paesi. Lo conferma anche lo studio
dell’Istc-Cnr promosso dal Policy Studies Institute di Londra — un’indagine che
riguarda 15 Paesi del mondo, tra cui Italia e Germania. Ebbene,l’autonomia di spostamento dei bambini italiani nell’andare a scuola è
passata dall’11% nel 2002 al 7% nel 2010. Per fornire un metro
di paragone l’autonomia dei bimbi inglesi è al 41% e quella dei tedeschi al
40%.
È uno dei pochi casi di studi superflui. Basta osservare le dinamiche del
traffico in orario scolastico. Noi italiani causiamo ingorghi a croce uncinata
e spesso posteggiamo le macchine in doppia fila perché non ci basta avvicinare
i ragazzi alla scuola, no, desideriamo portarli
per mano fino in classe. E non finisce qui.
Noi genitori italiani ci azzuffiamo nei consigli di classe con i professori se lo zaino dei nostri figli supera
un certo peso. Non siamo rubricati tra i lettori forti di studi medici e
scientifici ma siamo pronti a citare i risultati degli ultimi report che
spiegano perché uno zaino troppo pesante potrebbe causare irreversibili danni
psicofisici ai nostri figli.
Noi genitori italiani parcheggiamo in doppia fila, causiamo ingorghi — oltre a produrre smadonnamenti e urla
di disperazione degli altri cittadini — e in questo bailamme, noi, con calma
zen aspettiamo che escono da scuola i nostri pargoli e ci accolliamo il loro
zaino, così che possano fare i cento metri che separano scuola da casa liberi
da pesi ingombranti. Noi genitori italiani parliamo continuamente di cibo e
vogliamo che i nostri figli assaggino solo quello sano, genuino e biologico,
sempre a chilometro zero, però come ci piace cucinare per loro porzioni
abbondanti, come se il cibo «sano» non contenesse calorie, e come poco ci
piace, invece, costringerli a muoversi a piedi: no, poveri figli, piove,
nevica, c’è l’uragano, copriamoli bene e accompagniamoli, in macchina che tra
l’altro lo zaino è pesante.
Noi genitori italiani, naturalmente
riconosciamo che sì, accompagnare i figli è motivo di stress per noi e per il
traffico italiano, però riuniti inconciliaboli nei bar (macchina in doppia fila) dopo aver accompagnato i figli a scuola,
discutiamo e stabiliamo che purtroppo, vista e considerata la situazione
odierna, non c’è rimedio: i nostri figli a scuola a piedi no, proprio no. Ma
naturalmente siamo lirici: ah, ai nostri tempi, allora sì che la città era
sicura e si poteva andare a piedi, non come oggi.
Noi genitori eravamo forti e tosti, giocavamo nella
terra, facevamo a botte (ancora oggi facciamo a gara: chi ha più punti per
ferite da sassaiole), sfidavamo maniaci e altri loschi figuri e purtroppo, ora,
i nostri figli tutto questo non possono farlo: la città è così trafficata si
può finire sotto una macchina (vero, visto tutti i genitori che accompagnano i
figli a scuola), dovunque zingari, strane figure, e lestofanti vari. Niente, ci
tocca proteggerli, chiuderli in macchina. Purtroppo.
Poi a qualcuno di noi genitori a volte capita di finire in Germania, in
Inghilterra, in Francia e di notare lunghe file di bambini e ragazzi che vanno
a scuola, da soli, fin da piccoli, a piedi. Che sorpresa. Forse, pensiamo, in
quelle città civili non esistono criminali per le strade e tutto è più ordinato
e civile. Poi ci rendiamo conto che lì, sì, è tutto più civile, perché nei
consigli di classe invece di pesare con bilance al quarzo lo zaino dei figli,
si lotta anche e soprattutto per avere più bus in alcune fasce orarie, per
ottenere percorsi protetti per bambini, o ci si organizza per il trasporto con
mezzi comuni.
Anni fa, quando nacque mio figlio e spingevo di notte la culla per farlo
addormentare, mi capitò di vedere in tv un’intervista a Colin Ward. Gli
chiedevano del pensiero utopistico, se esisteva o non esisteva. Lui rispose sì,
esiste, ma si occupa di tre cose, le città, come le costruiamo e per chi le
costruiamo, i bambini e le automobili (come fare a prenderle il meno
possibile). L’utopia dunque si sposava con buone pratiche quotidiane, e quest’ultime,
purtroppo, dipendono da noi e non da generici altri: tocca muoverci, quindi. A
piedi, si intende.
di Antonio Pascale MAR14 MArzo 2013
Lo studio
La ricerca del laboratorio Istc-Cnr sull’autonomia dei
bambini nel tragitto casa-scuola è promossa dal Policy Studies Institute di
Londra e ha coinvolto oltre a Italia, Germania e altri 15Paesi nel mondoIl laboratorioIl laboratorio Istc-Cnr promuove da diversi anni
l’iniziativa «A scuola ci andiamo da soli», parte del progetto
internazionale La città dei bambini,
destinata ai bambini delle scuole primarie
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