lunedì 18 febbraio 2008

Questione di punti di vista…

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Questione di punti di vista…
Luglio 9, 2007

Questa è la storia di un uomo, un uomo comune, ma con una caratteristica che lo rendeva particolare. Viveva a testa in giù.

Il signor Sottingiù, questo era il suo nome, a testa in giù faceva praticamente tutto, ci andava a lavorare, ci andava a fare la spesa e ci usciva persino con gli amici.
-In questo modo…- affermava il signor Sottingiù , -… vedo meglio dove cammino e non rischio di farmi male!-.
Egli però non era felice. Viveva da solo perché non aveva mai visto in faccia una donna, non perché fosse particolarmente timido, ma perché gli era fisicamente impossibile guardarla da quella posizione; per lo stesso motivo non si era mai fermato a osservare la vetrina di un negozio e quando camminava in città non vedeva altro che sporchi marciapiedi e scarichi di automobili. Per lui questo era molto deprimente e i suoi amici (dei quali conosceva poco più che le scarpe) un bel giorno decisero di fare qualcosa.

Così un pomeriggio andarono tutti insieme a fare una bella passeggiata in collina. Accanto al sentiero che il gruppetto percorreva, scorreva un fiumiciattolo, ma questo il sig. Sottingiù non poteva saperlo perché l’erba alta e i cespugli lo nascondevano. Dopo qualche minuto, Mario, uno degli amici dell’ometto capovolto, esclamò:- No! Ho perso le chiavi nell’erba alta, come farò ora a ritrovarle?- e Sottingiù, che meritatamente si definiva un buon amico, si offrì di cercarle.
Pochi passi oltre l’erbaccia e l’uomo sottosopra si sentì mancare il terreno sotto i pied…pardon, sotto le mani cadendo nel fiume. Tanto fredda e profonda era l’acqua e tanto grande la paura mista a stupore, che il sig. Sottingiù fece un balzo tirando su la testa per respirare. Gli amici lo aiutarono a ritornare sul sentiero e restare in piedi.
L’omino “che ormai non aveva più la testa in giù” si guardò intorno e rimase a bocca aperta: il sentiero si estendeva a perdita d’occhio tra alberi meravigliosi con fronde dalle mille forme, il fiumiciattolo scorreva e si mischiava alla luce per creare giochi di colore mai visti, prati enormi sembravano fare la ola al vento e tutto pareva molto più vasto di quel che era sempre stato.
Il sig. Sottingiù non si rimise mai più con la testa in giù e una volta tornato in città, si accorse che anche in mezzo a quel grigiore si potevano scorgere ampi spazi e orizzonti più o meno lontani e le auto avevano carrozzerie lucenti di svariati colori oltre che a fumose marmitte. In tutta la città non vi fu più una vetrina senza l’impronta del suo naso.
Egli aveva finalmente compreso che il mondo, se osservato da un punto di vista diverso, può avere molto di più da offrire.

Ah! Dimenticavo! Poco dopo essere tornato in città, il sig. Sottingiù trovò una bellissima fidanzata, perché amava parlare guardando la gente negli occhi con lo stupore e la genuinità di chi lo fa per la prima volta.

1 commento:

Franco Gatti ha detto...

Malkmad, GRAZIE per la autorizzazione a pubblicare il tuo racconto.
A buon rendere !
Franco

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