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Ma vogliamo parlarne della qualità delle persone? Perché così non si può andare avanti. Più penso a tutta la parabola di questo governo, del governo Prodi andato sotto giovedì al Senato, e più penso che è questione di uomini, di persone. Di fibra morale, di affidabilità, di senso delle istituzioni che si porta nel proprio zaino. Basta con i Mastella, basta con i Dini, basta con i De Gregorio, basta con i Turigliatto. ...
Il nostro è stato un problema di persone. ...
Perciò secondo me sono necessarie due cose. La prima è che il controllo sulla affidabilità dei candidati va svolto da tutti i partiti della coalizione, non solo sui propri, ma su tutti i candidati. Perché è tutta la coalizione che paga (o no?) l'improvvida, pazzesca candidatura di un tipo come De Gregorio. ... Ci vogliono persone autorevoli e persone (giovani o meno giovani) capaci di mettere il paese e le istituzioni al di sopra di se stessi; e di pensare che l'ambizione è legittima e perfino virtuosa se agisce dentro questa gerarchia. Il che richiede però una certa intelligenza. L'intelligenza di capire che se si mette in cima alla scala se stessi, alla fine si fa un bel ruzzolone, e ci si fracassa le ossa, come ci è successo.
2 commenti:
AAA Cercasi personale competente, irreprensibile, militassolto
Scritto da Nando dalla Chiesa
Sunday 27 January 2008
Ma vogliamo parlarne della qualità delle persone? Perché così non si può andare avanti. Più penso a tutta la parabola di questo governo, del governo Prodi andato sotto giovedì al Senato, e più penso che è questione di uomini, di persone. Di fibra morale, di affidabilità, di senso delle istituzioni che si porta nel proprio zaino. Basta con i Mastella, basta con i Dini, basta con i De Gregorio, basta con i Turigliatto. Ma basta anche con i ministri che preferiscono finire in prima pagina piuttosto che curare l'immagine del governo di cui fan parte. Non so come finirà, anche se resto convinto che la mia prima impressione fosse quella giusta (di corsa al voto perché, come ha osservato Chiamparino, Berlusconi "sente l'odore del sangue"). Ma è certo che se il centrosinistra continua ad allearsi con gli esemplari massimi del trasformismo prende una manciata di voti in più ma ne perde altrettanti e poi, quando è in parlamento, ne viene pugnalato con la massima disinvoltura. La "responsabilità" ce li ha fatti accettare per sottrarre l'Italia a B. La stessa responsabilità ce ne tenga ora alla larga. Se dobbiamo conquistare l'elettorato di centro o moderato - perché questo, proprio questo ci è richiesto per vincere - allora cento volte meglio puntare su programmi chiari, di grande buon senso, di giustizia sociale e di bonifica istituzionale.
Il nostro è stato un problema di persone. Se Churchill poté governare una legislatura intera con un voto di differenza, non credo affatto che dipendesse dalle virtù del bipartitismo. Uno può sempre tradire e passare da un partito all'altro. C'è che aveva a disposizione, evidentemente, altro materiale umano. Perché se gli ingredienti sono scadenti il pranzo non potrà mai essere buono, chiunque sia il cuoco. E se la stoffa è di terz'ordine, neanche il vestito sarà mai di buona fattura, chiunque sia il sarto. Così è con la politica.
Perciò secondo me sono necessarie due cose. La prima è che il controllo sulla affidabilità dei candidati va svolto da tutti i partiti della coalizione, non solo sui propri, ma su tutti i candidati. Perché è tutta la coalizione che paga (o no?) l'improvvida, pazzesca candidatura di un tipo come De Gregorio. Neanche l'alfiere della questione morale, nemmeno Di Pietro evidentemente può garantire per i "suoi". La seconda cosa necessaria è intendersi sull'idea di rinnovamento. Mettere tanti giovani e tante donne che non contano niente non è rinnovamento. Tanto meno se (come spesso accade) i giovani sono gli assistenti di parlamentari o leader di partiti. Ci vogliono persone autorevoli e persone (giovani o meno giovani) capaci di mettere il paese e le istituzioni al di sopra di se stessi; e di pensare che l'ambizione è legittima e perfino virtuosa se agisce dentro questa gerarchia. Il che richiede però una certa intelligenza. L'intelligenza di capire che se si mette in cima alla scala se stessi, alla fine si fa un bel ruzzolone, e ci si fracassa le ossa, come ci è successo.
Oh, l'ho detto. L'ho detto ieri sul "Corriere" di Milano, e so che qualcuno se ne è adontato. L'ho appena ridetto in un incontro in un neonato circolo del Piddì della periferia milanese. Lo dirò finché sarà necessario. Le persone, le persone. Abbiamo bisogno del programma, della coalizione, ma senza le persone è tutto inutile. Il guaio è che se la legge elettorale resta questa, si rischia seriamente di vedere ancora alzare il tasso di fedeltà personale anziché il tasso di cultura istituzionale (visto Cusumano? È lui il "traditore", perché è lui che ha rotto la fedeltà personale, ossia la più importante). E a proposito di legge elettorale: ma quant'è carino il Fini; prima vota la legge-porcata, poi fa la campagna per i referendum che devono abolire la porcata che lui stesso ha votato, infine -quando i referendum vengono accettati- pretende che si vada a votare con la porcata. Ragazzi, ma questa bisogna martellargliela per una vita...
P.S. A Luigi, dell'Accademia di Roma. Ci incontreremo di nuovo, spero di esserci ancora il 13 e 14 febbraio. In ogni caso io vi suggerirei di riunirvi lo stesso. E vedremo di lasciare istruzioni per il successore. Chissà...E grazie di tutto!
Tratto da: http://www.nandodallachiesa.it
Di Gregorio non è l'unica candidatura discutibile.
Pensiamo anche alla Binetti, a Caruso, al/alla Luxuria...
Sembra ci sia stata la voglia di farsi del male....
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