L'intervento
Cristiano Forte legge il risultato delle elezioni
regionali lombarde: è come se il centrosinistra non avesse voluto affondare il
colpo, nessuno slogan a sostegno di Ambrosoli, e soprattutto poca credibilità
dopo anni e anni di sintonia con Comunione e liberazione.
Non ha vinto Maroni, ha perso il Pd, troppo vicino a Cl
Grillo, Berlusconi e Lega Nord. Questi
i nomi dei vincitori delle recenti elezioni nazionali e regionali lombarde.
Su Grillo s’è già scritto tutto,
Berlusconi è riuscito nell’impresa impossibile di rendersi indispensabile al
governo del Paese, mentre la Lega ha raggiunto l’unico obiettivo che si era
posta in questa campagna elettorale: far eleggere Maroni alla presidenza della
regione Lombardia.
Ha perso la metà dei consensi a
livello nazionale, ha un partito ridotto a brandelli a causa delle correnti
interne, non riuscirà nemmeno a formare un gruppo parlamentare ma, date le
premesse, di più non poteva fare.
Grande sconfitto il PD. Grande
sconfitto a livello nazionale ma anche in regione Lombardia, dove aveva
un’occasione unica per scalzare la corazzata PDL/Lega. Una corazzata
malridotta, che in Regione ha dovuto dimettersi un paio d’anni prima della
scadenza naturale e sulla quale era difficile scommettere considerati gli
scandali di ogni tipo che l’avevano coinvolta a tutti i livelli, a partire dal
presidente Formigoni, passando per il presidente del Consiglio e gli assessori,
fino ad arrivare agli ultimi peones, semplici consiglieri regionali che in
mancanza di opportunità più allettanti sono indagati per aver utilizzato i
soldi del finanziamento pubblico per spese personali (dagli aperitivi ai
pasticcini, ai computer, alle cartucce da caccia fino alle spese per i
matrimoni di famiglia).
Non ha vinto Maroni, è il PD ad
aver perso.
Ha perso a causa di una campagna
elettorale moscia e di un risvolto politico di cui difficilmente si troverà
traccia sulla stampa, tanto meno nelle analisi del voto di vittoriosi e
sconfitti.
Partiamo dalla campagna elettorale, che ha lasciato
campo libero al programma di Maroni, tutto racchiuso in quel “il 75%
delle tasse dei Lombardi in Lombardia”. Un obiettivo irrealizzabile con la
semplice conquista della Lombardia, chiunque mastichi minimamente di politica e
conosca il funzionamento delle istituzioni lo sa bene, ma lo slogan ha fatto
breccia.
Pochi spot ben distribuiti magari
intitolati “Maroni casciaball” dove spiegare in 20 secondi perché la proposta
di Maroni non sta in piedi, aggiungendo un paio di dichiarazioni in proposito
degli esponenti di “Fratelli d’Italia” e “Grande sud”, alleati della Lega a
livello nazionale, avrebbero reso l’idea di quanto l’obiettivo leghista fosse
irrealistico. Si sarebbe scatenata una tempesta mediatica che avrebbe
permesso di raggiungere buona parte degli elettori, con l’obiettivo di demolire
l’unico obiettivo del programma leghista.
Invece niente.
A questo aggiungiamo l’assenza di
punti qualificanti dal programma elettorale del centrosinistra. Non ricordo un
solo slogan, anche solo uno, su un obiettivo della sinistra per la Lombardia,
se non gli incessanti richiami all’onestà e alla pulizia; un po’ poco,
soprattutto perché l’ultimo candidato di sinistra alla presidenza regionale, si
parla di solo 3 anni fa, è stato quel Penati che da ex sindaco di Sesto S.
Giovanni e presidente della provincia di Milano è accusato di una sfilza di
reati contro la pubblica amministrazione (corruzione, concussione, abuso
d’ufficio).
Ma veniamo all’impronunciabile risvolto politico.
Parlando di regione si parla soprattutto di sanità, che assorbe oltre 3/4 del
bilancio regionale, e parlando di sanità si parla di Comunione e Liberazione.
Rimandiamo l’approfondimento in proposito al libro “La lobby di Dio” del
giornalista d’inchiestaFerruccio Pinotti, ampi stralci del quale
sono consultabili sul sitohttp://www.ilfattoquotidiano.it/2011/08/18/tutti-gli-interessi-della-lob... La
Lombardia ha ottenuto ottimi risultati in campo sanitario, anche se a caro
prezzo per i portafogli dei cittadini lombardi, ma nel tempo la sanità lombarda
ha subito un processo di degenerazione, come le recenti inchieste stanno
documentando.
Un serio programma rinnovatore
per la Lombardia non poteva prescindere da una profonda revisione di questo
sistema, evitando di buttar via il bambino insieme all’acqua sporca, ma ponendo
un argine alla voracità pubblica e privata che viene soddisfatta sulla pelle
della gente.
E qui casca l’asino, cioè il PD.
Perché il PD sulla sanità non
solo non ha mai effettuato un’opposizione seria in regione Lombardia, ma appare
complice del sistema CL/Sanità Lombarda.
Leggo che qualcuno incolpa il
segretario regionale PD Martina di questa situazione. Sin dai suoi esordi come
segretario provinciale di Bergamo, Martina ha dimostrato vicinanza a CL, che
garantiva buona stampa su L’Eco di Bergamo (la direzione di allora era targata
CL. Oggi non più) e successivamente una buona messe di preferenze alle
elezioni.
Martina non è però la
causa, ma la conseguenza di una politica PD che da oltre 15 anni, tramite le
cooperative rosse, ha stretto un’alleanza economica e strategica con CL,
arrivando ad affermare conBersani (Meeting di Rimini del 2003) che
“Se vuole rifondarsi, la sinistra deve partire dal retroterra di CL.
La vera sinistra non nasce dal
bolscevismo, ma dalle cooperative bianche dell’800, il partito socialista
arriva dopo, il partito comunista dopo ancora.
E i movimenti del Sessantotto
sono tutti morti, solo l’ideale lanciato da Cl negli anni Settanta è rimasto
vivo, perché è quello più vicino alla base popolare, è lo stesso ideale che è
alla base delle cooperative, un dare per educare”.
In parole povere l’allora
ministro delle attività produttive e futuro segretario del partito erede del
glorioso PCI, pur di consolidare i legami con CL non ha esitato a buttare nello
sciacquone in un colpo solo socialismo, comunismo e sessantotto.
Con queste premesse come poteva
il centrosinistra proporre un programma riformatore per la sanità, lombarda?
Come poteva affrontare in termini
innovativi i temi del sociale, delle attività produttive, dell’agricoltura
quando la longa manus di CL ne ha influenzato pesantemente le politiche
regionali?
Come poteva fare una proposta che
deve necessariamente passare attraverso un ridimensionamento di CL?
Come poteva proporsi di demolire
i consolidati sistemi di potere nei quali esso stesso è invischiato?
Non poteva. E il risultato
elettorale è venuto di conseguenza.
Chiudo offrendo ai dirigenti del
centrosinistra uno spunto di riflessione: gli unici a denunciare la situazione
della sanità lombarda sono stati quelli del Movimento 5 Stelle.
Cristiano Forte
Venerdì, 1 Marzo, 2013
Autore: Redazione Berga...
1 commento:
Ndr. L'articolo è del 1° Marzo. Ma è ancora MOLTO attuale...!
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