Ecco la conclusione "Il nostro studio mostra per la prima volta come grattarsi dà sollievo al prurito".
Fino a qui la parte curiosa della notizia.
C'è anche una parte scientifica: capire i meccanismi di sollievo è importante per poter sviluppare nuovi trattamenti contro il prurito. Per alcune persone il prurito è una condizione cronica che incide sullo stato di salute.Grattarsi non è generalmente consigliato perché danneggia facilmente la pelle.
Comprendere come funzioni il processo potrebbe portare a nuovi trattamenti, come per esempio farmaci che agiscano a livello cerebrale.
Lo studio ha dimostrato che le aree del cervello associate a emozioni e ricordi spiacevoli o negativi diventano significativamente meno attive mentre ci si gratta. La diminuzione di attività interessa il cingolato anteriore, un'area associata all'avversione alle esperienze sensoriali spiacevoli, e il cingolato posteriore, associato alla memoria.
Altre aree diventano invece più attive, in particolare la corteccia somato-sensoriale secondaria, coinvolta nella sensazione di dolore, e la corteccia prefrontale, associata a comportamenti compulsivi. Questo potrebbe spiegare la compulsione a continuare a grattarsi.
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